Apre a Torino il Serial Killer Museum: il lato oscuro della mente umana

Ha aperto a Torino il Serial Killer Museum, un luogo che promette di incuriosire, turbare e far discutere. L’esposizione nasce con l’intento di raccontare le storie dei più celebri assassini seriali del mondo, in totale ne sono state scelte 10, e di indagare la mente criminale, tra realtà, mito e ossessione collettiva.

Un viaggio nell’orrore tra cronaca e psicologia
Il museo è concepito come un percorso immersivo con audioguida che alterna sale tematiche, ricostruzioni di scene del crimine, reperti originali e materiali d’archivio, ma anche installazioni multimediali e dossier investigativi. L’obiettivo è offrire una prospettiva storica e psicologica sui grandi casi di cronaca, da Ed Gein, il serial killer che creava oggetti con la pelle delle sue vittime a Ted Bundy, il killer dal fascino ingannevole, mostrando come nascono e come vengono studiati i profili dei killer seriali. Non mancano anche i casi italiani, come la parte dedicata a Leonarda Cianciulli, conosciuta come saponificatrice di Correggio. L’allestimento punta a un equilibrio tra documentazione e impatto emotivo, spingendo i visitatori a confrontarsi con la parte più oscura della mente umana.

L’ossessione collettiva per i mostri contemporanei
La nascita del museo riflette una tendenza ormai evidente, ovvero la crescente ossessione per i serial killer, alimentata da serie tv, documentari e podcast di successo. Questa fascinazione morbosa ha generato vere e proprie comunità online di appassionati che studiano, discutono o perfino idealizzano gli assassini. In alcuni casi, la curiosità si trasforma in attrazione, in gergo medico si parla di ibristofilia, la parafilia che porta a provare interesse erotico o affettivo verso chi ha commesso crimini violenti. Il Serial Killer Museum, in questo senso, diventa uno specchio dei nostri tempi , dove il confine tra cultura, curiosità e voyeurismo è sempre più sottile.