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Cosa è il Dogfishing, il subdolo trucchetto per fare colpo sulle dating app

Ricordate il catfishing? Era la pratica di crearsi un’identità fittizia ingannare qualcuno. Ora avanza invece il termine dogfishing, un’altra tecnica tossica.
A cura di Giusy Dente
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Rapportarsi con un'app non è facile e la truffa è dietro l'angolo. Tanti preferiscono mentire pur di fare colpo: ecco quindi che improvvisamente, nelle bio di tutti gli iscritti c'è sempre l'amore per i viaggi e la lettura! Per attrarre potenziali match c'è chi ingigantisce un po' le cose, chi falsa un po' il racconto: un modo per far abboccare l'altro o l'altra all'amo. Ci si vende al meglio possibile, andando anche un po' troppo oltre le proprie reali qualità e potenzialità. C'è anche chi fa dogfishing.

Cosa significa dogfishing

Le dating app sono diventate lo strumento perfetto per soddisfare il bisogno di socialità conciliandolo con la difficoltà di conoscere persone e allargare la propria cerchia. C'è chi le ama e c'è chi le odia. Abbiamo tutti quell'amica che: "Ho conosciuto il mio ragazzo online e siamo sposati da 5 anni". Ma di contro, abbiamo anche l'amica che: "Ho avuto solo appuntamenti disastrosi". I frequentatori abituali avranno notato non solo la predominanza, nelle bio, delle solite passioni acchiappa-like: viaggiare, leggere, andare ai concerti. C'è anche un'altra tendenza diffusa.

Ricordate il catfishing? Era la pratica di crearsi una vera e propria identità parallela, per ingannare qualcuno, fingendosi di fatto un'altra persona. Ora avanza invece il termine dogfishing e sempre di inganno si tratta. Fateci caso. Spesso gli iscritti alle dating app hanno come foto profilo o tra le foto in evidenza, degli scatti assieme ad animali domestici: c'è sempre un tenero gattino accanto al camino, un bel golden retriever coccolone, un pastore tedesco che corre all'aria aperta, un bassotto ai giardinetti. Per chi ama gli animali, questo diventa immediatamente un punto a favore! E qui sta l'inganno, perché molto spesso si tratta di foto studiate ad hoc, fatte proprio con quello scopo.

Sono foto fatte con gli animali di un amico o di uno sconosciuto al parco, presi in prestito solo per ottenere uno "swipe a destra". Ecco, il dogfishing consiste proprio nell'usare il cane o il gatto di qualcun altro per apparire più attraente. È una scorciatoia, ma è una tecnica che fa molta presa, perché effettivamente le persone in posa con animali domestici trasmettono una maggiore affidabilità, vengono percepite come persone più attraenti e rassicuranti, generano empatia. E poi è un gancio semplice per attaccare bottone: "Come si chiama il tuo cucciolo?".

Dai, chi non metterebbe il like alla foto di un ragazzo che coccola un barboncino o che corre con un labrador? Il problema sorge, ovviamente, dopo, quando al momento dell'appuntamento del cane non c'è traccia. E spesso, neppure dell'amore per gli animali. Questa pratica apparentemente innocua in realtà è una distorsione della realtà, una manipolazione che mette subito in disequilibrio la conoscenza, perché si parte col piede sbagliato, si parte disallineati, con una bugia. E chi mente su un cane su chissà cos'altro potrà mentire.

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