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US Open 2025 di tennis

Venus Williams perde all’esordio degli US Open e si commuove: “È bello sentirmi più libera”

Venus Williams viene sconfitta nella prima partita agli US Open ma in conferenza stampa non trattiene le lacrime per l’emozione: “Tornare in campo significava darmi la possibilità di giocare in condizioni di salute migliori”
A cura di Ada Cotugno
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A 45 anni Venus Williams è tornata agli US Open ma il suo esordio è stato macchiato dalla sconfitta contro Karolina Muchova: la ceca ci ha messo poco più di due ore per superare la sua leggendaria rivale e arrivare al secondo turno del tabellone, ma gli occhi erano giustamente puntati sulla grande star che a luglio aveva fatto ritorno in campo dopo oltre 500 giorni d'assenza. Tra Washington, Cincinnati e US Open la statunitense è riuscita a giocare la quarta partita nel giro di un mese e alla fine della conferenza stampa non ha trattenuto la grande commozione per questo ritorno.

Il campo non le ha dato soddisfazione, ma l'amore del pubblico resta incondizionato e anche la passione per lo sport che l'ha resa grande. Qualche lacrima è scivolata sulla guancia della campionessa mentre parlava del significato del suo ritorno in scena, avvenuto sotto gli occhi attenti di Maria Sharapova che era sugli spalti per fare il tifo. Non parteciperà a molti tornei nei prossimi mesi, ma Williams si commuove pensando a tutto ciò che ha fatto per sé stessa rimettendosi in gioco.

Williams non trattiene l'emozione dopo la sconfitta

Gli Stati Uniti l'hanno vista crescere fino a diventare una leggenda del tennis e continuano ad ammirarla adesso, quando a 45 anni ricerca ancora quei colpi eleganti e letali che l'hanno portata a diventare una delle tenniste migliori al mondo. Purtroppo la corsa di Venus Williams agli US Open si ferma all'esordio al primo turno con la sconfitta contro Karolina Muchova, ma non è la vittoria l'obiettivo finale della campionessa che scendendo in campo ha dimostrato tanto a sé stessa: "Per me tornare in campo significava darmi la possibilità di giocare in condizioni di salute migliori. Quando giochi senza star bene, ti condiziona anche mentalmente, non solo fisicamente. Resti bloccata anche nella testa. Quindi è stato bello sentirmi più libera". Mentre finisce la frase una lacrima le bagna il viso e alla fine della conferenza stampa si alza con gli occhi lucidi.

È stato un momento liberatorio per la statunitense che in realtà non ha grandi programmi in vista dei tornei futuri: "Non so se a questo punto della mia carriera voglio viaggiare così lontano per giocare. Amo competere, il livello del mio gioco è salito molto da Washington. Ho cercato in tutti i modi di scrollarmi di dosso la ruggine, ma alla fine in tre o quattro partite si può fare solo fino a un certo punto".

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