Rasmus Munk, chi è e dove lavora il Migliore chef al mondo del 2025

Nelle ultime ore si è svolto a Milano il The Best Chef Awards, l'evento che ogni anno premia coloro che si sono distinti per talento e originalità nel mondo dell'alta cucina. A essere eletto Migliore chef al mondo del 2025 è stato Rasmus Munk, che si è aggiudicato il primato per il secondo anno consecutivo grazie al suo lavoro visionario e d'avanguardia. Gestisce il ristorante Alchemist di Copenaghen, un locale stellato che fonde cucina, filosofia, scienza, arte, diventato famoso in ogni parte del mondo grazie al suo menù anti-convenzionale. Come ha fatto il cuoco danese a passare alla storia?
Rasmus Munk, dagli esordi al successo
Nato nel 1991 a Randers, nella regione dello Jutland, in Danimarca, Rasmus Munk è diventato famoso grazie alla sua cucina innovativa che riesce a trasformare il cibo in un'opera d'arte. La sua carriera nel settore è cominciata a 22 anni quando è stato scelto come chef del TreeTop, ristorante a Vejle in cui si è dato alla sperimentazione con ingredienti e tecniche culinarie non convenzionali. Nel 2015 ha poi aperto l'Alchemist a Copenhagen, locale d'avanguardia con cui ha ottenuto una grande notorietà a livello internazionale. A dispetto di quanto si possa pensare, però, raggiungere il successo non è stato semplice, anzi, dal 2017 al 2019 lo chef dovuto tenere chiuso il ristorante per rinnovare l'intero progetto e trasformarlo in qualcosa capace di rivoluzionare il settore.

La cucina di Rasmus Munk è "gastronomia olistica"
Oggi Alchemist è tra i ristoranti migliori al mondo, dove la cucina si fonde al teatro, all'arte, alla scienza e alla musica. Nel 2020 ha ottenuto 2 stelle Michelin e ad oggi è al quinto posto nella classifica della World's 50 Best. Si trova in un vecchio cantiere navale nel distretto industriale di Refshaleøen e propone un accuratissimo menù degustazione: dura 6 ore e conta una cinquantina di portate. Rasmus Munk considera la cucina una vera e propria filosofia, tanto da definirla "gastronomia olistica". Per lui il lavoro da chef è come quello degli antichi alchimisti, un modo per ridefinire il concetto di alimentazione, il cui obiettivo non è solo essere buona e gustosa, ma anche avere un impatto positivo sull'ambiente e sulla società. I suoi piatti non sono un mix di ingredienti, sono veri e propri "trattati di denuncia" sull'ineguaglianza sociale, lo sfruttamento degli animali e lo spreco alimentare.