Poggiali spiega il momento di Bagnaia e Marquez in MotoGP: “Il problema è riuscire ad ottimizzare”

La MotoGP 2025 sta confermando Marc Marquez come riferimento assoluto, mentre Pecco Bagnaia fatica a trovare continuità con la nuova GP25. Una situazione che pesa dentro al box ufficiale e che Manuel Poggiali, campione del mondo in 125cc e 250cc oggi coach rider dei piloti Ducati e Gresini, analizza con lucidità. "I risultati dell'ultimo periodo sotto le aspettative pesano inevitabilmente anche a livello psicologico" ha difatti spiegato il 42enne in riferimento alle difficoltà del piemontese di cui né lui, né la casa di Borgo Panigale sono, ovviamente, contenti.
Il percorso di crescita dei piloti del team factory e di Alex Marquez e Fermin Aldeguer passa da un lavoro su due fronti. Da una parte c'è l'ottimizzazione della moto: "Cerchiamo di trovare soluzioni lato moto per capire meglio la direzione per il futuro". Dall'altra ci sono i dettagli di guida: "Con Pecco stiamo lavorando per migliorare determinate fasi, adattandole al pacchetto che abbiamo. Non si tratta di cambiare, ma di ottimizzare" spiega infatti il sammarinese nell'intervista esclusiva rilasciata a Fanpage.it dopo i test di Misano e prima del GP del Giappone.

Il lavoro accanto a Bagnaia, dunque, non riguarda solo l'aspetto tecnico della moto, ma anche il modo in cui il pilota deve adattarsi a un pacchetto che ancora non gli permette di esprimersi al meglio. E più che sulle differenze tra GP24 e GP25 Poggiali si concentra sullo stile di guida: "Ogni pilota ha peso, corporatura e approccio differenti. Ognuno richiede un settaggio unico. Il nostro compito è capire cosa vogliono dalla moto e aiutarli a ottimizzare il loro stile".
Che tipo di lavoro stai facendo con i piloti Ducati e come cambia quando uno domina la stagione, come Marc Marquez, rispetto a quando incontra difficoltà, come Bagnaia?
"Parto sempre da un presupposto: è un lavoro di gruppo, di squadra. Ognuno ogni giorno cerca di fare il massimo per mettere i piloti nelle migliori condizioni. Per quel che mi riguarda, il principio del lavoro è lo stesso con tutti. Poi, nel dettaglio, si vanno ad approfondire questioni specifiche. Lo stile e l'approccio restano identici, ma ovviamente con Marc e Pecco, che stanno vivendo momenti diversi all'interno dello stesso box, cambia il modo di relazionarsi con loro. Questo però è sempre stato così, non solo quest'anno: hanno personalità e caratteri differenti, e di conseguenza si lavora in maniera diversa con ciascuno".
Guardando a Bagnaia: le sue difficoltà sono più tecniche o psicologiche?
"Dal punto di vista psicologico, ogni pilota che parte con grandi ambizioni e poi non riesce a esprimerle subisce inevitabilmente un contraccolpo. Le aspettative sono superiori ai risultati e questo pesa. Non soddisfa lui, ma non soddisfa nemmeno noi. Con Marc e con Pecco abbiamo gli stessi obiettivi: è ovvio che in questo momento non siamo contenti, né lui né noi. Ma un problema va affrontato e vanno trovate soluzioni: l'unico intento è permettere a Pecco di tornare al livello che merita come pilota e come campione"
E qual è il contributo che stai dando a Bagnaia per aiutarlo a superare queste difficoltà?
"Stiamo monitorando con grande attenzione le difficoltà che lui sente quando guida. Lavoriamo sul lato moto, cercando soluzioni che ci permettano di capire meglio la strada per il futuro. Se avessimo già tutto chiaro al 100% avremmo risolto prima, ma ci sono aspetti complessi da adattare: la moto è figlia di tante variabili, dalle condizioni esterne allo stile del pilota. Ci sono particolari che cambiano anche tra moto apparentemente uguali. Per questo dobbiamo lavorare su due fronti: da una parte ottimizzare il pacchetto tecnico che abbiamo, dall'altra aiutare Pecco a migliorare determinate fasi di guida. Solo così possiamo massimizzare quello che abbiamo a disposizione".

Dopo il test di Misano Bagnaia si è mostrato ottimista. È un lavoro che guarda solo a questa stagione o anche al 2026, come ha detto Marquez?
"Il lavoro è continuo. Ci sono regolamenti da rispettare e su quelli non si può andare oltre certe linee guida. Oggi il nostro obiettivo è ottimizzare al massimo ciò che abbiamo. Abbiamo a disposizione diversi scenari e dobbiamo capire quale sia il più adatto a Pecco. L'obiettivo è metterlo in condizione di essere competitivo al pari di Marc e degli altri piloti che lottano stabilmente per il podio".
Passiamo ad Alex Marquez, che segui da anni. Ti aspettavi questa crescita e quanto pesa avere un fratello come Marc nello stesso contesto Ducati?
"Sicuramente avere Marc al fianco è un valore aggiunto. Già l'anno scorso, vivendo l'esperienza insieme nel team Gresini, Alex ha tratto beneficio. È chiaro che avere accanto uno come Marc non è mai facile, ma allo stesso tempo dev'essere uno stimolo a migliorarsi. Avere piloti forti nello stesso box deve servire a capire i punti di forza dell'altro e provare a portarli a proprio vantaggio. In Ducati c'è una condivisione generale dei dati, voluta fin da subito da Dall'Igna: è un metodo di lavoro che spinge tutti a crescere".

Alex è oggi secondo in classifica. Te lo aspettavi a questo livello?
"Sì, me lo aspettavo, perché so che Alex è un pilota veloce e un campione. Probabilmente non mi aspettavo una crescita così rapida, ma oggi sta ottimizzando tutto ciò che ha a disposizione e sta dimostrando il suo vero valore".
E Aldeguer? Sta rispettando le aspettative del debutto?
"Direi che forse le sta anche superando. L'anno scorso in Moto2 aveva fatto bene ma non benissimo, per diversi motivi. Quest'anno, da rookie in MotoGP, sta dimostrando velocità e crescita, nonostante un infortunio che l'ha costretto a operarsi e qualche difficoltà al rientro. È giovane, vive alti e bassi a seconda dei circuiti e delle condizioni, ma è normale. È ottavo in classifica, vicino a chi lo precede, e spesso in gara si trova subito dietro al gruppo di testa. Per un debuttante è un risultato ottimo. Merito suo, ma anche della Gresini, che negli ultimi anni ha sempre portato le proprie moto nelle posizioni di vertice".

Chiudiamo con un confronto tecnico: lato pilota quanto sono elevate le differenze tra la GP24 e la GP25?
"Più che di moto, la differenza è molto più marcata nello stile dei piloti. Ognuno ha caratteristiche diverse: Alex Márquez ha uno stile di frenata completamente differente dal fratello; Aldeguer e Alex sono più allineati al veicolo, usano anche angoli di piega leggermente maggiori in certe fasi. Bagnaia invece ha uno stile più esposto. Tutto questo porta a risultati differenti. Quindi, anche con la stessa moto, un pilota può adattarsi meglio di un altro in base al proprio stile di guida".
Quali sono nello specifico gli aspetti su cui, nel tuo caso, si lavora in queste situazioni?
"Ogni pilota ha il suo stile e questo si riflette inevitabilmente sul settaggio. Non esistono due piloti uguali: pesi diversi, corporature diverse, leve diverse, approcci diversi. Tutto questo porta a setting personalizzati. Nessuno dei piloti che seguo ha lo stesso assetto. Il nostro lavoro è dialogare con loro, capire cosa vogliono dalla moto e fornirglielo. Non si tratta tanto di cambiare, ma di migliorare: fare piccoli adattamenti che permettano di ottimizzare la posizione in sella e la guida. È quello che facciamo quotidianamente".