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Perché i tennisti scelgono le palline prima di ogni servizio e come capiscono quali scartare

Perché i tennisti scelgono bene quali palline utilizzare prima di battere? Tutto è legato alla possibilità di sfruttare un servizio più potente e preciso.
A cura di Marco Beltrami
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Prima di ogni turno di battuta i tennisti scelgono quali palline utilizzare per il servizio. Un gesto che i campioni ripetono costantemente e che è un'abitudine per i professionisti. Jannik Sinner e gli altri big dopo aver ricevuto le palline dai raccattapalle, selezionano la migliore scartando le altre. Dietro questa scelta c'è un piano preciso, ovvero quello di sfruttare le palline meno consumate per avere poi una battuta più efficace.

Una scena cui assistiamo sempre, con i giocatori che prima di battere si prendono qualche secondo per muovere le palline tra le mani soppesandole quasi al tatto. Così facendo Jannik e i suoi colleghi sondano le condizioni delle 6 palline che nei tornei ATP durano 9 games (7 ad inizio partita) prima di essere sostituite. In particolare valutano l'usura delle stesse, scegliendo dunque quella più dura e con maggiore pelo.

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Non bisogna dimenticare che proprio quella peluria esterna garantisce maggiore controllo al momento del contatto con il piatto corde, con la possibilità anche di dare effetto. Ecco allora che con la scelta, i giocatori provano a garantirsi la palla che può essere nelle migliori condizioni per il proprio tornaconto. Infatti si può ottenere così un servizio più potente e liftato. Ovviamente parliamo di situazioni di differenza minima, ma che comunque a questi livelli potrebbe rivelarsi un fattore. Soprattutto nel tennis moderno con la fisicità a farla da padrone.

I raccattapalle hanno il loro bel lavoro da fare e velocemente, per passare le palline ai giocatori. Questi ultimi quasi mai infatti per esempio usano la stessa pallina per la prima e la seconda, a meno che non ci sia magari un motivo scaramantico. Fatto sta che questo gesto di scegliere le palline è diventato ormai una normale routine durante i match. Ormai tutti i protagonisti della racchetta lo fanno quasi in automatico, come se fosse un tic, alla fine però tutto fa brodo e anche questi dettagli possono fare la differenza, soprattutto magari sulle superfici veloci.

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