Studente di Reggio Emilia scopre una nuova specie di insetto: si chiamerà come lui

E' sempre stata una persona "sui generis" Michele Violi, 20, studente universitario presso la facoltà di Scienze e Tecnologie Agrarie all'ateneo di Modena e Reggio Emilia. Fin da bambino, infatti, alle partite a calcio con gli amichetti preferiva le passeggiate all'aria aperta e l'osservazione della natura in tutti i suoi aspetti. Una capacità che, dopo anni di pratica, si è rivelata decisiva: la sua passione per l'entomologia, infatti, gli ha permesso di scoprire una specie d’insetto finora sconosciuta: in onore alla scoperta fatta – riportata anche dalla rivista Giornale Italiano di Entomologia – il rarissimo animaletto porterà il suo cognome e si chiamerà ‘Lathrobium violii'.
Come racconta Il Resto del Carlino Michele Violi ha condotto i suoi studi sull'insetto dal suo ufficio di Montecchio, circondato da scatole e scatoline contenenti centinaia di altre specie studiate per anni. L'esemplare, finora mai avvistato dagli scienziati, proviene da Vetto d’Enza. Racconta Michele: "Avevo messo delle piccole trappole, con un’esca di carne e pesce, poste poi sotto il terreno a una profondità di venti centimetri. Già, perché questi insetti endogei vivono sotto terra. Le ho lasciate lì alcuni mesi. Tornato sul posto, ho notato due esemplari , un maschio e una femmina. Avevo capito che si trattava di esemplari nuovi. Li ho raccolti e li ho inviati a Paolo Magrini e Arnaldo Bordoni, luminari in materia e la mia tesi è stata confermata".
Non è cosa da tutti scoprire una specie vivente finora sconosciuta a tutti. L'insetto è lungo otto millimetri, appartiene alla famiglia dei coleotteri e, spiega Michele, ha "le ali coriacee di protezione che non raggiungono l’apice dell’addome ma lo lasciano in gran parte scoperto. Il maschio è rimasto come ‘olotipo’ a Firenze, mentre la femmina mi verrà restituita ad aprile". Come abbia fatto ad accorgersi e sapere che quell'insetto è diverso da miliardi di altri che popolano il pianeta resta per noi un mistero. Quel che è certo è che Michele continuerà le sue ricerche, anche se solo come hobby: "In Italia, l’attenzione per le scienze naturali, non è tanto sostenuta". Peccato.