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Mazepin in lacrime, crolla: “Non c’è molto altro nella mia vita oltre alle corse, non c’è niente”

Spesso al centro di polemiche per i suoi comportamenti dentro e fuori dalla pista, Nikita Mazepin svela in Brasile un volto completamente sconosciuto: scende dalla sua Haas ed ha un crollo emotivo.
A cura di Paolo Fiorenza
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Nikita Mazepin partirà ultimo in griglia nel GP del Brasile di Formula 1 e questa non è certamente una novità per il pilota russo della Haas, quasi sempre battuto anche dal suo compagno di squadra Mick Schumacher in una guerra fratricida all'interno della scuderia meno competitiva dell'intero lotto. Ad Interlagos tuttavia il 22enne moscovita avrebbe potuto fare meglio della decima fila, se venerdì non avesse commesso un errore nel suo ultimo giro lanciato del Q1 quando sembrava in condizione di guadagnare qualche posizione nello schieramento della successiva Sprint Race.

Una sbandata che ha avvilito Mazepin a tal punto da definirsi un "fottuto idiota" nel team radio mentre tornava ai box a fine sessione, mentre gli uomini della Haas provavano a consolarlo. Un'ammissione di colpa mista a frustrazione che è esplosa nell'intervista a caldo di pochi minuti dopo, quando il russo non è riuscito a trattenere le lacrime e con gli occhi lucidi ha spiegato: "Stavo facendo un buon giro, poi ho commesso un errore alla curva 12. La macchina era molto buona e pensavo che questa fosse la nostra giornata per avvicinarci alle Williams. Ce l'ho messa tutta, i ragazzi hanno fatto un ottimo lavoro. Ho rovinato tutto".

Dopo la Sprint di sabato che lo ha confermato al 20° posto dello schieramento, Mazepin è tornato sull'intervista del giorno prima – che aveva sorpreso ed anche colpito molti – spiegando cosa c'era dietro quell'esplosione di emozioni. Una combinazione di fattori, inclusa la situazione della squadra: "Era principalmente per l'errore nel giro di qualifica. Sto attraversando un periodo piuttosto impegnativo nelle ultime gare, non solo per quanto riguarda il bilanciamento della macchina, ma anche per alcune cose interne alla squadra. Questo rende i risultati più importanti in questo particolare momento. E quando arrivi così vicino a finire quello che sentivo fosse un grande giro con la macchina che abbiamo attualmente, e mentre ci stai provando al massimo perdi quel giro, fa male".

Il ragazzo moscovita ha spiegato come si avvalga di un supporto psicologico proprio per evitare crolli emotivi di quel tipo: "Lavoro abbastanza duramente con diversi specialisti per assicurarmi che le mie emozioni si comportino correttamente in macchina, ma quando hai solo quattro minuti dopo essere saltato fuori dall'auto prima di parlare con i giornalisti che ti fanno domande che riportano quei ricordi e tu pensi a cosa avrebbe potuto essere, è soltanto triste. Non c'è molto altro nella mia vita oltre alle corse – ammette Mazepin con amara introspezione – In effetti, non c'è niente. Quindi mi metto in gioco per questo e mi arrabbio, il che è naturale quando le cose non vanno bene".

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Ma anche alcuni cambiamenti interni alla sua scuderia hanno toccato il pilota russo, con gente cui è affezionato che andrà via. L'ingegnere di pista di Mazepin è stato in congedo di paternità per due gare prima di tornare di recente ed il pilota della Hass ammette di capire perché alcuni membri del team stanno decidendo di dare priorità alla vita familiare dopo la fine di questa stagione: "La squadra si è mossa in giro, la gente andava e veniva nelle ultime gare e so che non tutti quelli che sono intorno a me quest'anno hanno intenzione di rimanere per l'anno prossimo. Mi piace l'ambiente in cui mi trovo, sono stato circondato da persone molto oneste, il mio ingegnere è andato la scorsa settimana in un'altra squadra e purtroppo non è l'unico. Questa è la sfida".

I tono di Mazepin si fanno intimi, parole che nessuno avrebbe mai pensato di associare ad un pilota con fama di ‘bad boy', finito spesso al centro delle polemiche per i suoi comportamenti: "Le brave persone in qualsiasi settore sono qualcosa a cui vuoi aggrapparti. Sfortunatamente, le relazioni personali non sono qualcosa che in questo sport può far restare le persone, sono motivazioni economiche molte volte, e la vita va avanti, le persone mettono su famiglia, il calendario diventa sempre più fitto. Purtroppo hanno ragione che le famiglie dovrebbero venire prima. Lo sport è tutto ciò che faccio nella mia vita, ma ho solo 22 anni e immagino che se avessi 10 anni in più e avessi dei figli prenderei decisioni simili a quelle che fanno loro".

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