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Giornata mondiale della salute mentale: il decalogo dedicato al benessere emotivo

Il 10 ottobre si celebra la giornata dedicata alla salute mentale, alla psicologa Carolina Traverso abbiamo chiesto come provare ad affrontare i pregiudizi legati al benessere emotivo.
Intervista a Dott.ssa Carolina Traverso
Psicologa e psicoterapeuta
A cura di Francesca Parlato
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Cosa facciamo se abbiamo voglia di perdere qualche chilo? Andiamo dal nutrizionista. E se vogliamo rimetterci in forma? Da un personal trainer. E perché allora quando abbiamo una difficoltà emotiva, un dolore da affrontare, una paura che ci impedisce di vivere a pieno la nostra vita non ci rivolgiamo a nessuno? Con la salute mentale non si scherza e non è secondaria rispetto a quella fisica. Ce lo ricorda anche lo slogan scelto quest’anno per celebrare il 10 ottobre la giornata mondiale della salute mentale: Make mental health & well-being for all a global priority, ovvero fate della salute mentale e del benessere una priorità globale. "È un po' la Cenerentola della salute – spiega a Fanpage.it la psicologa e psicoterapeuta e autrice di numerose pubblicazioni, Carolina Traverso – C'è ancora uno stigma, come se un disturbo emotivo fosse un capriccio che può passare con un po' di buona volontà. Abbiamo questa illusione che la mente possa essere controllata con un semplice schiocco di dita. E invece saper gestire le emozioni non è una capacità scontata, ma qualcosa che ognuno di noi impara, bene o male, nel contesto in cui cresce". E in occasione di questa giornata la dottoressa Traverso ha stilato un decalogo dedicato al benessere psicofisico.

1. La salute mentale non è meno importante di quella fisica

L'Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute come uno "stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non semplicemente l'assenza di malattia o infermità". Troppo spesso ignorata o data per scontata, la salute mentale merita la stessa attenzione di quella che dedichiamo al nostro corpo. "Sarebbe utile ogni tanto fare una specie di check-up, come quando periodicamente facciamo le analisi del sangue". Un'altra convinzione che spesso allontana le persone riguarda la durata delle terapie. "Persiste ancora questo stigma per cui la psicoterapia sia un percorso infinito. Oggi non è più così, ci sono dei protocolli brevi, soprattutto quelli di gruppo. E poi lo psicoterapeuta non fa un sequestro di persona. Ci aiuta a guardarci dentro e ci indica un percorso che non è sempre uguale per tutti e soprattutto non necessariamente lunghissimo". 

2. La salute mentale dipende da fattori biologici e ambientali

Sono vari i fattori che influenzano il nostro benessere psicoemotivo, in primis c'è ovviamente un fattore ereditario, ma contano moltissimo anche il contesto familiare, l'ambiente in cui si cresce. "Poi ovviamente bisogna considerare anche la presenza di malattie neurologiche, gli eventi traumatici e i fattori sociali ed economici che troppo spesso sono sottovalutati – chiarisce Traverso – L'insieme di tutti questi elementi influisce sul nostro benessere emotivo". Ma se su alcuni fattori, come quello ereditario o la presenza di eventuali patologie, non si può intervenire in maniera preventiva, su altri sì. "Non si nasce con la capacità di gestire le emozioni, per questo, per mettere tutti in pari, sarebbe importante fornire attraverso la scuola gli strumenti necessari".

3. La salute mentale va presa sul serio

Niente fai da te. Con la salute mentale non si scherza, ci vogliono cure adeguate, perché purtroppo i disturbi emotivi non spariscono semplicemente mettendosi di impegno. "Spesso si pensa che si possa guarire da soli, ma non è così. Ci vuole un esperto che sappia come gestire il nostro problema". Molte persone si vergognano, hanno timore a raccontare di avere una disagio, di sentire di non farcela. "Un elemento che ho notato, estremamente benefico, nei gruppi a cui faccio terapia, è la sensazione che queste persone finalmente provano di non sentirsi sole. Il confronto, il raccontare ad altri che si ha difficoltà a dormire, che la sera nel letto si rimugina ad esempio, fa sentire meno soli. E questo già li fa sentire meglio". 

4. Non tutti sanno comprendere e gestire le emozioni

Comprendere e saper gestire le emozioni non è una capacità scontata, per questo è importante fare un'azione preventiva nelle scuole. "A seconda della famiglia e della cultura in cui sei cresciuto, potresti avere imparato che alcune emozioni (la tristezza, la rabbia, la paura) non sono legittime. Se sei cresciuto in un contesto in cui le espressioni emotive erano viste con sospetto, potresti avere imparato a non mostrare ciò che senti o, addirittura, a fare di tutto per non sentirlo – spiega la psicologa – Eppure, per quanto possa sembrarti strano, saper accogliere e dare dignità a ciò che senti è la base per prenderti cura della tua vita emotiva e delle tue relazioni".

5. Non è mai troppo tardi per imparare a gestire le emozioni

Libri, corsi, incontri: esistono diversi e tantissimi modi per prendersi cura della propria salute mentale. L'importante è che si tratti di professionisti accreditati. "E poi è importante sapere che non bisogna per forza sentirsi a pezzi per decidere di prendersi cura della propria emotività. Un professionista ci può dare gli strumenti adatti per rinforzare le nostre capacità di gestire le emozioni per affrontare al meglio le sfide della vita in qualsiasi momento". 

6. Prendiamoci cura ogni giorno delle nostre emozioni

Ogni giorno dovremmo dedicare almeno qualche minuto al nostro benessere emotivo. "Dovremmo prenderci del tempo per chiederci come stiamo, riflettere su ciò che proviamo, ciò che sentiamo. – suggerisce la psicologa – Viviamo perennemente in fuga, siamo sempre presi da mille cose da fare, per questo ogni giorno dovremmo prendere dei brevi appuntamenti con noi stessi".

7. La tua vita emotiva è influenzata dalla capacità di prenderti cura di te

Dormire bene, mangiare sano, non fare una vita sedentaria, passare del tempo in mezzo alla natura: sono tutte abitudini che contribuiscono al nostro benessere. "Il nostro cervello ne ha bisogno per funzionare in maniera ottimale. Sono tanti gli aspetti del self-care che influenzano la nostra capacità di regolazione emotiva". 

8. Il valore delle relazioni sociali

Anche le amicizie influiscono sul nostro benessere. "Non isolarsi, imparare ad esserci per gli altri, circondarsi di persone a cui si vuole bene e che ci vogliono bene: l’importanza delle amicizie a lungo termine è incalcolabile. Le relazioni non sono solo quelle sentimentali ma anche quelle amicali, gli amici sono dei grandi amori platonici che vanno valorizzati. E poi non dobbiamo stringere relazioni soltanto con persone uguali a noi: usciamo dalla solita cerchia, cerchiamo altri stimoli, esponiamoci sempre anche a punti di vista e opinioni diverse dalle nostre". 

9. Non aver paura di chiedere aiuto

L'invito è ancora una volta quello di superare lo stigma. "Se abbiamo un problema di salute fisica, chiediamo aiuto al dottore, se vogliamo mangiare in modo più sano e adatto a noi, ci affidiamo a un nutrizionista. Liberiamoci allora dai pregiudizi: se abbiamo un problema legato al nostro benessere mentale rivolgiamoci a un esperto. Chiedere un aiuto professionale per prendersi cura della propria salute mentale non è affatto un segno di debolezza, anzi è una dimostrazione di forza".

10. Non sei solo

Nel 2019 l’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane descriveva il disagio mentale come “sempre più incombente in Italia, specie nel Centro Sud”. La pandemia non ha fatto altro che peggiorare la situazione e si stima che 1 persona su 4, prima o poi, avrà un problema di salute mentale. "Se in questo momento soffri di un problema di salute mentale, sappi che non sei solo. Se, invece, non ne soffri, ricordati che nella tua cerchia di familiari, amici e colleghi qualcuno potrebbe. E per favore, sii sempre gentile". 

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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