Nishioka ha una crisi isterica dopo la sconfitta, inveisce contro l’avversario: il finale è inaspettato

Il povero Yoshihito Nishioka si è lasciato andare a una vera e propria crisi isterica in quel di Seoul. Il giapponese, dopo aver perso il match degli ottavi di finale del Challenger coreano, ha iniziato a inveire contro il suo avversario Ferreira Silva e contro il giudice di sedia. Uno show, quello del tennista nipponico ed ex numero 24 al mondo, incredulo di fronte a una chiamata che di fatto gli è costata il match. Per diversi minuti Nishioka è rimasto in campo da solo, senza darsi pace.
Perché Nishioka ha perso la testa contro Ferreira Silva
Partita durissima quella contro il numero 254 al mondo, conclusasi solo al tie-break del terzo set. Nishioka, che partiva con i favori del pronostico, ha lottato come un leone dopo aver perso il primo parziale addirittura 6-0. Quando l’avversario ha avuto il match point a disposizione, ecco il corto circuito: l’arbitro ha chiamato una palla colpita dal giapponese fuori, sancendo così la fine del match. Mentre Ferreira Silva ha iniziato giustamente a festeggiare, Nishioka è impazzito.
Yoshihito ha iniziato a urlare, lanciando anche il cappellino verso l’altra parte del campo. Parole offensive nei confronti dell’arbitro per quella che, a suo dire, è stata una svista, con Nishioka che poi se l’è presa anche con l’avversario chiedendogli fair play: “Lo sai che è dentro, lo sai!”. Niente da fare, con la sua frustrazione esplosa a più riprese: prima si è accasciato vicino alla rete, poi ha iniziato a camminare cercando qualcuno o qualcosa che potesse aiutarlo. Solo dopo diversi minuti, e senza salutare nessuno, il giapponese si è avvicinato alla sua panchina continuando a borbottare.
Finale inaspettato con il bel gesto di Ferreira Silva
A quel punto il portoghese, con grande correttezza, gli si è avvicinato per provare a tranquillizzarlo. Il lusitano ha dato la mano a Nishioka, che ha ricambiato pur continuando a lamentarsi. Alla fine, però, il vincitore è riuscito a calmare il giapponese, che ha accettato con maggiore serenità la sconfitta.
 
		 
  