Kimi Antonelli: “La F1 è come una vasca piena di squali che ti vogliono mangiare. Papà mi aiuta”

Kimi Antonelli a 18 anni ha fatto il suo esordio in Formula 1. Toto Wolff lo ha scelto e lo protegge, più volte ha dichiarato che questa è un'annata nella quale l'italiano ha bisogno ‘solo' di imparare. L'avvio è stato esaltante, con una serie di gare di alto livello, e la ciliegina della pole nella Sprint Race di Miami. Poi, però, tre gare di fila senza punti: Imola, Monte Carlo e Barcellona. Un momento complicato, che prima o dopo doveva arrivare ed è arrivato. Un momento che Kimi gestisce con l'appoggio del team e del papà, la sua roccia, che lo segue come un'ombra e lo aiuta in un mondo complicatissimo.
Kimi e il rapporto con il padre: "Lui è una grande roccia per me"
Il Canada offre ad Antonelli l'opportunità del riscatto. Il circuito di Montreal storicamente offre una chance a chiunque, dunque pure all'italiano, che va a caccia di una gara convincente. Alla vigilia gli è stato chiesto del forte legame che ha con il papà, sempre al suo fianco. Le parole di Kimi per il padre sono fantastiche, ma al di là dell'affetto si capisce l'importanza dell'uomo: "Mio padre è una roccia. È una grande roccia per me. È sempre stato con me, mi ha insegnato tutto fin da quando ero molto piccolo, fin dai tempi del kart. Credo sia molto importante avere uno come lui in pista, soprattutto nella mia stagione d'esordio in F1″.

"Qui è come essere in una vasca piena di squali"
Poi parlando delle ultime tre deludenti gare ha usato una metafora per parlare del mondo della Formula 1, e di conseguenza ha fatto capire quanto è importante avere il padre al suo fianco: "Ho affrontato tre weekend complicati e devo essere onesto nel dire che non è stato facile, perché qui è come essere in una vasca piena di squali. Se non vai al massimo vieni mangiato dagli squali. Credo che avere mio padre con me mi aiuti a rimanere lucido e concentrato. Parliamo di qualsiasi cosa. Guardiamo gli onboard insieme, rivediamo i replay degli anni precedenti e cerchiamo di analizzare le cose per avere un'idea più precisa e cercare di migliorare per la sessione successiva".

Gli insegnamenti che hanno dato ad Antonelli i 3 Gp negativi
Delle gare deludenti di Imola, Monte Carlo e Barcellona ha continuato a parlare, senza nascondersi, Antonelli che ha capito cosa fare già dal weekend del Canada: "Quello che ho imparato è che devi essere al top sin dalle FP1, perché poi ti ritrovi in svantaggio ed è difficile riprendersi. Non c'è motivo per cui dovrei essere intimidito dagli altri piloti. Certo, è fantastico correre in F1 con i migliori 19 piloti al mondo, con alcuni di loro hanno scritto la storia di questo sport. Come pilota è emozionante confrontarmi con questo tipo di piloti. È un modo per me di mettere alla prova le mie capacità, di mettermi alla prova e di vedere cosa posso fare, ma ho molto da imparare: ci sono tanti scenari da sperimentare. Per la prima volta, ho affrontato momenti davvero difficili: le prestazioni non arrivavano, non avevo la giusta fiducia e avevo difficoltà con le gomme. È stata un'ottima lezione e ora so molto meglio come reagire per il futuro".