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Benedetta Pilato: “Di Francisca dice di avermi chiesto scusa, ma la telefonata non è andata così”

Benedetta Pilato si racconta a Fanpage, dalla sua prima medaglia a soli 13 anni, al record del mondo a 16. Passando da due Olimpiadi, la polemica con Elisa Di Francisca e gli aspetti di una carriera precocissima e vincente: “Dirò sempre ciò che penso e difendo ciò in cui credo al 100%”.
A cura di Alessio Pediglieri
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A soli 13 anni, la sua prima medaglia in assoluto, poi un crescendo continuo con un record del mondo ottenuto a 16 anni agli Europei 2021, due Olimpiadi già disputate (in attesa di Los Angeles) per un totale complessivo che sfiora le 50 medaglie. Benedetta Pilato a soli 20 anni ha però ancora fame di successi come ha raccontato a Fanpage.it. Senza aver mai paura di esporsi, affrontando la vita come le sfide in vasca: "Dirò sempre ciò che penso e difendo ciò in cui credo al 100%". Sorridente, spensierata, debordante nei suoi 20 anni di gioventù: Benedetta Pilato si presenta così, mostrando anche uno spirito e un carattere che ne delineano la forza e il temperamento in vasca come nella vita di tutti i giorni. Senza tirarsi indietro davanti alle sfide, come nella polemica di Di Francisca per il suo 4° posto a Parigi ("Ha l'età di mia mamma… una campionessa che ha voluto criticare me non come atleta ma come persona, senza conoscere nulla"). E guardando in faccia ai problemi fisici con cui da sempre ha imparato a convivere: "Ultimamente è andata meno bene… A volte decide il mio corpo. Non io".

Benedetta, superato del tutto il periodo difficile agli Assoluti?
Diciamo di sì anche se non al cento per cento. Alcuni miei momenti un po' particolari non dipendono tanto da me, ma dal mio corpo, quindi è dura, ecco. Non posso dire totalmente superato, anche perché non so realmente come farlo, sicuramente un po' meglio.

Ora l'appuntamento da non fallire saranno i Settecolli, giusto?
Sì, ai Sette Colli spero di riuscire a partecipare e farò solo i 50, perché alla fine nei 100 non ci sono posti per il mondiale. Le ragazze hanno fatto il tempo in due però il mio obiettivo è qualificarmi per i mondiali… Non ne salto uno da ormai da 6 anni… ma ovviamente, la mia priorità è stare meglio, nel senso che io mi alleno tutti i giorni come ho sempre fatto e in questi mesi l'ho continuato a fare nonostante le difficoltà. Alla fine il nostro sport è uno sport in cui prepari tre/quattro competizioni importanti l'anno, quindi alla fine ci ho provato lo stesso.

Per far capire, tu soffri di ovaio policistico un problema che influisce sul tuo corpo, a livello ormonale e ginecologico che ovviamente ti condiziona
Sì, io ho scoperto di avere questa problematica a 16 anni, quindi è ovvio che avevo già vinto, ero un'atleta importante e già a quei tempi sono stata sempre seguita da specialisti, per fortuna. Però le problematiche restano, sono cose molto soggettive, la terapia che per una persona va bene, per l'altra non va bene. Però sono tanto concentrata proprio sul cercare di risolvere davvero tutto questo che io purtroppo so che avrò e che mi accompagnerà nella mia vita. La voglia e l'impegno è cercare di risolverlo il più possibile per evitare magari che la prossima volta avere dei sintomi così tanto accentuati.

Benedetta Pilato sui blocchi alle Olimpiadi di Parigi
Benedetta Pilato sui blocchi alle Olimpiadi di Parigi

E ci riesci?
Conoscendo il tuo corpo e riconoscendoli, impari a tenere sotto controllo principalmente i sintomi, ma purtroppo non è una cosa reversibile. Poi io sono ancora una ragazza giovane e quindi inevitabilmente, quello che fai per un mese, due e che va bene, magari poi non va più bene perché il tuo corpo cambia. E quindi principalmente il mio problema in questi anni è stato proprio quello.

Incidendo inevitabilmente anche sulle prestazioni sportive, soprattutto ai tuoi livelli…
Sì, l'anno scorso ad esempio sono stata bene. Sono stata bene tutto l'anno, per fortuna, perché è coinciso con l'anno delle Olimpiadi, però io non so perché…. lo ha deciso il mio corpo, non io.

Come si vive da un punto di vista psicologico e mentale uno stress di questo genere?
Da una parte questa situazione non mi fa stare tranquilla, ma dall'altra so benissimo che sono semplicemente delle fasi del mio corpo che si deve assestare. L'approccio mentale è importantissimo, però è anche la parte più difficile. Andare in piscina tutti i giorni sapendo che molto dell'allenamento che ho fatto in questi mesi non mi è servito a nulla perché il mio corpo ha agito come come voleva lui è la parte più dura. Dura perché tu fai tutto quello che hai in tuo potere per stare meglio, ma a volte non funziona e quindi cioè non sai più che altro fare… ti viene da voler sbattere la testa, ecco. Però, ho trovato una chiave.

E quale sarebbe?
Mi sono accorta che parlando comunque, mi ha aiutato tantissimo a venirne fuori. Avendo avuto già questi problemi in passato, sono ancora in contatto col mio allenatore storico e quando ci sentiamo me lo ricorda sempre: "Stai tranquilla, tanto sai benissimo che passa, sono momenti, e così via". Io così prendo forza e coscienza nel voler uscire da queste situazioni ancora più forte perché mi ripeto che inevitabilmente tutto quello che fai non è mai sprecato, tutto serve, ma mentalmente resta durissima, vorresti evitare di doverci passare di nuovo, speri sempre di stare meglio.

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Hai ricordato l'anno olimpico, quel quarto posto a Parigi lo rivivi ancora come una esperienza bellissima o è subentrato un po' di rammarico?
Sicuramente mi sono resa conto bei mesi dopo che comunque mi sarebbe cambiata un po' più la vita forse, perché la medaglia olimpica un po' ti cambia. Però so benissimo che adesso sarei stata nella stessa situazione e non avrebbe aggiunto nulla sui miei risultati di ora. Sarebbe stato solo avere una medaglia al collo, ma il mio percorso sarebbe stato identico. Poi, se vogliamo parlare della medaglia… e chi non la vuole?

A proposito, proprio per quel bronzo mancato ci fu una feroce polemica da parte di Elisa Di Francisca, cosa accadde?
Allora, io mi sono dispiaciuta tanto perché mi sono resa conto innanzitutto di non aver mai detto niente di male. Assolutamente. All'inizio ho anche dubitato e ho pensato di aver detto qualcosa di sbagliato, perché non avevo capito tutta questa situazione poi scatenatasi sui social. Così mi sono detta: "Vabbè, vado a risentire quello che ho detto". E non c'era nulla: mi è dispiaciuto più che altro perché una campionessa, praticamente dell'età di mia mamma è andata a dire in diretta nazionale cose che non c'entravano niente con la mia prestazione.

In che senso?
C'entrava con la mia persona, di come sono fatta io e di come vivo i miei momenti. Tutto ciò che quest'altra persona non conosce, non conosce il mio percorso, non conosce come sono io, non conosce niente di me. E quindi quello mi è dispiaciuto tanto. Mi è dispiaciuto anche che poi lei abbia detto che sono state fatte delle scuse, quando la telefonata che io ho ricevuto non è stata assolutamente così.

Il clamore mediatico ti ha in qualche modo ferita?
Sui social da una parte sono stata molto contenta perché tanti mi hanno scritto frasi di solidarietà e mi ringraziavano per come avevo reagito, perché noi siamo una generazione della paura per l'insuccesso, che sia un brutto voto all'università o  scuola. Cresciamo con la paura proprio di fallire, sì con una persistente ansia da prestazione.

Ma la responsabilità di chi è? Perché ogni generazione lamenta problematiche simili…
Io penso che sia un po' colpa di come stiamo crescendo proprio noi, in questa società. Responsabilità della scuola perché si pensa solo ai voti, del sistema universitario per le difficoltà di insegnarci a ragionare e penso sia colpa anche dei social che ti travolgono con una serie di situazioni opposte. C'è chi ti fa i complimenti e contemporaneamente chi ti insulta e prova a sminuirti. Tutti si sentono troppo liberi di dire quello che pensano spesso con frasi solo per ferire

Tornando al tema Olimpiadi, tu hai un conto aperto… quarto posto a Parigi e a Tokyo con la mononucleosi e la squalifica. Pensi già a Los Angeles?
Come no… ormai mancano 3 anni, sembrava ieri a Parigi… ma penso che la sfortuna l'ha giocata tanto, dai in quelle situazioni. Io penso che una cosa se deve succedere alla fine succede ed è già tutto scritto se sarò l'ultima a Los Angeles o la prima o la terza. Ovvio che farò tutto il possibile affinché se fosse scritto che sono l'ultima, farò in modo di non esserlo come so che avrò altri momenti  di crisi, che mi toglieranno certezze. Però so benissimo quanto valgo e non è una mancata qualifica ai Mondiali nei 100 che mi fa pensare di non poter arrivare a Los Angeles. Ci son già passata, poi sono stata la prima italiana a qualificarsi a Tokyo nei cento rana, quando molti avevano dubbi… So di avere tutte le carte in regola per fare benissimo in vista delle Olimpiadi.

Tokyo è stata resa difficile per il Covid, ed era la tua prima Olimpiade. Parigi?
Me la sono goduta… mi ricordo benissimo i momenti che abbiamo passato nell'appartamento con le altre ragazze, con cui siamo tanto amiche, perché questa è una cosa bella del nostro sport: si creano delle amicizie che ti porti dietro per sempre. La prima volta sputavamo nel nei tamponi… Poi me ne sono andata via subito, con la squalifica in gara, non me la sono vissuta poi con la pandemia… Di Parigi ricordo tutto molto bello, anche il giorno della gara, emozioni incredibili… piangevo, ridevo, poi di nuovo piangevo, poi ridevo… tutto splendido.

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Cosa ti porti di quella gara in particolare?
Io mi ricordo che sono arrivata lì col terrore di rivivermi una situazione brutta come quella che avevo vissuto 3 anni prima a Tokyo e avevo il terrore di essere squalificata…  Cioè io ho realizzato che potevo veramente vincere magari una medaglia solamente mezz'ora prima della finale, perché io il giorno prima avevo un pensiero fisso: "Oddio… mi squalificano, mi mandano via… aiuto!". Ero nel panico. Poi meno male la tensione l'ho stemperata godendomi tutto il resto.

Riavvolgendo il nastro della tua già straordinaria carriera:  1º dicembre 2018 a 13 anni, la tua prima medaglia in assoluto. Cosa ricordi?
Ai Campionati Italiani… eh, mi ricordo a 13 anni… Eravamo in macchina, con il mio allenatore… un viaggio infinito da Taranto a Riccione… non li farò mai più. Io non ho mai seguito lo sport perché a me lo sport non piace, ma c'era il mio allenatore che continuava a dirmi: "Oddio… ma guarda chi c'è" e mi voleva far fare le foto con tutti. Quindi nella mia testa c'era totale confusione perché non capivo niente di dove fossi, ero una bambina…

Poi 27 luglio 2019, la prima convocazione in Nazionale: è stato lì che hai capito di aver fatto il salto definitivo?
Sì è stata una conferma. Io avevo fatto gli Europei giovanili a inizio luglio, sono stata tre giorni a casa e poi sono ripartita. Da sola, per andare in Corea a 14 anni con mia madre in aeroporto che piangeva, io non mi sono neanche girata a salutarla… Poi subito dopo, a fine agosto avevo i mondiali giovanili, quindi è stata la mia prima vera estate in Nazionale. Era tutto strano, ai mondiali ero la più piccola, non conoscevo nessuno, ma mi sentivo viva, perfettamente nel mio mondo: ero dove volevo essere.

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Il 22 maggio 2021 arriva poi il record del mondo, arrivato in un momento difficile, della pandemia. Che ricordi hai?
Agli Europei gli spalti erano vuoti, c'erano solo i miei compagni. Io ero arrabbiata perché si potevano iscrivere in quattro, ma al mattino be passano solo due e io ero arrivata terza delle italiane. Avevo già il pass per Tokyo e non fare il cento rana per me all'Europeo era inconcepibile. Quindi ero incazzata, come se la qualifica olimpica sui 50 rana non fosse stata comunque meritata. Quel pomeriggio mi ricordo che ero proprio entrata in gara arrabbiata… Non pensavo di fare il record del mondo, ma il record europeo sì perché la mattina ci sono arrivata vicinissimo.

Altra dimostrazione che ti piacciono le sfide, rimetterti in gioco. Come il cambio radicale da Taranto a Torino, cambiando allenatore. Perché?
Io purtroppo vengo da un contesto in cui non lasciavo tanto. Nel senso che io quando ho finito scuola tutti i miei amici poi sono andati via, tutti via a studiare. Poi la città non ha una vasca dove potevo allenarmi, quindi io e il mio allenatore, mentre andavo a scuola due volte a settimana, andavamo a Bari… Molti mi dicevano di andarmene già a 16 anni dopo il record del mondo, ma ho voluto comunque prima finire gli studi, mi trovavo bene con i miei amici, poi con il mio allenatore andava tutto bene.

A proposito, hai dovuto lasciate il tuo allenatore di sempre e la famiglia: hai avuto timore che fosse una scelta azzardata?
Lasciavo principalmente lui, un allenatore che mi conosceva da quando avevo 5 anni… E' stat dura sul fronte personale ma su quello tecnico no: andavo comunque da una persona che io conoscevo perché avevo sempre vissuto nelle Nazionali. E' stata comunque una scelta fortemente voluta. Era tutto il contorno che non mi andava più bene e se mi manca la serenità, le gare non mi vanno neanche così bene come penso.

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Oggi che sei un punto di riferimento sportivo, anche se ancora giovanissima, che effetto ti fa? Come vivi la tua notorietà?
Ci convivo, anche se è diverso dagli inizi quando ero davvero piccina: vedevo i miei amici super gasati, perché la gente mi fermava per strada… Adesso sono sono anche contenta di prendermi le critiche anche perché io difendo tutte le cose in cui credo al 100%. Se penso qualcosa la dico cercando nel mio piccolo di cambiare determinate cose, non dico nel mondo.

Riavvolgendo in ultimo il nastro, ai Settecolli prenderai il pass per i Mondiali di Singapore?
Sì, io voglio stare in vacanza… voglio rimanere in vacanza lì, quindi devo prendermelo per forza. Insomma, al di là di tutto sarebbe anche veramente una bella vacanza, eh.

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