Jarry racconta: “Sfidare un francese al Roland Garros è disgustoso. Peggiore esperienza in vita mia”

Il pubblico del Roland Garros è davvero così molesto come raccontato da alcuni giocatori? Sì, in base a testimonianze dirette, ma l'atteggiamento ostile è rivolto solo verso gli avversari dei francesi che non si limitano a caldeggiare le prestazioni dei connazionali. Agli scrosci di applausi e agli "ohhh" di meraviglia, che sono comprensibili al termine di uno scambio, si aggiungono atteggiamenti al limite della cattiva educazione. Fischi, rumorini tra un servizio e l'altro fatti con lo scopo di disturbare la concentrazione, parole fuori posto e perfino il lancio di gomme da masticare fanno parte del corredo accessorio di sostegno e pressione con cui fare i conti. E anche per questa ragione che consumare bevande alcoliche sulle tribune è vietato: in una situazione già complesso, freni inibitori allentati potrebbero avere un effetto devastante. Sa bene cosa aspettarsi anche Jannik Sinner a cui la sorte ha affidato in tabellone il match contro Richard Gasquet.
Come reagiscono i giocatori che subiscono quel clima? C'è chi come Jakub Mensik si arma di ironia e combatte quell'avversione sfacciata prendendo esempio da uno dei big del tennis: dopo aver martellato (ed eliminato) Alexandre Müller davanti a una folla chiassosa ha mimato lo stesso gesto fatto più volte in passato da Novak Djokovic. S'è trasformato in "direttore d'orchestra" agitando il dito come fosse una bacchetta e scimmiottando così gli umori del pubblico in segno di sfida. Schiamazzi durante il riscaldamento, altri a partita in corso e altri ancora scanditi da buuu di disapprovazione quando, dopo aver servito un ace, si avvicinava alla ruga per controllare l'impronta lasciata dalla palla: nonostante tutto ce l'ha fatta a vincere e ha consumato la sua vendetta.
Il cileno Nicolas Jarry ha usato toni molto più forti per descrivere quel contesto: "È stato disgustoso, la peggiore esperienza della mia vita", la frase utilizzata per raccontare cosa gli è accaduto nella scorsa edizione del torneo transalpino quando affrontò Corentin Moutet sul Court Simonne-Mathieu. L'allenatore del francese stimolò la passione del pubblico chiedendo di rendere la "vita un inferno" al sudamericano ma secondo Jarry la colpa vera fu proprio del suo avversario che fece di tutto per aizzare gli spettatori. E quando venne colpito (accidentalmente) da un raccattapalle ebbe la sensazione di trovarsi in un incubo.
Cosa significhi disputare incontri in un ambiente molto caldo come quello del Roland Garros lo ha più volte descritto Novak Djokovic. "È una battaglia là fuori, sai. A volte, non è solo una battaglia con il giocatore. È vero che qui in Francia e a Parigi, rispetto ad altri Slam, la gente è più rumorosa e appassionata e dà più supporto, più entusiasmo, più energia al proprio giocatore, il che per alcuni può essere fastidioso. Non è il tipo di ambiente ideale in cui si desidera giocare, ma bisogna essere pronti".