Verstappen non dimentica Horner, ma gli rifila una bordata dopo il trionfo a Monza: “Ora è diverso”

Il successo di Max Verstappen a Monza è stato fantastico. La McLaren è quasi imbattibile, di una superiorità imbarazzante a tratti, ma nel GP d'Italia SuperMax ha fatto scacco matto: pole e vittoria. Weekend perfetto per il quattro volte campione del mondo che per l'ennesima volta ha mostrato di che pasta è fatto. Dopo la gara, quasi sottovoce, il fenomeno olandese ha mandato una stilettata a Christian Horner, l'ex team principal liquidato di punto in bianco un paio di mesi fa.
Horner liquidato e sostituito da Mekies
Horner per vent'anni è stato al ponte di comando della Red Bull. Sembrava intoccabile, ma non lo era. Risultati altalenanti, rapporti complicati con membri importanti della Scuderia hanno pesato sulla decisione. Via Horner e dentro Mekies, che all'esordio ha festeggiato subito con il successo nella Sprint Race del Belgio. Poi un anonimo Hungaroring. Estate di grande lavoro e riscossa: secondo posto in Olanda, primo in Italia, grazie a un'azzeccata strategia.

Verstappen: "Laurent pone le domande giuste"
Verstappen commentando la gara ha parlato anche del primo successo da team principal di Mekies con la Red Bull e contestualmente sembra aver mandato un messaggio diretto all'ex boss del team: "Fin qui abbiamo disputate gare in cui abbiamo provato diverse configurazioni sulla nostra vettura, anche spesso con modifiche piuttosto drastiche, cose che dimostravano che non avevamo la situazione sotto controllo e non sapevamo bene che fare. Laurent grazie alla sua formazione ingegneristica pone le domande giuste agli ingegneri, domande di buon senso, e questo secondo me funziona".

Già queste parole potevano bastare come stoccata a Horner, Max ha poi aggiunto: "Si cerca anche di capire se alcune cose provate hanno senso, così si dà un'idea della direzione da prendere ed è su questo che abbiamo continuato a lavorare. Già a Zandvoort eravamo cresciuti e funzionava abbastanza bene". Parole e musica tutte dedicate a Horner, che dall'Inghilterra non l'avrà presa bene.