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Elezioni europee: 4 temi forti per i quali dovremmo andare a votare

Domenica 26 maggio si voterà per il rinnovamento del Parlamento Europeo. Votare è importante per contribuire con la propria opinione a dare un indirizzo alle politiche UE, soprattutto in quattro campi fondamentali per il futuro dei giovani.
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A cura di Ciaopeople Studios
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Il messaggio di Greta Thunberg e i successivi scioperi degli studenti hanno acceso i riflettori su una delle importanti battaglie del nostro tempo, la lotta al cambiamento climatico, ma le sfide per la nostra società non si limitano alla questione ambientale. Il voto del 26 maggio può e deve fare la differenza, può aiutarci a costruire un’Europa che possa essere sentita davvero come una “casa” comune. Votare significa mostrare interesse a costruire un’Europa più attenta e che metta a frutto le politiche positive già attuate durante la passata legislatura. Per capire che direzione dare all’UE è importante sapere che cosa è stato fatto fino a oggi: quali sono gli obiettivi raggiunti e quali quelli a cui puntare, quali sono le idee e i programmi realizzati e quali quelli futuri.

L’Europa per l’ambiente

Ormai è difficile negarlo: siamo entrati nell’era in cui la maggior parte dei cambiamenti climatici sono da imputarsi all’uomo. Ecco perché per il 2020 l’Unione Europea si è prefissata gli obiettivi di ridurre del 20% le emissioni di gas serra rispetto ai dati del 1990, portare al 20% la produzione di energia da fonti rinnovabili, migliorare del 20% l’efficienza energetica. Piccoli passi, mossi in seguito agli accordi di Parigi del 2015 e che diventeranno passi da gigante nel futuro, dato che gli obiettivi per il 2030/2050 sono ancora più ambiziosi. Prevedono, infatti, che il 32 per cento del consumo energetico lordo dovrà provenire da fonti rinnovabili entro il 2030 (sole, vento e idroelettrico in testa), mentre l’efficienza energetica dovrà essere migliorata del 32,5 per cento, sempre entro il 2030. è previsto inoltre un aumento al 14 per cento della quota di biocarburanti di seconda generazione impiegati nel settore dei trasporti.

Tra i tanti provvedimenti e progetti varati o promossi dall'Unione Europea è impossibile non citare il divieto di utilizzo dal 2021 di prodotti usa e getta come posate, piatti, bastoncini cotonati, mescolatori per bevande e aste dei palloncini oppure le numerose misure per abbattere le polveri sottili: il cosiddetto pacchetto “aria pulita per l’Europa” potrà evitare 58.000 morti premature entro il 2030 e salvare dall’inquinamento da azoto una superficie di ecosistemi pari a 123mila km2. Da ricordare anche il progetto Natura 2000, che interessa 26.000 aree naturali protette, in cui uomo, animali e piante coesistono armonicamente e rispettosamente. Inoltre si sta lavorando per instaurare un’economia circolare che riduca gli sprechi e renda l’aumento della popolazione sostenibile per il pianeta.

L’Europa per il lavoro

Sia che siate giovani o veterani del mondo del lavoro, il futuro in questo campo non può che starvi a cuore. Nuove potenze economiche in espansione, nuove figure lavorative, l’intelligenza artificiale e nuovi mercati che prendono forma: tutto sta cambiando e l’Europa si è interfacciata con questi cambiamenti, proponendo alcune strategie che andranno ad aumentare la competitività delle imprese e a promuovere l’occupazione. La quasi totalità delle imprese presenti sul territorio europeo è formata da piccole e medie imprese: per questo le politiche UE si sono mosse in questa direzione cercando di favorire la loro creazione e migliorando gli accordi commerciali che le riguardano. Un'altra direzione importante per sostenere le imprese e il lavoro è stata quella di consolidare un mercato merceologico europeo, favorire gli investimenti sul territorio e ridurre gli ostacoli amministrativi e burocratici che quotidianamente imprese e lavoratori si trovano a fronteggiare. Non sono mancanti i sostegni sia alle imprese con l'istituzione di fondi di investimento, sia ai lavoratori per facilitare la mobilità sul territorio europeo grazie alla creazione di un portale che permette ai lavoratori di accedere a ricerche anche in altri paesi. Un’attenzione particolare è da sempre riservata alle nuove tecnologie: il Consiglio UE ha recentemente approvato un importante documento sullo sviluppo e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale “made in Europe”, con tutte le inevitabili, e auspicabili, ricadute sul mercato del lavoro. Così come fondamentale è il contributo dell’Europa nella salvaguardia dei diritti dei lavoratori, in particolare quelli dei settori di nuova emersione. Caso di scuola è il progetto europeo “Gig economy e processi di informazione, consultazione, partecipazione e contrattazione collettiva” finalizzato ad approfondire le dinamiche della GIG economy – quella generata dalle piattaforme digitali – al fine di garantire al meglio i diritti dei GIG workers dei settori della consegna a domicilio, dei viaggi e degli alloggi e del lavoro domestico.

L’Europa per gli studenti

Viaggiare apre la mente. Se vi è capitato di trovarvi in un altro stato da soli, saprete che le sfide quotidiane sono un ottimo banco di prova e di crescita per le vostre capacità. Ecco perché è nato il progetto Erasmus+, fiore all’occhiello delle politiche europee: permette agli studenti di viaggiare, conoscere e tornare con un ricco bagaglio di esperienze. Insomma il maggior investimento che si può fare sul futuro dei giovani. Un investimento quantificabile in 14,7 miliardi di euro: questo il budget che l’Europa ha stanziato per garantire accesso al programma a oltre quattro milioni di persone. Erasmus+ permette di crescere come persona, di conoscere tante realtà e tante persone, ma anche di arricchire il vostro curriculum in vista di future ricerche di impiego. L'altro versante di cui si è occupata l'UE è stato quello di uniformare i programmi universitari e di impostare un sistema condiviso di crediti per l'istruzione: a questo scopo sono stati creati il processo Copenaghen e il processo di Bologna.

L’Europa per i diritti umani

La vera sfida del nostro tempo è anche quella di guardare oltre i nostri ristretti confini, andando a tutelare i diritti di categorie specifiche e di popoli che quotidianamente vedono la propria libertà minacciata o cancellata. Ecco perché nel 2000 l’Europa ha stilato la Carta dei diritti fondamentali che dal 2009 è diventata giuridicamente vincolante.

Scopo della UE è quello di garantire i diritti di fasce deboli della popolazione, come i bambini e le minoranze, combattere la pena di morte e la tortura, lottare per la difesa dei diritti umani, lavorando in sinergia con organizzazioni internazionali e locali. Diritti universali che da sempre l’UE cerca di rendere concreti e tangibili: infatti ha iniziato a includere clausole che impongano il rispetto dei diritti umani negli accordi commerciali stilati con paesi extra Unione.

Votare domenica 26 non significa solo mettere una X su una scheda elettorale o esercitare per abitudine un diritto acquisito dato troppo spesso per scontato. Dobbiamo innanzitutto e finalmente prendere coscienza che le istituzioni europee sono il luogo dove si prendono le decisioni più importanti sul futuro dei cittadini di un intero continente. La necessità di andare a votare, e di farlo in maniera più che consapevole, ne deve diventare la diretta conseguenza.

Contenuto pubblicitario a cura di Ciaopeople Studios.
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