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La fake news su Sinner “in lacrime di notte” durante gli US Open per le aspettative dell’Italia

Le presunte dichiarazioni attribuite a Vagnozzi sulle lacrime di Sinner dopo gli US Open non sono autentiche. Cosa è successo.
A cura di Marco Beltrami
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La sconfitta contro Carlos Alcaraz agli US Open, per quanto dolorosa, può rappresentare un'occasione per Sinner. Per sua stessa ammissione, Jannik è pronto ad apportare cambiamenti al suo gioco con l'obiettivo di diventare più imprevedibile. Non è insomma uno abituato a piangersi addosso il campione azzurro e proprio per questo, alcune presunte dichiarazioni di Simone Vagnozzi circolate nelle ultime ore, sono sembrate un po' "strane".

Le presunte parole di Vagnozzi su Sinner

In queste parole attribuite al coach dell'attuale numero due del mondo, si legge tutto il peso della responsabilità del giocatore quando scende in campo. Un riferimento ai presunti avversari "invisibili" che deve sempre affrontare il giocatore, crollato poi ad esempio dopo la finale degli US Open: "Jannik non gioca solo contro l’avversario dall’altra parte della rete. Gioca contro le aspettative di un Paese intero. Tutti vedono la sconfitta, ma non vedono le notti in cui piangeva, i giorni in cui non riusciva nemmeno ad alzare il braccio per la stanchezza".

La fake news fa il giro del web e dei social

Un intervento molto forte e "insolito", visto che sia Sinner e sia le persone che gli sono vicine sono molto riservate in merito a quello che avviene negli spogliatoi. Ma cosa c'è di vero in queste presunte parole di Simone Vagnozzi che hanno fatto il giro del web, rilanciate qua e là, finendo anche su quotidiani e siti autorevoli? In realtà si tratta di una vera e propria fake news, con l'allenatore che non ha rilasciato interviste dopo la finale degli US Open.

Ma allora qual è la fonte di questo intervento non veritiero? A quanto pare le stesse proverrebbero da una pagina Facebook che spesso e volentieri crea ad arte contenuti fake, con dichiarazioni false anche dello stesso Sinner. Da lì sarebbe poi partito il tam tam mediatico, che ha coinvolto il coach e indirettamente anche il giocatore. Quest'ultimo tra l'altro anche dopo la finale aveva dimostrato di aver metabolizzato il risultato con intelligenza e senza drammi, acquisendo un'immediata consapevolezza degli step per il miglioramento. Nessun dramma dunque, ma solo lavoro duro.

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