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Perché Sinner perde così spesso con Alcaraz: Carlitos svela cosa gli capita sempre contro Jannik

Carlos Alcaraz a Roma contro Sinner ha confermato il trend degli scontri diretti. Perché Jannik va in difficoltà quando gioca con lo spagnolo?
A cura di Marco Beltrami
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Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Una rivalità entusiasmante destinata ad appassionare i tifosi ancora a lungo. L'ultimo atto, andato in scena ieri a Roma, ha confermato il trend degli scontri diretti che vedono in vantaggio lo spagnolo. Ad oggi, infatti, il bilancio degli 11 confronti tra i due nei match ATP è di 7 vittorie per Alcaraz a fronte di 4 sconfitte (due su cemento, una su terra e una su erba). Perché quest'ultimo risulta così indigesto al numero uno del mondo?

Alcaraz dominante a Roma, dove ha vinto la finale contro Sinner

Partiamo dalla fine, e dunque dall'ultimo confronto sulla terra rossa di Roma. Sinner l'ha considerata la "finale dei sogni", un banco di prova in vista del Roland Garros e inevitabilmente anche di Wimbledon, al netto del cambio di superficie. La sua curiosità principale riguardava in primis la sua tenuta mentale e fisica, contro un avversario così ostico e il rientro dopo i 3 mesi senza attività agonistica. Il suo piano di gioco era chiaro, a specchio con quello di Carlitos: cercare di essere aggressivo e prendere subito il pallino della manovra anche di rovescio. Per questo negli ultimi allenamenti Jannik ha lavorato molto su questo fondamentale, cercando di adattarsi alle rotazioni alte del murciano.

Le partite però sono un'altra storia, ed ecco che il numero uno al mondo si è trovato di fronte un giocatore che ha sfoderato una delle migliori prestazioni della carriera, soprattutto per continuità. Il primo set è quello che ha fatto la differenza, con i due che hanno giocato praticamente alla pari. Questo fino ai set point annullati, che hanno avuto un impatto diametralmente opposto sui protagonisti. Se Alcaraz è salito in cattedra, variando maggiormente il gioco (aspetto nelle sue corde), Sinner ha iniziato a perdere colpi pagando dazio alle ruggini legate all'inattività. Se per lui è venuto meno il killer instinct, per l'altro tutto è stato un crescendo. Non si sono visti i black-out che avevano preoccupato tutto il suo team negli ultimi mesi, in un secondo parziale in cui ha dato anche spettacolo.

Perché Alcaraz rende al massimo contro Sinner

E questo ci consente di estendere il discorso anche al passato, a quanto giovi ad Alcaraz la presenza di Sinner nel circuito. Non è un caso che lo spagnolo non sia riuscito ad esprimersi al meglio durante gli ormai famigerati tre mesi, accusando la pressione legata all'assenza della sua nemesi sportiva. In tal senso le parole pronunciate dopo la vittoria di Roma sono emblematiche: "È uno dei migliori giocatori al mondo. Non importa che sia stato fuori dal circuito per tre mesi. Ogni torneo che gioca, lo gioca alla grande. I numeri parlano chiaro: vince quasi tutte le partite che gioca. Per questo sono ancora più concentrato quando gioco contro di lui. Se non gioco al mio massimo, al 100%, è impossibile batterlo. Provo una sensazione un po’ diversa quando sto per affrontarlo rispetto ad altri giocatori. Ha quell’aura. Quando lo vedi dall’altra parte della rete, è una cosa diversa".

Le differenze tra Sinner e Alcaraz

Ma perché Sinner non sta riuscendo a vincere con Alcaraz? Innanzitutto bisogna specificare che la differenza tra i due si sente maggiormente su alcune superfici rispetto ad altre. Lo spagnolo riesce a sfruttare meglio le sue caratteristiche su terra battuta e anche su erba, mentre Jannik al top (quindi possiamo fare riferimento a quello pre-sospensione) si esprime meglio sul cemento. La ragione? Carlos ha un repertorio più vario (più a suo agio sui drop shot, sulle discese a rete e sulle variazioni al servizio, nonostante Sinner comunque abbia ridotto e non poco il gap, lavorandoci) che gli consente di utilizzare maggiori soluzioni rispetto al gioco più lineare e senza dubbio potente di Jannik che a sua volta gli permette di rendere maggiormente su campi veloci, dove diventa più incisivo. Un esempio in tal senso è offerto dal confronto "non ufficiale" del Six Kings Slam. È stato d'altronde lo stesso Sinner a riconoscere la migliore attitudine di Alcaraz sulla terra rossa.

Anche a livello fisico, Alcaraz ha qualcosina in più, nonostante la crescita dell'azzurro anche da questo punto di vista. La dimostrazione è nel fatto che sulle gare su 5 set, negli Slam, è stato sempre lui ad avere la meglio con una gestione migliore dei momenti decisivi. Parafrasando la celebre metafora ciclistica di Paolo Bertolucci: Alcaraz dunque si è sempre rivelato un giocatore da Classica, mentre Sinner più da gare a tappe.

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Gli scenari della rivalità tra Sinner e Alcaraz

In questo scenario la sensazione è che comunque Jannik possa avere tutte le carte in regola per affermarsi nei confronti diretti con il suo rivale numero uno, anche alla luce di una crescita esponenziale culminata nella vittoria degli Australian Open 2025. Purtroppo per lui poi è arrivato un fisiologico passo indietro legato alla pausa, che ha riportato lo status delle cose al pre-2024, con un Alcaraz più centrato e sul pezzo e uno Jannik più "sofferente". Alla fine però il numero uno al mondo sa come poter recuperare il gap: tutto si può sintetizzare con una parola, ovvero "lavoro". D'altronde, non dimentichiamoci che a Roma, Sinner ha avuto due occasioni per conquistare il primo set, e forse se si fossero concretizzate la musica sarebbe cambiata…

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