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Gli Stati Uniti accusano la Cina: pattinatrice olimpica vittima di un’operazione di spionaggio

Una spy story tra Stati Uniti e Cina coinvolge la 16enne Alysa Liu, che lo scorso mese ha partecipato alle Olimpiadi di Pechino. Il Il dipartimento di giustizia americano accusa il Governo cinese di avere ordito la trama ai danni della ragazza.
A cura di Paolo Fiorenza
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Mentre Stati Uniti e Cina tengono canali di dialogo aperti quotidianamente nell'ambito della crisi globale scatenata dalla guerra tra Russia ed Ucraina, ci sono avvenimenti che ricordano come i rapporti tra le due superpotenze restino tesi e tutt'altro che ispirati alla fiducia reciproca. Nelle scorse ore i pubblici ministeri statunitensi hanno accusato agenti del Governo cinese di aver cercato di spiare e intimidire i dissidenti che vivono negli Stati Uniti, incluso un candidato al Congresso, in un procedimento penale aperto davanti alla corte federale di New York.

Il dipartimento di giustizia degli Stati Uniti ha spiegato che in uno dei casi finiti sotto indagine un agente del governo cinese di nome Qiming Lin ha chiesto a un investigatore privato con sede negli Stati Uniti di aiutare a creare uno scandalo politico che avrebbe indebolito un candidato al Congresso. Il nome di quest'ultimo non è stato identificato negli atti del tribunale ma corrisponde alla descrizione di Xiong Yan, che sta cercando di ottenere la nomina democratica per candidarsi a un seggio della Camera dei Rappresentanti.

In un altro caso – racconta il Guardian – agenti del Governo cinese sono accusati di aver tentato di intimidire Arthur Liu, avvocato e attivista politico di San Francisco. Liu è il padre della pattinatrice di figura Alysa Liu, che nello scorso febbraio ha gareggiato per la squadra statunitense alle Olimpiadi invernali di Pechino, classificandosi al settimo posto nel concorso individuale femminile che ha visto il dramma della russa Kamila Valieva, caduta e finita ai piedi del podio. E proprio la 16enne atleta nata in California sarebbe stata al centro dell'azione di spionaggio messa in atto allo scopo di colpire suo padre.

È lo stesso Arthur Liu a raccontare all'Associated Press cosa è accaduto negli ultimi mesi e come ha appreso di essere stato preso di mira assieme a sua figlia dagli agenti cinesi. L'ex rifugiato politico ha detto di essere stato contattato dall'FBI lo scorso ottobre e di essere stato avvertito della trama ordita ai suoi danni proprio mentre sua figlia si stava preparando per i Giochi di Pechino. Liu ha detto di non aver parlato ad Alysa della questione per non spaventarla o distrarla dalla competizione.

"Credevamo che Alysa avesse ottime possibilità di entrare a far parte della squadra olimpica americana ed eravamo davvero molto spaventati", ha spiegato suo padre. All'interno della lista dei dissidenti cinesi finiti nel mirino allo scopo di essere perseguitati e molestati, Arthur Liu ha detto che lui e sua figlia sono citati nell'inchiesta rispettivamente come "Dissidente 3" e "familiare". Liu ha detto di aver accettato di far gareggiare sua figlia a Pechino con le assicurazioni del Governo degli Stati Uniti e del Comitato Olimpico che Alysa sarebbe stata strettamente protetta e tenuta al sicuro mentre gareggiava in Cina. Gli dissero che avrebbe avuto almeno due persone che la scortavano in ogni momento.

"Probabilmente stanno solo cercando di intimidirci, di minacciarci di non dire nulla, di non causare loro problemi e dire qualcosa di politico o relativo alle violazioni dei diritti umani in Cina – ha detto Arthur Liu – Ero preoccupato per la sua sicurezza. Il governo degli Stati Uniti ha fatto un buon lavoro nel proteggerla. Questo era il suo momento. Questa era la sua opportunità irripetibile di competere ai Giochi Olimpici. Non avrei lasciato che le impedissero di andare e avrei fatto tutto il possibile per assicurarmi che fosse al sicuro. Non lascerò che vincano per impedirmi di esprimere le mie opinioni da nessuna parte".

Arthur Liu ha detto che un uomo lo ha chiamato a novembre affermando di essere un funzionario del Comitato Olimpico americano e ha chiesto i numeri di passaporto suo e delle sue figlie. Si è rifiutato di fornire i dettagli e ha detto che avrebbe chiamato il suo contatto a Team USA il giorno successivo. "Non mi sentivo bene, ho sentito che stava succedendo qualcosa di sospetto – ha raccontato Arthur Liu – Dai miei contatti con l'associazione americana di pattinaggio di figura non mi avrebbero mai chiamato al telefono per avere le copie dei nostri passaporti. Ho davvero tagliato corto quando ho capito cosa stava chiedendo".

Alysa Liu impegnata alle Olimpiadi di Pechino
Alysa Liu impegnata alle Olimpiadi di Pechino

Il padre della pattinatrice non ricorda di essere stato avvicinato di persona da Matthew Ziburis, che è stato arrestato martedì con l'accusa di cospirazione. I pubblici ministeri affermano che Ziburis è stato assunto per svolgere la sorveglianza della famiglia Liu ed è lui che si sarebbe finto membro dell'USOPC per chiedere ad Arthur una copia del suo passaporto e di quello di Alysa sostenendo che si trattava di un "controllo di preparazione" al viaggio relativo al Covid-19. Negli atti si legge che che quando il dissidente ha rifiutato, Ziburis ha minacciato di ritardare o negare loro i viaggi internazionali.

Arthur Liu ha detto di aver lasciato la Cina poco più che ventenne come rifugiato politico, perché aveva protestato contro il governo in seguito al massacro di piazza Tienanmen del 1989. Alla fine si è stabilito in California, iscrivendosi alla facoltà di giurisprudenza e poi mettendo al mondo nel 2006 una delle atlete più promettenti dello sport americano, la giovane Alysa, che alle prossime Olimpiadi di Milano-Cortina – quando avrà 20 anni – si presenterà con ambizioni ancora più grandi.

La ragazza ha visitato la Cina per la prima volta durante le recenti Olimpiadi di Pechino, venendo accolta calorosamente dai tifosi e dai media cinesi, che consideravano Alysa una di loro, come ha spiegato il padre. Arthur Liu ha tuttavia appreso che la Cina attraverso l'indagine di spionaggio era a conoscenza di un messaggio Instagram sulle violazioni dei diritti umani contro gli uiguri che sua figlia aveva pubblicato tempo fa. Durante i Giochi inoltre Alysa Liu ha detto a suo padre di essere stata avvicinata da uno sconosciuto a tarda notte in mensa dopo il programma libero del concorso di pattinaggio, e che l'uomo l'aveva seguita e le aveva chiesto di venire nel suo appartamento. Non esattamente qualcosa da far restare tranquilli, visto quello che covava da mesi. Adesso tutto questo sarà materia processuale.

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