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Speciale Europa

Cosa sta facendo il Parlamento europeo per rafforzare le nostre democrazie

Il sorgere di tendenze illiberali preoccupa gli eurodeputati che da anni si impegnano per tutelare lo Stato di diritto e i principi democratici sui quali si fonda l’Unione europea. Dal 2016 l’Eurocamera chiede un meccanismo permanente per proteggere la democrazia e lo Stato di diritto, è tornata a esprimersi a ottobre proponendo un Ciclo di monitoraggio annuale dei valori dell’Unione. Richieste in linea con quanto desiderano gli europei: un sondaggio rivela che il 77% vorrebbe che fondi Ue e Stato di diritto siano collegati. Le iniziative legislative non sono l’unico modo con cui il Parlamento si propone di rafforzare le nostre democrazie, il 16 ottobre è stato lanciato un premio dedicato alla giornalista Daphne Caruana Galizia per sostenere la libertà di stampa e il giornalismo d’eccellenza.
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“L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini”. Questo è quanto si legge all’articolo 2 del Trattato sull’Unione europea e questi sono i valori fondanti su cui si poggia l’esistenza dell’Ue, che guidano le sue azioni e ai quali tutti gli Stati Membri devono conformarsi. Per proteggere e promuovere efficacemente i diritti fondamentali dei cittadini, l’ordinamento giurico dell’Ue e la sua credibilità internazionale il Parlamento europeo si sta impegnando attivamente. Scopriamo come.

Un meccanismo efficace per proteggere lo Stato di diritto

É dal 2016 che il Parlamento chiede un meccanismo permanente per proteggere la democrazia e lo Stato di diritto. L’aula si è espressa più volte su questo punto, nel 2018 per ribadire che questo strumento dovesse essere collegato al bilancio dell’Unione e di nuovo negli ultimi mesi e settimane reagendo al dibattito e alla decisioni che si sono tenute in Consiglio europeo rispetto all’erogazione dei finanziamenti previsti dal Next Generation Eu, conosciuto in Italia come Recovery Fund. In una delle ultime sedute plenarie gli eurodeputati si sono detti preoccupati per “l’ascesa e il radicamento di tendenze autocratiche e illiberali”, aggravate anche dalla pandemia di Covid-19 e sono tornati a esprimersi delineando in un’iniziativa legislativa la necessità e il funzionamento di un meccanismo efficace per la
protezione dello Stato di diritto. Prima di analizzare più nel dettaglio l’ultima proposta del Parlamento europeo, è necessario soffermarsi sugli attuali strumenti di cui dispone l’Ue.

Il Trattato sull’Unione europea non si limita a un’enunciazione astratta di diritti e valori, ma prescrive anche come sanzionare gli Stati Membri che non li rispettano: l’articolo 7 del Trattato prevede infatti la possibilità di sospendere i diritti di adesione all’Ue in caso di una violazione grave dei valori fondanti da parte di uno Stato Membro. Per essere attivato deve essere richiesto da un terzo dei Paesi Membri, dalla Commissione o dal Parlamento europeo.
L’Eurocamera ha attivato per la prima volta questa procedura nel settembre del 2018, chiedendo al Consiglio europeo di agire nei confronti del governo ungherese accusato di vuolazioni sistematiche dello Stato di diritto. Il Consiglio per far seguito alla proposta del Parlamento, deve, in questo momento, prendere una decisione all’unanimità, a esclusione del Paese interessato dal provvedimento. Una procedura questa, che, secondo il Parlamento, sta “consentendo un continuo allontanamento dai valori”, perché non permette al Consiglio di attivare in maniera snella ed efficace le procedure previste dall’articolo 7. Nello stesso anno la Commissione e il Parlamento hanno deliberato su una nuova proposta che avrebbe permesso di superare alcune delle falle del sistema attuale: nel “Regolamento sulla tutela del bilancio dell’Unione in caso di carenze generalizzate riguardanti lo Stato di diritto negli Stati membri”, la si chiede di sospendere i pagamenti nel caso un governo nazionale minacci lo Stato di diritto. Il Consiglio potrebbe bloccare la procedura di infrazione con un voto a maggioranza qualificata. Purtroppo, questo testo ancora non ha visto la luce perché è bloccato in Consiglio dell’Unione europea.

Si è tornato a parlare del rispetto sullo Stato di diritto e del suo rapporto con l’erogazione dei fondi europei durante le discussioni sul Next Generation Eu. In questo caso il Consiglio che ha preso la decisione storica di dare il via a un pacchetto di 750 miliardi di euro per far fronte alla crisi causata dall’epidemia da Covid-19, ha però indebolito il quadro finanziario pluriennale (il bilancio dell’Unione per i prossimi sette anni) e lo strumento che permette di proteggere i valori principali dell’Ue. La risposta del Parlamento europeo, come già annunciavamo, non si è fatta attendere e durante la seduta plenaria della prima settimana di ottobre ha votato a grande maggioranza (521 voti a favore, 152 contrari e 21 astenuti) un’iniziativa legislativa per un meccanismo dell’Ue che possa sostenere la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali. Tra le misure proposte dal testo, che vanno a integrare e sostenere gli strumenti già esistenti, c’è l’istituzione di un “Ciclo di monitoraggio annuale dei valori dell’Unione”.
Questo permetterebbe di tener conto sia degli aspetti preventivi che di quelli correttivi. Il Ciclo di monitoraggio si basa su raccomandazioni specifiche per paese, con scadenze e obiettivi legati a misure concrete, una proposta che “sostituisce e integra diversi strumenti che si sono dimostrati inefficaci, introducendo un unico ciclo di monitoraggio annuale”, come ha spiegato il relatore, l’eurodeputato di Renew Michal Šimečka. Con questo strumento la Commissione europeo potrebbe indicare agli Stati Membri dove intervenire per garantire il rispetto dei valori Ue, nel caso queste raccomandazioni venissero ignorate potrebbe procedere con sanzioni e con il congelamento dei fondi europei verso il Paese che perdura nella violazione dei diritti fondamentali dell’Ue.

Il 77% dei cittadini chiede che fondi Ue e Stato di diritto siano collegati

Le richieste formulate dal Parlamento europeo sono in linea con quanto chiedono i cittadini e le cittadine dell’Ue. In un recente sondaggio commissionato dal Parlamento europeo, il 77% sostiene che l’Ue dovrebbe fornire finanziamenti solo a condizione che i governi nazionali rispettino i principi democratici. La percentuale sale ancora di più se si prendono in considerazione le risposte arrivate dall’Italia, qui è l’81% dei cittadini a chiedere che fondi e
rispetto dello Stato di diritto siano collegati.

La maggioranza degli europei si è espressa anche per un bilancio europeo più ampio, in Italia il 64% degli intervistati crede che l’Ue dovrebbe disporre di maggiori mezzi finanziari per poter affrontare le conseguenze della pandemia da Covid-19. Le priorità indicate a livello europeo sono la salute pubblica (lo chiede il 55% degli intervistati in Italia), la ripresa economica, il cambiamento climatico e l’occupazione. Il sondaggio mostra anche che c’è fiducia nell’Unione
europea nell’affrontare l’attuale crisi. Due terzi degli intervistati concordano sul fatto che l’Ue dovrebbe avere maggiori competenze in questo momento per permetterle di rispondere alle conseguenze della pandemia. In Italia si esprime in questo modo il 78% degli intervistati.

Questa inchiesta, la terza commissionata dal Parlamento europeo da quando è iniziata la pandemia, dimostra che l’Eurocamera sta rispondendo alle esigenze dei cittadini europei nel sostenere i principi democratici su cui si fonda l’Unione, e non lo fa solo con iniziative legislative.

Un premio per promuovere e difendere la libertà di stampa

Il 16 ottobre di quest’anno è stato il terzo anniversario dell’omicidio della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia. Impegnata in numerose inchieste contro la corruzione, Caruana Galizia ha dedicato la sua carriera al giornalismo investigativo e per questo è stata uccisa in un attentato dinamitardo, con un’autobomba posta nella macchina che aveva preso a noleggio. Il Parlamento europeo si è espresso più volte condannando duramente l’omicidio e chiedendo delucidazioni sulle indagini per arrivare alla condanna dei responsabili, inviando anche più volte una delegazione dell’Assemblea a Malta.

Caruana Galizia è un simbolo della libertà di stampa e il Parlamento europeo ha deciso di dedicarle un premio per promuovere il giornalismo d’eccellenza dell’Unione europea. Ad annunciarlo è stato il Presidente, David Sassoli, che si è detto “onorato di annunciare l’istituzione del Premio Daphne Caruana Galizia per il giornalismo”, dichiarando che “Il Parlamento europeo vuole dare tributo a tutti coloro che hanno perso la vita nella ricerca della verità”.

Il riconoscimento è diretto al giornalismo d’eccellenza che riflette i principi e i valori dell’Ue e verrà attribuito a partire dal 2021. Per garantire l’indipendenza del premio e il lavoro dei media non sarà gestito direttamente dal Parlamento, ma da un media partner indipendente. Il bando per i candidati sarà lanciato intorno al 3 maggio, Giornata mondiale della libertà di stampa, e la cerimonia di premiazione si svolgerà ogni anno intorno all’anniversario della morte di Daphne Caruana Galizia.

All’opposizione bielorussa il Premio Sacharov 2020 per la libertà di pensiero

Il premio Caruana Galizia si andrà ad aggiungere agli altri riconoscimenti previsti dal Parlamento europeo e che riguardano diverse aree, il Carlo Magno per la gioventù, il LuxPrize per il cinema europeo, il Premio del cittadino europeo e infine il Premio Sacharov, istituito nel 1988 per onorare le persone e le organizzazioni che difendono libertà fondamentali e diritti umani. Il riconoscimento è dedicato al fisico e dissidente politico Andrei Sacharov e
quest’anno è stato assegnato all’opposizione democratica in Bielorussia. La cerimonia di consegna si svolgerà il 16 dicembre durante una plenaria del Parlamento europeo.

La Bielorussia sta affrontando una difficile crisi politica a seguito delle controverse elezioni presidenziali di agosto. L’esclusione dei dieci candidati dell’opposizione e le accuse di manipolazione dei risultati elettorali hanno portato a una rivolta contro il presidente Lukašėnka e a una repressione brutale da parte del regime. Nell’annunciare i vincitori di quest’anno, il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli, ha dichiarato di volersi congratulare con l’opposizione bielorussa per “il loro coraggio, la loro resilienza e la loro determinazione”. “Si sono dimostrati – ha continuato Sassoli – forti di fronte a un avversario ancora molto più potente. Ma ciò che li sostiene è qualcosa che la forza bruta non potrà mai sconfiggere: la verità”.

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