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Come far durare a lungo una relazione, la psicologa: “Il rapporto non deve essere rifugio, ma scelta consapevole”

Parlare nel 2025 di relazioni sane e durature sembra davvero impossibile, eppure c’è chi ci riesce. Ma quali sono i segreti per avere un rapporto stabile e positivo? Lo abbiamo chiesto a una psicologa che tra indipendenza, intimità e famiglie invadenti, ci ha raccontato quali possono essere gli ostacoli per una relazione felice.
Intervista a Dott.ssa Chiara Simonelli
Psicoterapeuta e sessuologa alla Fondazione Sapienza di Roma.
A cura di Elisa Capitani
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In un tempo in cui le relazioni sembrano fragili, temporanee e sempre più spesso segnate da dipendenza o conflitti, parlare di una storia d’amore che dura ed è sana può sembrare un’utopia. Eppure, non è solo una questione di tempo, ma di qualità, maturità e libertà reciproca. La durata di un rapporto è uno degli elementi che può contraddistinguere una relazione felice, ma non è la variabile che ne garantisce la qualità. Ne abbiamo parlato con la Dott.ssa Chiara Simonelli, psicoterapeuta e sessuologa alla Fondazione Sapienza di Roma, che ci ha spiegato che dietro a un legame duraturo c’è molto più della semplice perseveranza, c’è la capacità di costruire, nel tempo, un equilibrio tra indipendenza, intimità e rispetto.

La durata non basta, serve qualità

Nell’immaginario collettivo, pensiamo alle relazioni dei nostri nonni, una relazione lunga è sinonimo di successo. Ma spesso, osserva Simonelli, non è così: "Conosco moltissimi rapporti che sono durati fino alla morte, ma che erano tremendi, conflittuali, pieni di urla e lanci di piatti". La durata, dunque, non è di per sé un indicatore di felicità. Oggi, in una società in cui i modelli relazionali sono cambiati, tra monogamie e poliamori, seconde unioni e famiglie ricomposte, è importante ridefinire cosa significhi davvero stare insieme. Esistono partner che si amano profondamente pur scegliendo percorsi considerati atipici da chi è più chiuso mentalmente, e altri che restano uniti per abitudine o paura della solitudine. "Ci sono famiglie tradizionali che, dietro la facciata, nascondono una nevrosi costante. L’apparenza non basta: ogni rapporto è un mondo a sé, con dinamiche uniche e un suo equilibrio". In altre parole, un legame autentico non si misura in anni, ma nella capacità di crescere insieme, affrontando i conflitti in modo costruttivo e senza idealizzare la stabilità a tutti i costi.

Autonomia, leggerezza e intimità, le parole chiave di un amore adulto

Se c’è un filo rosso che unisce le storie felici e durature, è quello dell’autonomia. "Sarebbe bene che le persone fossero entrambe indipendenti, ben strutturate e capaci di fare scelte realistiche e mature", sottolinea Simonelli. Questo vuol dire che la relazione non deve essere un rifugio, ma una scelta consapevole tra due individui completi. Accanto all’indipendenza, la leggerezza è un ingrediente fondamentale: saper ridere di sé e dell’altro, avere autoironia, smorzare la tensione delle piccole incomprensioni quotidiane: "La capacità di sdrammatizzare crea complicità e rende più solido il legame". Un altro aspetto essenziale è l’intimità, non solo fisica ma anche emotiva: la capacità di condividere gesti, attenzioni e momenti di connessione sincera, spiega l'esperta: "Il piacere del corpo dell’altro, una carezza, un bacio, il cucinare insieme anche un noioso minestrone ma ridendo. Sono gesti semplici, ma fondamentali per mantenere viva la tenerezza". Allo stesso modo, è importante conservare uno spazio personale e una certa dose di mistero. "Non è vero che in una coppia che funziona ci si dice tutto. Mantenere un po’ di privacy e curiosità reciproca è vitale, perché tiene viva la scoperta e impedisce di cadere nella fusione totale, che alla lunga soffoca". Equilibrio, quindi, significa alternare vicinanza e distanza, condivisione e autonomia, leggerezza e intimità, il segreto di un amore adulto e sano.

Confini, famiglie e soldi, quali sono gli ostacoli di ogni relazione

Oltre alle dinamiche interne, un rapporto è spesso messo alla prova da fattori esterni: famiglie d’origine, gestione del tempo e denaro, abitudini che diventano routine. "Quando le persone di una relazione si scelgono, ognuna si porta dietro la propria famiglia, e quella famiglia, a sua volta, vede l’altro come un estraneo. Se non si mettono confini chiari, si rischiano conflitti continui". L'esperta è tranchante in questo senso: "Non ci si sposa con tutta la famiglia. Le invadenze dei genitori o dei suoceri sono antierotiche e spesso squalificanti. Lasciare le chiavi di casa alla suocera ‘per dare una mano’ può sembrare pratico, ma è deleterio nel lungo periodo". Avere una nuova famiglia, infatti, richiede che la relazione impari a dire dei piccoli no, anche a costo di deludere le aspettative dei genitori: serve delicatezza, ma anche fermezza. Tra le aree più delicate rientra sicuramente anche il discorso soldi. "I soldi veicolano conflittualità bestiali. Se una persona dipende economicamente dall’altra, il denaro diventa un mezzo di controllo. L’autonomia economica, invece, garantisce sincerità: sto con te perché ti scelgo, non perché mi mantieni". Infine, coltivare il rapporto significa anche condividere attività che piacciono a entrambi, ma lasciarsi e lasciare libertà di fare altro da soli. Come spiega Simonelli, una relazione è come una pianta: va nutrita, curata, ma bisogna farlo senza soffocarla. Ogni giorno, con piccoli gesti, attenzione e rispetto reciproco.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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