È morto Mario Borsato, addio allo stilista couturier che vestì Liz Taylor

È morto ieri mattina Mario Borsato, lo stilista trevigiano che ha rivoluzionato il mondo dell'Alta Moda con il suo genio creativo e la sua eleganza senza tempo. Aveva 83 anni e da qualche mese combatteva contro una malattia che ha avuto un decorso fulmineo, non dandogli alcuna possibilità di cura. Da diversi giorni era ricoverato all'ospedale Ca' Foncello di Treviso ma purtroppo non ce l'ha fatta, si è spento circondato dall'affetto dei suoi cari. I funerali si terranno lunedì prossimo alle 14.45 nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Treviso. Ora verrà ricordato per sempre sia dai figli che dalle star che ha vestito come il sarto couturier che ha esaltato il fascino femminile, arrivando a vestire Liz Taylor e la moglie di Mubarak.
Mario Borsato, l'amicizia con Gianni Versace ed Andy Warhol
Mario Borsato nacque a Treviso nel 1942 e si da giovane si avvicinò al mondo della moda e dell'Haute Couture, seguendo le orme del padre Arturo, sarto in Corso del Popolo. Studiò a Milano e si formò nell'atelier di YSL Haute Couture, poi, una volta ritornato nella sua città natale nel 1968, lanciò la prima collezione che portava il suo nome. Pensata per l'amata moglie Maddalena, era destinata a donne di gran stile, dallo charme internazionale e con uno spiccato senso del lusso. Fino agli anni '70 il designer collaborò col padre nella bottega di famiglia, poi inaugurò un negozio tutto suo nel 1974 in Galleria Manin.Tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90 Borsato raggiunse un successo internazionale, tanto che aprì anche un secondo negozio in via Montenapoleone a Milano. Fu proprio in questo periodo che conobbe Gianni Versace e Giorgio Armani, che vestì Liz Taylor e la moglie di Mubarak e che venne ritratto da Andy Warhol, diventando protagonista di una delle sue serigrafie. Con l'inizio degli anni 2000 lo stilista, stanco e senza più ispirazione, decise di ritirarsi a vita privata nella sua casa di Campocroce a Mogliano Veneto.
Perché Mario Borsato non amava definirsi stilista
Il figlio Francesco, intervenuto pubblicamente per ricordare il padre dopo la morte, ha spiegato che Mario Borsato non amava definirsi stilista, anzi, considerava il termine quasi volgare, preferiva identificarsi come sarto couturier. Realizzò abiti per le prime del teatro comunale di Treviso, vestiti da sposa d'Alta Moda e look da red carpet, lavorando per tutta la vita al motto di "La bellezza è sempre il frutto di un'emozione". Oggi il mondo della moda non può fare a meno di piangerlo ma lo ricorderà per sempre come un designer che ha lasciato un segno indelebile nel mondo dell'Alta Moda, mixando cura maniacale del dettaglio, tessuti di pregio e accessori ricercati, dando vita a una stile glamour ma mai esasperato.