Sinner disarmato dopo la sconfitta con Alcaraz agli US Open: “Più di così oggi non potevo fare”

Jannik Sinner lo dice chiaramente al termine della finale degli Us Open persa contro Alcaraz: "Carlos ha giocato meglio di me oggi. Sei stato il migliore, goditela. Io… io ho fatto il meglio, più di così non potevo". In 2 ore e 41 minuti lo spagnolo gli ha portato via tutto, oltre al titolo e anche il podio di numero uno al mondo sul quale era da 65 settimane. L'andamento del match è tutto descritto dal punteggio e dai numeri a corredo: l'alto-atesino lascia andare il primo set 6-2, vince il secondo 6-3, cede di schianto nel terzo 6-1, si tiene a galla a stento nel quarto che va alla malora 6-4 assieme a tutto il resto.
Sinner lo dice chiaramente: "Non potevo fare di più oggi"
La stagione è finita, Jannik dà l'impressione di essere giunto alla conclusione in riserva. Si volta verso il suo angolo e parte coi saluti: "Alla mia squadra dico grazie per il sostegno e per avermi capito. Sappiamo tutti quanta dedizione mettiamo per essere qui. È stata una stagione incredibile. Abbiamo giocato tanti palcoscenici importanti e grandi partite durante l’anno. Sono molto felice di condividere questo momento con voi, con la mia famiglia che è a casa, con tutte le persone che amo, i miei amici". Infine l'ammissione: "Ho dato il massimo oggi, non potevo fare di più".

Jannik fuori giri, Alcaraz le prende tutte e non sbaglia
A un certo punto del match perso con Carlos Alcaraz, il gesto di Jannik Sinner è stato un segnale chiarissimo del vento che tirava sul cemento degli US Open: sbatte la racchetta per terra, impreca e sbuffa. La faccia da poker non c’è, in viso ha stampata l’espressione del giocatore che si lascia prendere dall’ansia della mano e della carta che non arriva. È fuori giri.
Mentre dall’altra parte c’è lo spagnolo che sforna sequenze fenomenali e sbaglia quasi nulla. L'iberico vede tutto, capisce tutto. E martella. Dritto, perfetto. Palla corta millimetrica, pallonetto e passante. Accelerazioni devastanti, turni di battuta senza sbavature. Smorzate che vanno dentro e basta. E poi la differenza di condizione fisica pure è stata palese: tonico e padrone di sé il murciano, stranamente bloccato a fondo campo e un po’ timido nel fare qualche passetto in avanti, Jannik.
Alcaraz si prende gli US Open e chiude l'era di Sinner: ora il numero 1 è lui
Sinner si aggrappa alle sue certezze ma non basta, il suo stato è tutto racchiuso in quel cenno fatto con indice e pollice perché a lui certe cose non riescono e le palle vanno fuori di un tanto così. E sono fuori misura come tutta la sua partita a cui non dà mai una svolta né la sensazione di poterla raddrizzare. Ha sussulti di orgoglio, fa vedere di che pasta è fatto ma l'impressione vera che dà è di farcela appena appena a tenere la testa fuori dall'acqua. Non domina, subisce. Non trova mai veramente il bandolo della matassa. Si arrangia come può, solo che dall'altra parte c'è un avversario che non ti concedere respiro né errori.
Sinner ne fa anche troppi, accumulando perfino 4 doppi falli al servizio con Alcaraz che piazza ace (una decina) con scioltezza, soffia break sulla punta delle dita. Si prende gli US Open e chiude l'era dell'alto-atesino, adesso lo scettro di migliore al mondo è suo.