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Fiori veri e farfalle vive nelle gonne, la reazione dello stilista alle accuse degli animalisti

Le gonne-terrarium con fiori e farfalle portate in passerella da Undercover e dal designer Jun Takahashi non sono piaciute agli animalisti.
A cura di Giusy Dente
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Instagram undercover_lab
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Il marchio streetwear giapponese Undercover ha incantato la Paris Fashion Week a settembre con una memorabile sfilata dalle atmosfere magiche e sognanti. Il brand ha presentato la collezione Primavera Estate 2024, non una linea qualsiasi. I capi di punta, quelli che inevitabilmente hanno subito catturato l'attenzione di tutti diventando anche virali sui social, erano tre gonne-terrarium, contenenti nelle gonne fiori veri e farfalle vive. L'idea della natura ingabbiata in campane di vetro voleva essere, nelle intenzioni del designer Jun Takahashi, una metafora della condizione umana contemporanea, un modo per rappresentare la ricerca sempre più ostacolata di libertà. Ma questo messaggio non è stato apprezzato da tutti.

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Le critiche degli animalisti a Undercover

Gli abiti-terrarium con gonna a palloncino che hanno chiuso il défilé sono costati al brand e al designer le aspre critiche degli animalisti. PETA non ha apprezzato che, per rappresentare una metafora della vita moderna, il brand abbia impiegato fiori veri e farfalle vive, condannandoli così alla morte. Benché sia stato un momento di grande bellezza, escluso il punto di vista estetico gli animalisti hanno posto l'accento su quanto caro sia costato avere un effetto così magico. Proprio la PETA si è messa in contatto, dopo la sfilata, con Jun Takahashi.

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Lo ha informato che quelle farfalle erano state "strappate alla natura e allevate in cattività nelle fattorie", per poi essere spedite "come merci" in piccole buste e scatoline, spesso morendo schiacciate. Il gruppo ha citato la North American Butterfly Association, affermando che ormai "molti wedding planner ora evitano le farfalle ai matrimoni proprio perché arrivano morte". La risposta del designer non si è fatta attendere e questo scambio di posta è stato condiviso solo pochi giorni fa con la CNN.

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La risposta del designer

Proprio CNN ha riportato la risposta di Jun Takahashi, il quale ha confidato che il suo interesse era avere delle farfalle sane nel suo spettacolo. Ha scritto che la sua squadra le ha ordinate da un allevatore etico e ha dato loro un'alimentazione adeguata e ampio spazio per respirare e volare, mantenendole alla temperatura corretta. La difesa è andata avanti ammettendo però anche errori e mancanze: "Mi sentivo in colpa, eppure ho deciso di mettere lo stesso delle farfalle nel vestito per la mia creazione" ha scritto il designer.

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Ha però spiegato di aver liberato gli insetti in un parco subito dopo la sfilata, benché la PETA abbia sottolineato l'inutilità del gesto, perché le farfalle allevate in cattività "faticano a trovare fonti di cibo e raramente sopravvivono". Un portavoce della PETA ha detto alla CNN che un rappresentante dell'organizzazione ha avuto modo di incontrare e confrontarsi con Takahashi di persona, avviando un dialogo costruttivo.

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