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Djokovic confessa: “Nessuno ha mai fatto per me quello che io ho fatto per Sinner tre anni fa”

Novak Djokovic dopo la sconfitta contro Sinner al Six Kings Slam ha parlato del suo passato e di quando diede dei consigli speciali al suo giovane rivale.
A cura di Marco Beltrami
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Novak Djokovic è stato maltrattato tennisticamente da Sinner al Six Kings Slam. Sesta sconfitta consecutiva per Nole contro uno straripante Jannik, mostratosi a suo agio e capace di imprimere forza alla pallina da ogni zona del campo, con un servizio finalmente letale. Il campione serbo, che ha confermato di rivedersi un po’ nel gioco dell’azzurro, ha preso con filosofia la sconfitta, come confermato anche dal siparietto in campo con il team avversario, consapevole della differenza anagrafica con Jan. D’altronde proprio lui ha avuto un ruolo importante nel miglioramento di Sinner, e non solo nelle vesti di avversario in campo. Come? Attraverso dei consigli mirati che Djokovic diede a Darren Cahill, uno dei coach del suo più giovane collega.

Djokovic e i consigli al giovane Sinner, nessuno lo ha mai fatto per lui

Ma Djokovic si è mai pentito di quelle dritte rivelatesi così fortunate? Il 38enne lo rifarebbe, anche perché per lui è una cosa naturale poter aiutare un ragazzo quando qualcuno lo richiede. Grande generosità dunque da parte di Novak, che tra l’altro non ha mai ricevuto lo stesso tipo di trattamento dai rivali quando era un giovane promettente. Il 24 volte vincitore Slam, dopo l’ultimo confronto perso in terra araba, ha dichiarato: “Consigli dei rivali più grandi? No, nessuno l’ha fatto per me. Solamente quando ero giovane e avevamo lo stesso allenatore lo ha fatto Ivan Ljubicic, che era il numero tre del mondo. In quel momento della mia carriera ero top 100 e avevo lo stesso allenatore suo, ovvero Riccardo Piatti. Altri no".

Perché Nole diede dei consigli al suo giovane rivale Sinner

Questo non ha impedito però a Djokovic di rendersi utile per la crescita di un potenziale rivale (all’epoca dei fatti, ovvero dopo Wimbledon 2022). Perché l’ha fatto? Novak ha spiegato tutto così, e gli fa sicuramente onore: “L’ho fatto perché è una cosa naturale, è logico per me. Se qualcuno mi chiede qualcosa, devo essere sincero. Ovviamente capisco che altri forse non vogliono condividere, però per me è un piacere”. E a giudicare dai risultati, le indicazioni di un campione del calibro di Djokovic si sono rivelate vincenti.

Cosa disse Djokovic a Sinner a Wimbledon 2022

Ma cosa disse in particolare Djokovic dopo quel match vinto al quinto set contro Sinner ai Championships? Cahill svelò tutto pochi mesi fa in un intervento nel podcast di Andy Roddick: "Mi disse: ‘Buona fortuna per il lavoro con lui. Sì, colpisce benissimo la palla, ma non c’è variazione. Pochi cambi di traiettoria, nessuna altezza sopra la rete, non viene a rete, non cerca di portarmi dentro al campo. So che risponde bene, ma non è aggressivo sulla risposta. Non attacca il mio servizio’. Mi ha passato in rassegna tutto il suo gioco, l’ha analizzato a fondo. Non è che ci abbia rivelato qualcosa che non sapessimo già, erano cose che stavamo cercando di cambiare".

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Parole che Sinner ascoltò con attenzione e riuscì a fare sue: "Quando ti siedi con un ragazzo come Jannik e gli dici: ‘Ho appena parlato con Novak e questo è ciò che pensa’, beh… lascia un segno forte su un giovane giocatore. E la risposta di Jannik è stata: ‘Va bene, dammi tutto. Cominciamo a cambiare’. Do grandi meriti a Simone Vagnozzi: ha affrontato tutto pezzo per pezzo. E insieme, Jannik ha accettato di apportare moltissimi cambiamenti al suo gioco". E a giudicare da quanto accaduto da allora fino a oggi, il campione italiano ha lavorato tanto su quegli aspetti, crescendo in modo esponenziale. Il percorso di miglioramento però non è finito qui, anzi continua: il primo obiettivo è quello di diventare sempre meno prevedibile.

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