La bugia raccontata da Lewis Hamilton per proteggere Antonelli: Kimi svela cosa è successo davvero a Spa

Le lacrime di Kimi Antonelli a Spa-Francorchamps hanno fatto il giro del paddock e dei social. Il giovane pilota italiano della Mercedes sta attraversando il primo vero momento difficile da quando è entrato in Formula 1. Dopo l'exploit di Montreal, gli ultimi risultati – sei zeri su sette GP – raccontano di un periodo complicatissimo.
Anche in Belgio le cose non sono andate meglio: eliminazione al primo taglio delle qualifiche sia per la Sprint che per il GP. Una nuova delusione che ha lasciato il segno. A sostenerlo, però, è arrivato Lewis Hamilton, che si è presentato nell'hospitality Mercedes la domenica mattina per parlare con la sua ex squadra e, soprattutto, per confortare il 18enne bolognese.
Un gesto che Hamilton ha voluto proteggere con una bugia bianca. Intervistato nel post gara, il sette volte iridato ha negato qualsiasi intenzione specifica: "Non sono andato lì per Kimi, sono andato per salutare la mia ex squadra e l'ho salutato", ha dichiarato seccamente.
Una frase in contrasto con quanto raccontato da Antonelli: "Hamilton è venuto a salutare la squadra, e abbiamo avuto anche la possibilità di parlare. Mi ha detto che è normale avere dei brutti weekend e che devo mantenere la testa alta. Mi ha anche detto di continuare a credere in me stesso, è stato veramente carino".

Una versione che mostra il lato più umano e riservato del pilota della Ferrari, capace di aiutare un collega più giovane senza mettersi al centro della scena, evitando che il gesto diventasse un ulteriore motivo di attenzione o pressione per Antonelli.
Un gesto che conferma l'approccio protettivo di Hamilton
Hamilton e Antonelli hanno vissuto un weekend parallelo: entrambi eliminati in SQ1 e Q1, entrambi partiti dalla pit lane con assetto da bagnato, ma con esiti diversi. Il britannico è risalito fino alla settima posizione, mentre il giovane italiano è rimasto ancora una volta fuori dai punti.
Il valore del gesto di Hamilton è emerso anche nelle parole che Antonelli ha pronunciato nel giovedì del GP d'Ungheria con le quali ha ulteriormente confermato che il sette volte iridato aveva fornito una versione volutamente lacunosa dell'accaduto: "Lewis è una persona davvero fantastica. Mi ha sempre sostenuto molto. A Spa abbiamo chiacchierato e mi sono aperto molto con lui, parlandogli della mia situazione e di come mi sentivo, soprattutto in questo periodo difficile, e lui è stato lì, proprio lì, e mi ha dato alcuni consigli per cercare di superare questi momenti difficili. È stato molto utile. Gli sono stato davvero grato e lo apprezzo molto" ha difatti rivelato il 18enne bolognese.

Non è un caso isolato. Hamilton ha già dimostrato in passato di saper "aggiustare" la verità per proteggere i più giovani. È successo anche con Isack Hadjar, dopo la parata dei piloti in Australia, quando fu criticato per aver chiesto un selfie con Hamilton. In quel caso, fu lo stesso britannico a smontare ogni polemica pubblicamente:
"Non mi ha chiesto un selfie. Gli ho chiesto io di farci un selfie. Perché so che è stato un mio tifoso fin da piccolo, il che è davvero, davvero bello".
Ancora una volta, Hamilton sceglie di restare nell'ombra, mettendo al riparo i più giovani dall'esposizione mediatica. Una forma di tutela silenziosa, più potente di tante parole.