Come ha fatto Lois Boisson, semifinalista a Parigi, a farsi eliminare nelle qualificazioni di Wimbledon

Dalla semifinale del Roland Garros all'eliminazione nel primo turno delle qualificazioni per Wimbledon. Per Loïs Boisson, tutto è cambiato in meno di un mese. La nuova numero uno del tennis francese, che aveva stupito tutti in patria, è crollata all'esordio ufficiale sull'erba contro Carson Branstine. Visibilmente delusa la giocatrice transalpina, che nonostante il balzo in avanti in classifica post Roland Garros con il raggiungimento della 65ª posizione WTA, non è riuscita a guadagnarsi un posto nel tabellone principale.
Lois Boisson dalla semifinale del Roland Garros all'eliminazione nelle qualificazioni di Wimbledon
Questo perché al momento della registrazione a Wimbledon, aveva ancora il vecchio ranking che prevedeva per lei appunto l'ostacolo delle qualificazioni. Nonostante una richiesta di "invito" fondata sul suo exploit parigino, non c'è stato nulla da fare, con l'obbligo di passare dunque dai turni preliminari. E quella che era la testa di serie numero uno delle qualificazioni è finita ko in tre set, contro la numero 197 del ranking mondiale (6-2, 6-7 (1), 6-4).
Come ha fatto a perdere contro la 197 del mondo
L'impatto della 22enne francese con l'erba è stato traumatico: il primo set è scivolato via in 27 minuti, con una serie di errori non forzati e una seconda di servizio di basso livello. Nel secondo parziale le cose sono migliorate, con il successo al tie-break, preludio alla possibilità di un'inerzia tutta dalla sua parte. E invece ecco il mancato salto di qualità, con una sfilza di errori, soprattutto di dritto. Un brusco flop per una giocatrice che sembrava avere tutte le carte in regola per imporsi, e che invece è tornata a casa estremamente delusa, come confermato anche dal saluto glaciale con l'avversaria.
Una brutta giornata, dunque, per questa ragazza che, dopo i gravi infortuni, era ritornata a sorridere con l'exploit al Roland Garros. D'altronde, il suo preparatore atletico Sébastien Durand, di Annecy, a L'Équipe aveva spiegato così le difficoltà dell'approccio all'erba: "Dal punto di vista fisico, abbiamo a che fare con movimenti molto specifici a causa dell'erba. Si tratta di appoggi davvero diversi e di gruppi muscolari diversi che lavorano. Bisogna cambiare orientamento e abitudini; questo richiede tempo".