video suggerito
video suggerito

Perché per entrare negli Stati Uniti si dovrà mostrare cosa si è fatto sui social negli ultimi 5 anni

Per entrare negli Stati Uniti presto potrebbero non essere più necessari solo il visto o l’ESTA: è stato proposto di introdurre controlli minuziosi dei social media dei turisti che vogliono visitare il paese.
A cura di Valeria Paglionico
13 CONDIVISIONI
Immagine

Avete intenzione di organizzare un viaggio negli Stati Uniti? Al momento i documenti necessari per entrare nel paese sono il visto o l'ESTA, ovvero l’Electronic System for Travel Authorization, la certificazione richiesta ai viaggiatori provenienti dalle nazioni che fanno parte del Visa Waiver Program (programma “Viaggio senza Visto” di cui è membro anche l'Italia). Presto, però, le cose potrebbero cambiare e a rivelarlo è stata la US Customs and Border Protection, che ha proposto di sottoporre i viaggiatori a dei controlli nuovi e decisamente più "invasivi": ecco tutto ciò che c'è da sapere.

Le regole per entrare negli Stati Uniti

Attualmente i viaggiatori che desiderano entrare negli Stati Uniti provenienti dai 42 paesi con esenzione dal visto (tra cui Italia, Francia e Germania) devono registrarsi al programma Electronic System for Travel Authorization. Dopo aver pagato 40 dollari e aver fornito alcuni dati personali come l'e-mail, l'indirizzo di casa, il numero di telefono e i contatti di emergenza, ottengono l'ESTA, il certificato con validità di 2 anni (o fino alla scadenza del passapaporto), utile per visitare gli USA per un massimo di 90 giorni per motivi di turismo o di lavoro. La Customs and Border Protection, però, ha proposto di introdurre delle nuove misure di controllo per i turisti provenienti da paesi idonei al programma ESTA, prima tra tutte l'obbligo di mostrare la propria attività sui social media negli ultimi 5 anni. In aggiunta potrebbe esserci anche l'obbligo di un selfie oltre alle foto del passaporto.

Cosa prevede il controllo dei social media

Se il provvedimento proposto dalla Customs and Border Protection venisse approvato, il controllo dei social media dei turisti diventerebbe obbligatorio e prevederebbe la revisione della cronologia delle ricerche, degli indirizzi e-mail utilizzati nell'ultimo decennio, dei dati biometrici. Sarebbero richiesti, inoltre, anche nomi, date di nascita, luoghi di residenza e luoghi di nascita di genitori, coniugi, fratelli e figli. Se da un lato la raccolta dei dati favorirebbe ulteriormente la sicurezza del paese, dall'altro rischia non solo di aumentare i tempi di attesa in aeroporto ma anche di esporre più facilmente a segnalazioni per controlli più minuziosi. Come se non bastasse, violerebbe anche la privacy dei viaggiatori e dei loro familiari. Sempre negli Stati Uniti, inoltre, è in attesa di approvazione anche una tassa di 250 dollari prevista per certificare l'integrità dei visti.

13 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views