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Iannone squalificato per doping: “Mi hanno strappato il cuore”

In un lungo post su Instagram Andrea Iannone racconta tutta la propria rabbia per la sentenza del Tas di Losanna che lo ha squalificato per quattro anni per doping. “Oggi ho subito la più grande ingiustizia che potessi ricevere. Chi ha cercato di distruggere la mia vita capirà quanta forza ho”.
A cura di Maurizio De Santis
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"Mi hanno strappato il cuore ma non mi arrendo". Andrea Iannone ha reagito così alla notizia della squalifica per doping che il Tas di Losanna gli ha comminato per quattro anni (a partire dal 17 dicembre 2019), rendendo ancora più severa la pena iniziale di 18 mesi. Ha prevalso la linea più dura dell'Agenzia Mondiale, il pilota italiano non potrà tornare in pista prima del dicembre 2023 quando avrà 34 anni e la sua carriera sarà sul viale del tramonto.

"Chi ha cercato di distruggere la mia vita capirà quanta forza ho", è un'altra delle frasi inserite nel lungo post condiviso sui social network e nel quale racconta tutta la propria rabbia per una sentenza a suo dire ingiusta. A rendere ancora più pesante la sanzione anche un altro aspetto del dispositivo emesso dal Tribunale svizzero: tutti i risultati ottenuti da Iannone a partire dal 1° novembre 2019 vengono cancellati e con essi qualsiasi trofeo vinto oppure punti conquistati.

"Sapevo di affrontare i poteri forti, ma speravo – si legge ancora nel messaggio di Iannone -. Speravo nell'onestà intellettuale e nell'affermazione della giustizia. In questo momento soffro come di più non potrei". Nella prima sentenza il pilota italiano era stato condannato a 18 mesi di sospensione nonostante la Federazione internazionale avesse confermato che il drostanolone (la sostanza dopante che era emersa dalle sue analisi) fosse stato assunto a causa di una contaminazione alimentare. È stata la tesi esposta da subito sia da Iannone e poi sempre sostenuta in sede di dibattimento dai suoi legali: ovvero, aver mangiato carne alla viglia del Gran Premio della Malesia del novembre 2019.

Il 15 ottobre scorso il pilota italiano aveva portato il suo caso dinanzi al Tas:a la Corte non solo ha respinto il suo ricorso ma addirittura gli ha inflitto una pena anche maggiore. "Oggi ho subito la più grande ingiustizia che potessi ricevere".

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