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Barcellona elimina gli affitti brevi: cosa succede ora per chi vuole prenotare una casa per il weekend

Il sindaco di Barcellona Jaume Collboni ha deciso che non rinnoverà circa 10mila licenze per appartamenti utilizzati a scopo turistico: entro il 2029, quindi, addio agli affitti brevi nella città catalana.
A cura di Arianna Colzi
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Barcellona
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La battaglia delle grandi città europee, e non solo, contro gli affitti brevi continua. Nelle scorse ore il sindaco di Barcellona Jaume Collboni ha promesso che la città catalana vieterà gli affitti brevi entro novembre 2028. Nel dettaglio, l'obiettivo è quello di eliminare quegli appartamenti a uso turistico (ossia i B&B): in questo modo, a partire dal 2029, circa 10mila abitazioni tornerebbero sul mercato immobiliare a disposizione dei residenti entro cinque anni. Quando la proposta di legge sarà approvata dalla Generalitat della Catalogna, le municipalità locali non potranno più rilasciare nuove licenze per affitti controllati da piattaforme come AirBnb o rinnovare quelle esistenti.

Cosa cambia per i turisti

A Barcellona gli affitti sono aumentati di circa il 70% in soli dieci anni per questo Collboni spiega: "Abbiamo bisogno che l'offerta di alloggi cresca, in modo che la gente non sia costretta a trasferirsi fuori città". Già la sua predecessora, Ada Colau, aveva iniziato a muovere i primi passi su questo campo di battaglia con diverse posizioni anti AirBnb. Anche per contrastare il dilagante turismo di massa sregolato, la città di Barcellona ha deciso di aumentare al tassa di soggiorno per i suoi visitatori. Dunque i turisti devono aspettarsi di vedere aumentata la somma da versare al proprietario della struttura di circa 3,25 o 3,50 euro.

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La situazione in Europa

La decisione di Collboni viene dopo quella di una serie di città, New York in testa, che stanno cercando di attuare una stretta sul mercato privo di regolamentazioni nette degli affitti brevi, un mercato che ha cambiato il volto delle grandi città europee. Dopo la Grande Mela, anche Firenze con il sindaco Dario Nardella ha provato a mettere uno stop alla diffusione degli alloggi a scopo turistico. Poche settimane fa, la fase di sperimentazione del Cin (Codice identificativo nazionale) – il metodo scelto dal Ministero del Turismo italiano per regolamentare il mercato e frenare la diffusione degli affitti brevi – è arrivata anche in Veneto e lo strumento è stato proposto come Decreto ministeriale in fase di approvazione.

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