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MotoGP, Petronas: “Valentino Rossi non è un pilota normale. Un anno di contratto? Non decidiamo noi”

Dopo l’ufficialità del passaggio di Valentino Rossi in Petronas per il Mondiale 2021 della MotoGP il boss della squadra malese Razlan Razali ha svelato i motivi del ritardo e ha chiarito alcuni punti in merito al contratto stipulato: “Il Dottore non è un pilota normale, è anche una risorsa economica. Il suo contratto è quattro volte più lungo di quello degli altri piloti. Noi non possiamo fargli un’offerta per un altro anno perché il contratto lo abbiamo firmato con la Yamaha non con Valentino”.
A cura di Michele Mazzeo
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Valentino Rossi nel 2021 gareggerà per il Petronas Yamaha Sepang Racing Team in MotoGP. L'annuncio ufficiale è arrivato durante lo scorso GP della Catalogna, ma la firma del contratto è una questione che si è protratta per diversi mesi. Dopo l'ufficialità il boss della squadra malese Razlan Razali ha finalmente svelato i motivi di questo ritardo e ha chiarito alcuni punti in merito all'accordo stipulato con Yamaha per il passaggio nella sua squadra del nove volte campione del mondo.

"Valentino Rossi non è un pilota normale, è anche una risorsa economica – ha infatti spiegato il team principal della Petronas –. Ci sono leggi da osservare, sono coinvolte diverse parti, e questo non lo ha reso un affare facile. Ha i diritti di marchio, quindi abbiamo dovuto verificare con i nostri partner che fossero tutti protetti. E ovviamente dovevamo essere sicuri quando discutevamo del suo team tecnico".

Quest'ultimo punto infatti è stato quello che ha "complicato" maggiormente la trattativa perché Valentino Rossi avrebbe voluto portare con sé tutti i membri di vecchia data della sua squadra (compresi i fedeli meccanici Alex Briggs e Brent Stephens) mentre Petronas non era dello stesso avviso: “All'inizio avevamo una condizione: volevamo smantellare il meno possibile la struttura che avevamo costruito – ha infatti proseguito Razali –. Non volevamo che portasse con sé tutta la sua troupe, ma solo le persone chiave ed è per questo che il suo capo squadra (David Munoz, ndr), il suo coach (Idalio Gavira, ndr) e il suo ingegnere dei dati (Matteo Flamigni) verranno da noi".

Come anticipato da Fanpage.it gli ultimi dettagli sono stati così chiariti in occasione della visita dello stesso Razali e del board Petronas a Tavullia nella sede della VR46 di proprietà del Dottore tra le due gare del Motomondiale disputate a Misano: “Quando abbiamo visto la luce in fondo al tunnel – ha confermato il team principal Petronas –, la Yamaha ha dovuto preparare i contratti. Quando Valentino ha detto che voleva annunciarlo a Barcellona, ​​le cose si sono mosse un po'. È stato lo stesso per noi. Dopo Misano 2, abbiamo lavorato fino a tarda notte e l'abbiamo finito. È un contratto lungo, quattro volte più ampio di quello degli altri piloti!"

Infine, Razali ha anche spiegato perché il contratto è soltanto di un anno e non prevede una vera opzione per il 2022: "Tutti i contratti durano fino al 2021 – ha detto difatti il numero uno della squadra corse malese riferendosi all'accordo con Dorna –. Non abbiamo ancora avuto ulteriori discussioni. Quindi non possiamo fargli un'offerta. Franco (Morbidelli,ndr) ha un ‘1 + 1' con noi, con una forte opzione per il secondo anno. Il problema in questo caso è che noi non abbiamo firmato un contratto con Valentino – ha infine svelato –, ma abbiamo firmato con la Yamaha. È una situazione complicata, ma non era questo il motivo del ritardo".

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