Chi vince tra Sinner e Alcaraz in finale agli US Open secondo ChatGPT: saranno 4 ore di battaglia

Prima la terra, poi l'erba e ora il cemento. Agli US Open va in scena la finale Slam stagionale numero tre tra Sinner e Alcaraz, che si sono divisi le precedenti. Carlitos ha trionfato sulla terra del Roland Garros, Jannik sull'erba di Wimbledon. Chi la spunterà sul cemento americano? Abbiamo chiesto una previsione all'intelligenza artificiale, in particolare a ChatGPT. Il verdetto? Secondo il chatbot basato sull'apprendimento automatico, a trionfare in rimonta sarà Alcaraz.
Chi vincerà la finale degli US Open secondo l'intelligenza artificiale
ChatGPT, a domanda precisa sull'esito della finale degli US Open, risponde pronosticando addirittura il risultato esatto: 4-6, 7-5, 6-3, 6-4 a favore di Alcaraz, che in questo modo strapperà lo scettro a Sinner e il primo posto nel ranking.
Come andrà la finale secondo l'IA, la cronaca
Dopo un primo set con un Sinner più caldo e supportato dal servizio, arriva un calo nel secondo, con Carlos che cerca più variazioni. Sulla scia dell’entusiasmo per la vittoria del parziale, lo spagnolo continua a insistere con traiettorie alte sul rovescio, fino a sfruttare una maggiore creatività per chiudere gli altri due set e l'incontro. Secondo ChatGPT, il momento chiave dovrebbe essere tra la fine del secondo e l'inizio del terzo set.ù

Perché Alcaraz batterà Sinner per ChatGPT
Su che cosa si basa il pronostico dell'intelligenza artificiale? Nel verdetto di ChatGPT si legge: "miglior forma del momento + vantaggio storico su hard + più armi per manipolare ritmo e altezze negli scambi lunghi in condizioni umide di Flushing Meadows". Questo perché nella valutazione conta soprattutto la presunta migliore condizione fisica di Carlitos, più fresco e con la sensazione di essere al picco stagionale.
Inoltre viene sottolineato come la superficie possa agevolare Alcaraz: "il cemento di New York, con rimbalzo medio e umidità, tende a premiare le sue variazioni e la difesa elastica più che la spinta pulita di Sinner, che però lo terrà onesto con prime e ritmo". Va però considerato che il veloce resta il palcoscenico più gradito a Jannik.

Infine viene tirata in ballo anche la gestione mentale sul lungo: "quando il match si allunga e diventa gestionale-mentale (vedi Parigi), Alcaraz ha trovato più soluzioni; Sinner gli ha fatto malissimo a Wimbledon, ma a New York le condizioni sono meno piatte e un filo più lente".
Il verdetto dell'intelligenza artificiale
In sintesi dunque: "Scelgo Alcaraz vincitore perché: arriva con più energie fresche, ha un vantaggio leggero ma costante nei precedenti, sfrutta meglio le condizioni di New York con la varietà di gioco, ha già dimostrato in 2025 di essere più incisivo nei momenti decisivi delle finali". Tra il dire e il fare, comunque, c’è di mezzo il campo, e la bellezza dell’imprevedibilità del tennis e dello sport.