Djokovic oltre la soglia della sofferenza: a Shanghai va in scena il martirio fisico di un 38enne

L'usura fisica di Novak Djokovic, che l'altro giorno aveva ammesso che "in questo momento c'è sempre qualcosa che succede al mio corpo in ogni partita", unita alle condizioni insostenibili di caldo umido in cui si sta giocando il torneo di Shanghai, ha avuto come conseguenza lo spettacolo di immensa resilienza, ma anche di martirio fisico, offerto anche oggi dal 38enne campione serbo, che non aveva la minima intenzione di gettare la spugna nella semifinale dell'ATP 1000 cinese che ha giocato e infine perso contro il monegasco Valentin Vacherot, grande sorpresa del torneo.
Djokovic a 38 anni spinge i propri limiti oltre la sofferenza fisica
Djokovic sta mostrando a tutti fino a che punto può arrivare la capacità di scavare dentro se stessi alla ricerca disperata di risorse, anche quando il proprio corpo urla con ogni sua più piccola parte che non ce la fa più. Non è incoscienza, perché nessuno come lui conosce bene i propri limiti e già in passato Nole ha fatto vedere che prima di uscire battuto anche in condizioni menomate bisogna abbatterlo. E tuttavia il tassametro della sua età continua a correre inesorabile e ogni giorno che passa diventa più duro rimontare il corso della natura.
Le sofferenze di Djokovic contro Vacherot sono iniziate già nel settimo game del primo set, dopo il quale – sul 4-3 per il suo avversario – ha chiesto una prima volta l'intervento del fisioterapista, che lo ha massaggiato a terra, nella zona del gluteo. Tornato in campo, il serbo – attuale numero 5 al mondo – ha perso subito il servizio, poi il monegasco ha tenuto a zero la sua battuta aggiudicandosi 6-3 il primo set.
Il serbo perde il primo set con Vacherot, ma non molla nonostante i problemi fisici
Sembrava il preludio a un possibile ritiro di Djokovic, apparso talora esausto e talora sofferente dopo i vari scambi, e invece il campione di Belgrado non ha mollato ed è ripartito nel secondo set dopo un altro massaggio, riuscendo a giocare punti come quello qui sotto, davvero irreale per la capacità di non morire sportivamente mai.
Era la palla break nel primo game, poi vinto da Nole, finito in ginocchio ma ancora vivo come i gatti. Poco dopo, in preda all'ennesimo conato di vomito di questi giorni, Djokovic ha immerso il volto in una bacinella a bordo campo, cercando poi di aggrapparsi a qualsiasi cosa per trovare energie in fondo al serbatoio della sua immensa classe.
Il monegasco alla fine esce vincitore dalla battaglia, è in finale nell'ATP 1000 di Shanghai
Djokovic ci è riuscito fino al 4-4, poi – pur lottando come un leone e spinto dal pubblico di Shanghai – ha perso il servizio, mandando Vacherot a servire per il match dopo il cambio di campo. La mano del 26enne monegasco, che sta giocando il torneo della vita, non ha tremato, e l'attuale numero 204 al mondo (che da lunedì sarà nei primi 100) ha chiuso 6-4, in un'ora e 40 totali, dopo aver annullato una palla break, ultimo sussulto di un commovente Nole.
Vacherot diventa così il tennista con la peggior classifica ad aver mai raggiunto la finale di un Masters 1000: affronterà il vincente dell'altra semifinale, tra suo cugino Rinderknech e Medvedev.