Jannik Sinner racconta la vita da celebrità in Cina: “Qui è diverso. Ricevo un sacco di regali”

Il campo da tennis è sempre stato considerato "l'isola felice" da Jannik Sinner. Quelli dei tornei in Cina però sembrano avere qualcosa in più, a giudicare da quanto affermato dal tennista italiano dopo il suo ultimo successo contro Marozsan, che gli ha permesso di raggiungere la semifinale a Pechino. Un'atmosfera magica, con il numero due del mondo stregato dall'affetto dei tifosi che non perdono occasione per manifestargli la loro vicinanza.
Sinner e le parole per il pubblico cinese dopo la vittoria contro Marozsan
Nella conferenza stampa per commentare il successo nei quarti di finale, Sinner ha manifestato tutto il suo apprezzamento: "Il calore del pubblico cinese? È fantastico. È un tipo di supporto diverso che apprezzo molto". Per far sentire al giocatore la loro vicinanza, i tifosi locali lo riempiono di regali: "Ricevo un sacco di regali, è bello essere qui. Sento che è cresciuto molto negli ultimi due anni. Quando sono arrivato, la gente mi conosceva già, il che è stato fantastico. Ho sempre ricevuto un grande supporto qui e a Shanghai".
L'atmosfera di Pechino e di Shanghai per Jannik
D'altronde le immagini della sua tournée in Cina parlano chiaro: sin dal suo arrivo, Jannik è stato riempito di affetto e attenzioni dal popolo cinese. Una situazione a suo dire figlia anche della popolarità del tennis in costante crescita: "È sicuramente un cambiamento che mi piace, perché si vedono così tante cose diverse. È fantastico essere qui. Sì, sento che, come dico sempre, questo sport è cresciuto molto qui. Anche perché, sia nella categoria maschile che in quella femminile, ci sono così tanti grandi giocatori cinesi che stanno appassionando i tifosi al tennis. Ovviamente lo si vede ogni anno. Quest'anno c'è molta più gente rispetto all'anno scorso. Penso che questo dovrebbe essere l'obiettivo comune".
Insomma, Sinner, molto soddisfatto per il successo su Marozsan e consapevole delle difficoltà che gli riserverà la sfida contro De Minaur (nonostante lo score di 10 a 0 nei precedenti), in Cina si è ambientato benissimo. Questo anche perché il jet lag non si è rivelato troppo pesante da sostenere: "Sento che ogni volta è un po' diverso. Dipende molto dall'ora in cui si atterra. Per me è piuttosto difficile atterrare al mattino, perché potresti dormire tutto il pomeriggio e poi trovare molto difficile il ritmo. Ma allo stesso tempo, alcune condizioni sono più adatte a te e altre no. Ci vuole un po' più di tempo per adattarsi. Si adatta il programma di allenamento, ma anche la quantità dello stesso. Questa volta è andata bene ma può cambiare molto. Dico sempre che dopo quattro giorni dovresti sentirti abbastanza bene sul campo". Insomma, finora tutto bene, in campo e fuori.