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Un avversario di Sinner svela a che punto arriva la sudditanza: si sghignazza in spogliatoio

Lo statunitense Alex Michelsen prova a far capire il livello di sudditanza degli altri giocatori verso i due dominatori del tennis mondiale, Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, raccontando cosa succede in spogliatoio in loro assenza: risate amare.
A cura di Paolo Fiorenza
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È molto facile descrivere l'attuale situazione del tennis mondiale: ci sono due mostri che si stanno prendendo tutto, dove tutto non è un'esagerata sintesi ma l'esatta fotografia del momento. Jannik Sinner e Carlos Alcaraz hanno vinto gli ultimi otto tornei del Grande Slam che si sono giocati, dividendoseli equamente (l'altoatesino ha trionfato l'anno scorso all'Australian Open e allo US Open, replicando quest'anno a Melbourne e facendo poi la storia a Wimbledon). Insomma, quando iniziano i tornei più importanti, quelli che scrivono la leggenda del tennis, tutti gli altri giocatori sanno già che – salvo combinazioni astrali improbabili – sarà uno di quei due a sollevare il trofeo. Lo statunitense Alex Michelsen spiega che in spogliatoio si ride esplicitamente quando qualcuno prova a dire che vincerà lui…

La sudditanza degli altri tennisti verso Sinner e Alcaraz: in spogliatoio si può solo ridere

Quando qualcuno mostra una superiorità tale, e lo fa per un periodo così lungo, è inevitabile che negli avversari subentri una sudditanza psicologica in aggiunta a quella tecnica. Contro Sinner e Alcaraz si parte già battuti e non è un caso che il campione azzurro perda solo quando non è al meglio fisicamente oppure per mano dello stesso spagnolo, che lo ha appena superato in vetta al ranking ATP (a parte queste due casistiche, quest'anno il solo Bublik lo ha superato sull'erba di Halle prima di Wimbledon).

Alex Michelsen stringe la mano a Jannik Sinner dopo averci perso allo US Open 2024
Alex Michelsen stringe la mano a Jannik Sinner dopo averci perso allo US Open 2024

"Non c'è niente che noi poveri ragazzi possiamo fare al momento contro quei due – ammette il 21enne Michelsen, numero 34 al mondo, al podcast ‘Nothing Major' – Quando qualcuno in spogliatoio dice ‘sì, posso vincere lo US Open', tutti scoppiano semplicemente a ridere. Penso che nessuno ci creda più. Tranne Djokovic, forse. Ma non sta ringiovanendo…".

Il dominio schiacciante dei Big Two del tennis contemporaneo è reso evidente anche dalla semplice constatazione dell'attuale classifica mondiale: dietro Alcaraz e Sinner – che negli ultimi tornei stagionali si giocheranno il numero uno a fine anno, con lo spagnolo che difficilmente lo perderà, visto che deve difendere molti meno punti rispetto a Jannik che lo scorso anno ha vinto le ATP Finals, oltre a Shanghai dove si è appena ritiratoc'è letteralmente un abisso. Per trovare Zverev, che è terzo, bisogna scendere ben 4000 punti sotto la seconda posizione dell'altoatesino. Per adesso, agli altri davvero non resta che ridere. Amaramente.

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