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Salumi e dieta: la nutrizionista sconsiglia fesa di tacchino e prodotti in vaschetta: “Fanno malissimo”

Un consumo eccessivo di carni processate e insaccati può avere conseguenze gravi sull’organismo. È comunque possibile inserirli nella propria dieta? Risponde la biologa nutrizionista.
Intervista a Dott.ssa Renata Bracale
Biologa nutrizionista e docente presso l'Università degli Studi del Molise
A cura di Eleonora Di Nonno
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Quando si parla di carni rosse processate, cioè quelle trasformate per migliorarne la conservazione, si fa inevitabilmente riferimento alla loro classificazione (effettuata della IARC) come cancerogene e associate al rischio di cancro del colon-retto. La comunità scientifica concorda sui rischi di un consumo eccessivo di carne, fermo restando che, all’interno di una dieta equilibrata, è possibile inserire alimenti come salumi e insaccati seguendo le linee guide e le raccomandazioni degli esperti. Ne abbiamo parlato con Renata Bracala, biologa nutrizionista e docente presso l'Università degli Studi del Molise.

Insaccati: in che quantità e quali consumare 

Chi è a dieta spesso è convinto che gli insaccati vadano completamente eliminati, fatta eccezione per la fesa di tacchino considerata dietetica. “Le linee guida per il consumo di carni conservate come insaccati è una porzione di 50g a settimana – spiega la dott.ssa Bracale – Io sconsiglio la fesa di tacchino, fa malissimo, è come se fosse un würstel di carne bianca. È ricavata dalla lavorazione dei muscoli del petto, disossati e puliti, poi lavorati e conditi con un mix di sale e spezie. Molto meglio il petto”. Cosa bisognerebbe controllare sulle etichette dei salumi in vaschetta? “In realtà andrebbero preferiti prodotti italiani da banco, in modo da controllarne anche il taglio, come bresaola, speck o culatello. – chiarisce la dott.ssa Bracale – Non bisognerebbe comprare assolutamente prodotti in vaschetta o preconfezionati sono ricchi di additivi o conservanti e aumentano le infiammazioni, sopratutto quelle croniche nel tratto gastrointestinale, con un conseguente rischio di insorgenza di tumori nel colon retto”.

Insaccati: quali sono gli abbinamenti consigliati

Facendo sempre riferimento alle linee guida per quanto riguarda la frequenza di consumo, è sempre bene abbinare le proteine a una verdura cruda o cotta – aggiunge la biologa nutrizionista – Se ad esempio prepariamo un toast andrebbe scelto o un formaggio o un affettato in abbinamento a pane integrale o di segale, non preconfezionato, e tostato così da rendere più digeribile l’amido”. Come si possono sostituire gli insaccati? “Due uova, 150g di formaggio fresco o 80g di formaggio stagionato, oppure 70g di legumi secchi. Il pesce invece si può consumare in dosi più consistenti, direi a volontà” conclude la dott.ssa Renata Bracale.

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