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Che cosa è la cogenitorialità: i pro e i contro di scegliere un partner per un figlio tramite app

Esistono app per tutto: anche per trovare un partner con cui fare un figlio senza avere una relazione sentimentale. Ne abbiamo parlato con la sessuologa Maria Claudia Biscione.
Intervista a Dott.ssa Maria Claudia Biscione
Psicoterapeuta e sessuologa
A cura di Francesca Parlato
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famiglia app figli

Siamo davvero pronti ad accettare l'idea di avere un figlio con un partner trovato ad hoc attraverso un'app sullo smartphone? Siamo così liberi da spogliarci da pregiudizi e reticenze circa la possibilità che un bambino non sia necessariamente frutto di un amore romantico? Possiamo fare affidamento sull'algoritmo anche quando si tratta di maternità e paternità? Secondo i diecimila che in Spagna hanno scaricato le app Copaping e Family4everyone assolutamente sì. Negli ultimi giorni si è tanto parlato infatti di queste due app dedicate a chi vuole avere un figlio e vuole condividere la genitorialità senza una relazione sentimentale. Basta inserire i propri dati e un algoritmo farà il resto, l'importante però è ricordarsi di mettere nero su bianco le regole, responsabilità e obblighi, che ciascun genitore dovrà seguire. Quali sono i rischi e quali sono i nuovi tipi di relazioni lo abbiamo chiesto alla psicoterapeuta e sessuologa Maria Claudia Biscione: "In questi casi cambia il presupposto, si abbandona la dimensione romantica, non si lavora per costruire un nido d'amore, ma una ‘società' finalizzata al benessere e all'accudimento di un figlio. Si cerca un partner con cui si condividono valori e condizioni educative per poter crescere un bambino"

Le app per trovare un partner con cui fare un figlio

Se si costruisce bene il proprio profilo sull'app, l'algoritmo sarà in grado di combinare il match perfetto. "Più elementi e dettagli mettiamo per la creazione del nostro profilo, più accurata sarà la selezione che l'applicazione ci proporrà". Uno dei motivi più frequenti per cui spesso le coppie, soprattutto dopo una gravidanza, vanno in tilt riguarda proprio la difformità di obiettivi e di valori, di metodi educativi e mettere tutto nero su bianco, come proprio le app suggeriscono può essere utile a prevenire questo tipo di problemi. "Ricordiamoci che più dell'amore, quando si tratta di educare bene un figlio, vale la stima. Più stimo il mio partner, più è facile trovare un territorio comune per l'educazione di un bambino. L'amore non basta per crescere una famiglia sana, perché può esaurirsi, e se le persone non si stimano e non hanno affinità è più probabile che i rapporti crollino". Si può fare un figlio rinunciando all'aspetto romantico, ma l'importante è che ci sia tutto il resto: "Dobbiamo uscire dalla bufala per cui la gente fa figli solo quando c'è una grande storia d'amore. – chiarisce Biscione – Ci sono miliardi di coppie che a un certo punto si separano e arrivano anche ad odiarsi. In questo caso i presupposti sono specificati a monte e anche i principi con cui educare un figlio. Diciamo che in questo caso è come partire da una separazione, dove la relazione affettiva è neutra". 

Addio coppia tradizionale: il partner per un figlio lo trovo con un'app

Se moltissime persone storcono il naso all'idea di app come Tinder, figuriamoci davanti a un'app che serve a trovare un partner per fare un figlio. "Dobbiamo spogliarci dal giudizio e fare un esercizio mentale moderno. Dobbiamo renderci conto che se nascono queste app è perché i modelli familiari non sono più gli stessi, stanno cambiando e non possiamo che prenderne atto". In questo caso non ci sarà un'affinità elettiva come quella che intendeva Goethe, ma un altro tipo di affinità non meno importante. "C'è la volontà di avere un figlio e di condividere quest'esperienza con un partner, di dare al bambino entrambe le figure genitoriali. A utilizzare queste app sono di solito persone mature, con livelli culturali alti, che sono molto focalizzate sulla voglia di avere un figlio. A differenza di chi sceglie di fare un figlio da sola, rivolgendosi alla banca del seme, c'è la volontà di mettere un partner nella crescita del figlio, con cui però è importante avvertire un certo feeling per quel che riguarda valori e principi educativi". 

I rischi della co-genitorialità

Chi sceglie di fare un figlio da sola non vuole intromissioni, pensa per sottrazione, magari non ha trovato un partner con cui condividere la vita, e non è interessata neanche a condividere la genitorialità, e allora si mette in moto per realizzare il proprio desiderio, sicura di non correre il rischio di intromissioni nell'educazione. "Nel caso di chi si affida alle app c'è invece la voglia di avere un'altra persona nella crescita di un figlio". Bisogna però essere pronti anche ad accettare i rischi. "Fare un figlio da soli abbatte i rischi di incorrere in disaccordi sugli aspetti educativi. Nel caso della cogenitorialità invece anche se si mette tutto nero su bianco, se tutto sembra progettato nei minimi dettagli, c'è sempre un fattore emotivo, un fattore di rischio di cui dobbiamo tenere conto. Un contratto non è una ricetta perfetta, ci stiamo comunque mettendo in relazione con una persona sconosciuta che abbiamo scelto per una comunione di intenti. Pensiamo a tutte le variabili che potrebbero emergere sia positive che negative. Una per tutte? Magari potrebbe non piacerci la famiglia del partner". E poi c'è un altro elemento da tenere in considerazione: come parlarne al figlio. "L'importante è dire la verità, scegliendo i modi e i tempi giusti. Bisogna spiegare al proprio figlio come nasce quest'esperienza e bisogna che i genitori trovino una narrazione adeguata con cui motivare la loro scelta".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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