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Il giro perfetto di Senna a Montecarlo: “Ero in un’altra dimensione”

Il 14 maggio 1988 Ayrton Senna realizza una pole position incredibile nel Gp di Monaco. A Montecarlo il brasiliano rifila quasi un secondo e mezzo a Prost (secondo) e oltre due e mezzo a Berger (terzo). Parlando di quella pole disse: “Ero già in pole position, prima di mezzo secondo, poi di un secondo e andavo, andavo, andavo sempre più forte. In poco tempo ero due secondi più veloce di chiunque altro; stavo guidando istintivamente, ero in un’altra dimensione, in un tunnel, ben oltre la mia capacità razionale”.
A cura di Alessio Morra
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A Montecarlo aveva già vinto l'anno prima, quando guidava una Lotus che si notava per essere completamente gialla. Ma quando tornò in pista nel 1988 Ayrton Senna voleva vincere, anzi voleva dominare nel Principato. Il duello con Alain Prost era già iniziato e nella pista preferita voleva realizzare qualcosa di unico. Ci riuscì e come spesso accadeva commentando un'impresa, qualcosa di memorabile, Senna fu diretto e ai giornalisti, qualche anno dopo, disse una frase che è passata alla storia. Alla storia di Montecarlo, di Ayrton e della Formula 1: "Quel giorno ero in un'altra dimensione".

Senna rifila quasi un secondo e mezzo a Prost

14 maggio 1988, è il giorno delle Qualifiche del Gp di Monaco – il terzo della stagione (finora è 1-1 tra Senna e Prost). Ayrton ha tra le mani la miglior McLaren di sempre, è dietro in campionato, ha bisogno di dare un segnale al francese, al suo team e a tutto il circus. Inizia a girare, inizia a correre e stampa un giro clamoroso. Senna mette il suo rivale e compagno di squadra a 1 secondo e 427 centesimi. Un giro leggendario, che è rimasto nella memoria dei tifosi, un giro chiuso in 1'23"998.

Un giro perfetto che Senna realizzò mentre era letteralmente in un'altra dimensione, come disse lui stesso in un'intervista. Si sentiva in una sorte di tunnel, era fuori dalla sua capacità razionale. In quei momenti, Ayrton correva, andava sempre più forte e capì che meglio di così non avrebbe potuto fare in tutta la sua carriera:

Qualche volta penso di sapere alcune delle ragioni per le quali faccio il mio lavoro… Montecarlo ’88, sessione di qualifica, sabato pomeriggio: ero già in pole position, prima di mezzo secondo, poi di un secondo e andavo, andavo, andavo sempre più forte. In poco tempo ero due secondi più veloce di chiunque altro; stavo guidando istintivamente, ero in un’altra dimensione, in un tunnel, ben oltre la mia capacità razionale. In quel giorno mi sono detto: è il massimo che posso raggiungere, non c’è margine per qualcosa in più. Non ho mai più raggiunto quella sensazione da allora. 

La testimonianza di Leberer, il fisioterapista di Senna

Leberer, il fisioterapista di Senna, anni fa disse a proposito di quel giro: "Ayrton era in trance. Disse che quel giorno aveva avuto la sensazione di guardare se stesso da fuori l’abitacolo. La pole per lui era la ricerca della perfezione. Pensate che cosa doveva essere guidare una F1 a Montecarlo, con la leva del cambio manuale e le vibrazioni tremende delle vetture di allora. Era una lotta. E i piloti uscivano esausti".

Il foglio ufficiale delle Qualifiche di Montecarlo del 1988.

L'errore al Portier e il ritiro a Montecarlo

Il giorno dopo, in gara, Senna dominò, aveva oltre un minuto di vantaggio su Prost, che faticò per liberarsi di Berger. La gara sembrava in cassaforte, ma al 67° giro il brasiliano si distrasse e sbagliò clamorosamente sbattendo al Portier. Svanì il successo. Naturalmente fu Prost a trionfare. Senna non torna nemmeno ai box e se ne va direttamente a casa.

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