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Come sta Jannik Sinner dopo il ritiro di Shanghai: riposo a Monte Carlo, poi farà test specifici

Nessun infortunio grave per Sinner: il ritiro è dovuto al caldo e all’umidità. Ora riposo a Monte-Carlo e test prima di Six Kings Slam, Vienna e Parigi.
A cura di Marco Beltrami
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Jannik Sinner ha bisogno di qualche giorno di riposo dopo il doloroso ritiro di Shanghai. Niente di grave per il numero due del mondo, messo ko dai crampi nel terzo set della sfida contro Griekspoor. Anche il campione azzurro ha pagato dazio alle dure condizioni ambientali in cui si sta disputando il Masters 1000. Un sospiro di sollievo, dunque, per Sinner che ora potrebbe sottoporsi ad alcuni test specifici per cercare di capire come prevenire il ripetersi di questo tipo di problemi fisici.

Come sta Sinner dopo il ritiro per crampi a Shanghai

Vedere Sinner così sofferente, quasi incapace di camminare, è stato un colpo duro per tutti. Fortunatamente, tutto può essere ricondotto — a quanto pare — solo a uno stress fisico culminato nei crampi e favorito dalle condizioni di gioco proibitive del torneo cinese, con caldo, umidità e smog a farla da padroni. Secondo quanto riportato da Supertennis, nessun allarme dunque per Jannik, che ha già lasciato Shanghai per tornare a casa a Monte-Carlo, dove si concederà qualche giorno di riposo. Un modo per ricaricare le energie in vista dei prossimi impegni.

I prossimi tornei di Sinner, il calendario

Il calendario di Sinner prevede infatti in primis il Six Kings Slam, torneo-esibizione in Arabia Saudita con premi faraonici, di cui è il campione in carica, in programma dal 15 ottobre. A seguire poi l’appuntamento a Vienna per l’ATP 500 e infine il Masters 1000 di Parigi. Prima, però, è possibile che si sottoponga ad alcuni esami per capire se si possa fare qualcosa per ridurre il rischio di ulteriori ritiri (sette complessivamente in carriera) legati a problemi fisici. Certo, sul forfait di Shanghai hanno inciso non poco l’umidità e l’atmosfera soffocante.

Basti pensare a tutti i tennisti che hanno avuto problemi durante le partite, Novak Djokovic compreso. Colpi di calore, sudorazione eccessiva e conseguenze inevitabili anche sulle prestazioni, e purtroppo sul rendimento, di un fisico già provato dal finale di una stagione molto intensa. Diversi giocatori hanno parlato di condizioni proibitive: Fucsovics e lo stesso Perricard hanno addirittura lanciato l’allarme dichiarando all’unisono che in campo si sono sentiti “morire”.

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