Perché passeggiare nella natura fa bene: “I colori del foliage risvegliano il buon umore”

Siamo entrati nel vivo dell'autunno, le temperature si sono abbassate ed è anche tornata l'ora solare. Tutto ciò tende a renderci pigri: ci sono meno ore di luce di cui approfittare durante la giornata, che si traduce a sua volta in una minore possibilità di trascorre del tempo all'aperto. Questo ha un impatto negativo sull'umore, perché invece abbiamo grande bisogno di concederci dei momenti a contatto con la natura, all'esterno, lontano dalle solite fonti di distrazione. È un modo prezioso per riconnettersi con sé stessi: prendere una boccata d'aria fresca non agisce positivamente solo sul corpo, ma anche sulla mente. Lo ha chiarito a Fanpage.it la dott.ssa Marcella Denon, specializzata nel campo della Ecopsicologia. L'ambiente esterno influisce sulla nostra interiorità, la natura fa bene. In questo specifico periodo dell'anno, passeggiare al parco o godersi un trekking nel foliage, possono essere estremamente rigeneranti. bastano anche pochi minuti durante una pausa pranzo.
Perché la natura fa bene
Passeggiare nella natura è come tornare a casa, ha spiegato l'esperta: è per questo che ha un impatto così forte sul nostro benessere fisico, mentale ed emotivo. "La nostra specie – ha detto la dott.ssa Danon – Homo sapiens sapiens, ha vissuto per più di 300.000 anni immersa nella natura e quindi il distacco è solo relativamente recente. Il nostro stile di vita urbanizzato, meccanizzato, risale a massimo un secolo fa: è molto poco rispetto alla nostra esperienza in natura. Quindi, anche chi non la frequenta abitualmente, comunque quando si trova in un paesaggio di natura selvatica sente emozioni molto forti, pur non rendendosene subito conto".
Si parla di biofilia: "La biofilia è un termine che è stato coniato per la prima volta da Eric Fromm e poi è stato ripreso dal sociobiologo Edward Wilson. È il nostro amore per la vita e per la natura: è innato, ma non istintivo. Vuol dire che ce l'abbiamo potenzialmente tutti, ma non scatta in automatico. Ecco perché magari chi è nato e cresciuto in città non è sempre detto che ami stare in natura. La natura, infatti, ci mette a confronto con delle situazioni molto diverse rispetto da quelle ordinate, organizzate e disinfettate degli ambienti urbani. La natura ci presenta ambienti caotici, complessi che presentano anche imprevisti e rischi se non siamo opportunamente attrezzati. Per persone non abituate può essere necessario un approccio più graduale: la biofilia va stimolata ed educata".
I benefici del foliage sul benessere mentale ed emotivo
La natura ha un grande poter calmante. Ecco perché dovremmo tutti sfruttare di più le potenzialità messe a disposizione dagli ambienti urbani: "Non è necessario andare nel Parco Nazionale dello Yosemite! Anche la città offre molta natura e può offrire l'opportunità di iniziare a poco poco ad accorgerci del beneficio che possiamo trarre dal contatto diretto con ambienti naturali. Le città italiane, per fortuna, hanno molti parchi, aiuole, aree verdi; molte aziende stanno iniziando a scoprire i benefici di inserire degli spazi verdi all'interno della struttura, anche molti ospedali, ancora poche scuole ma spero che diventino presto di più. Quando andiamo in natura, la nostra mente logico-razionale si riposa più rapidamente. Quindi, una pausa di lavoro o una pausa durante lo studio fatta in un ambiente verde, che può essere anche un piccolo giardino, favorisce la rigenerazione dell'attenzione. Vale la pena anche sperimentare il circondarsi di immagini di ambienti naturali o accedere a registrazioni con suoni di natura per rilassarsi".
Nello specifico, c'è chi trae particolare giovamento immergendosi nei paesaggi autunnali caratterizzati dal foliage. C'è un motivo: "Le persone hanno diversi canali sensoriali: ci sono i visivi, gli uditivi, i cinestesici, gli olfattivi. Se io capisco che per me il canale principale è la vista, ecco che il foliage è esattamente il tipo di attività che fa per me. Le foglie in questo periodo hanno colori caldi, vivificanti, che risvegliano il buon umore. Se io sono più un uditivo, invece, avrò bisogno di crearmi situazioni in cui mi immergo nel suono. Se sono un cinestesico, avrò bisogno di toccare, di mettere le mani sul tronco di un albero, o di appoggiarci la schiena".

Come agiscono le piante sul nostro corpo
Ogni albero ha le sue specifiche proprietà e agisce in modo diverso. L'esperta ha spiegato: "Gli alberi, soprattutto quelli ad alto fusto, esalano molecole aromatiche volatili, i cosiddetti terpeni, che vanno a impattare positivamente col nostro organismo. Li respiriamo quando siamo in passeggiata e, senza rendercene conto, facciamo dei veri e proprio trattamenti terapeutici. Il pinene di pini e abeti per esempio impatta sul sistema respiratorio e ha proprietà antinfiammatorie; il limonene emesso dalle piante di agrumi agisce principalmente sul sistema nervoso, favorendo la riduzione di ansia e stress; il camfene di abeti e ginepro agisce invece sul sistema circolatorio, riducendo colesterolo e trigliceridi. A volte l'olfatto neppure li coglie, ma il corpo sì. Ecco perché è importante frequentare luoghi con alberi ad alto fusto e perché le passeggiate hanno comunque un grande beneficio fisico, emotivo e mentale, tre livelli strettamente connessi".
Il contatto fisico con l'albero è prezioso: "È un'attività che permette di scaricare l'elettricità statica che accumuliamo negli ambienti urbani e artificiali, gli ioni positivi in termini elettrici. Li accumuliamo durante il giorno tutte le volte che camminiamo con scarpe dalle suole artificiali, su asfalto, linoleum, moquette o che stiamo a contatto con monitor, televisori, router, sistemi di condizionamento d'aria. Gran parte del nervosismo e dello stress è indotto da questa elettricità accumulata. La possiamo scaricare principalmente attraverso i piedi e le mani, per esempio camminando a piedi nudi sulla terra, sul prato o sulla spiaggia oppure appoggiando le mani a un albero, che fa proprio elettricamente parlando da messa a terra".
Che cos'è la Camminata in EcoMindfulness
Attualmente la dott.ssa Danon sta conducendo con l'Università della Valle d'Aosta dedicato ai benefici di quella che in ecopsicologia è chiamata: Camminata in EcoMindfulness, che potrebbe essere prescritta da medici e psicologi se necessario. Ha spiegato in cosa consiste: "Consiste, prima di tutto, nel fermarsi un attimo nel passaggio dall'ambiente urbanizzato a quello naturale o semplicemente dal marciapiede di cemento all'entrata del parco o del giardino e fare qualche profondo respiro. Questo, per prendersi il tempo di diventare consapevoli che stiamo entrando in uno spazio vivo, in casa d’altri, dove vivono piante, funghi, animali. È un ambiente diverso da quello in cui risiediamo abitualmente. Dopodiché, una volta portata l’attenzione all’istante presente, possiamo concentrarci sui messaggi dei sensi: forme, colori, suoni, profumi, sensazioni tattili e persino sapori se vogliamo assaggiare qualcosa. È una meditazione itinerante a occhi aperti in cui il focus è su tutto quello che ci circonda e questo permette di calmare il pensiero. All'inizio non è facile perché i pensieri continuano a invaderci, però dolcemente, possiamo ogni volta riportare l'attenzione ai dettagli, grandi e piccoli, del paesaggio. Va vissuta come attività da godere, con lo stesso spirito con cui si fa degustazione vini; meglio, quindi, se col telefono in modalità aereo per almeno un quarto d'ora. In questo nostro mondo moderno noi siamo molto focalizzati solo sull'emisfero sinistro del cervello, cioè sull'attività mentale e razionale".
Si parla di urbanizzazione del pensiero: "Il modo di pensare diventa frenetico, frammentato, distaccato dalla sfera del vivente. Ci precludiamo tutte le potenzialità e le capacità connesse a emozione, intuizione, afflato creativo, ispirazione. La salute, nasce da un buon equilibrio tra razionalità e logica, da una parte, e qualità delle relazioni, empatia, ritmo organico, dall’altra. Oggi, ci stiamo ammalando di ritmo meccanico".