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Fabrizio si ritira dopo la morte di Viñales: “Troppi bambini che imitano Marquez, è un’ecatombe”

La morte del giovane Berta Viñales ha lasciato il segno: Michel Fabrizio si ritira immediatamente dopo il tragico incidente di Jerez che è costato la vita al 15enne spagnolo. Il 37enne sceglie di lasciare il mondo delle corse per protesta e attraverso il suo profilo Instagram lancia un appello: “Troppi bambini nelle moto, è un’ecatombe. Ho visto un’indifferenza da parte della Federazione Internazionale”.
A cura di Vito Lamorte
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“Domani mi rifiuterò di correre per rispetto della vita umana. E mi ritiro. È il momento di dire basta”. Il pilota italiano Michel Fabrizio è rimasto particolarmente colpito dalla morte del 15enne Dean Berta Viñales durante una gara del campionato Supersport 300 nella giornata di ieri e sul suo profilo Instagram ha esternato tutto il suo malessere per quanto accaduto. Il giovane spagnolo, cugino di Maverick Vinales, è caduto a pochi giri dal termine della gara ed è stato investito dai piloti che lo inseguivano. Le condizioni sono subito apparse critiche: dopo essere stato prelevato in elisoccorso, il 15enne doveva essere trasportato all'ospedale di Siviglia ma è rimasto nel centro medico del circuito dove è stato constato il decesso per le lesioni gravi.

Il 37enne è tornato nel campionato Supersport nel 2021 sei anni dopo aver lasciato il Mondiale Superbike, dove può vantare un'esperienza di oltre 200 gare, e quanto accaduto ieri sul circuito a Jerez ha lasciato il segno: "Gare così ne ho viste tante in questa categoria, e ogni volta che ne finiva una, si tirava un sospiro di sollievo perché era andata bene. Ma purtroppo non sempre va bene e oggi è successo l'imprevedibile o forse quello che si sapeva potesse accadere".

Fabrizio ha puntato il dito contro la Federazione Internazionale, colpevole a suo parete di esser totalmente indifferente alla condizione dei piloti e attenta solo al rientro economico: "Sono sdraiato da più di 5 ore sul letto del mio hotel a guardare il soffitto, ripensando ai momenti belli che questo sport mi ha regalato. Ma rientrando dopo 6 anni ho visto questo mondo cambiato. Ho visto un’indifferenza da parte della Federazione Internazionale: schierare 42 bambini nella Yamaha cup (fortunatamente è filato tutto liscio, nel 2021) e altri 42 nel Mondiale 300. Troppi, troppi piloti con poca o addirittura pochissima esperienza, e questo non succede solo nel mondiale, ma anche in campionati nazionali, dove per fare cassa si prende tutto, fino all'ultimo posto disponibile".

Il pilota di Frascati, campione Europeo Superstock 1000 nel 2003, ha lanciato un appello in merito alla politica affinché intervenga per cambiare le regole e evitare che altre morti: "È ora che intervenga la politica di ogni nazione. Il primo che lanciò un messaggio forte fu Ayrton Senna, che disse come alcune piste fossero pericolose, e solo dopo la sua morte si intervenne. A oggi nella F1 ci sono meno morti, invece nel motociclismo ultimamente c’è un’ecatombe”.

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