Mario Cipollini “Il mio cuore è arrivato a 290 battiti. Mi son detto: ora scoppio, qui è la fine”

Mario Cipollini, il Re Leone, è malato. A confermarlo lo stesso ex campione di ciclismo, uno dei più straordinari talenti di ogni tempo nelle volate, che ha pubblicato sui propri profili social una serie di video in cui ha raccontato, passo dopo passo, quanto gli è accaduto: un problema cardiaco grave che lo ha costretto prima ad un controllo poi ad un immediato intervento con l'inserimento di un defibrillatore sottocutaneo, dopo aver rischiato non farcela: "Sotto adrenalina mi sentivo scoppiare, ho pensato questa è la fine. Poi il mio cuore ha raggiunto i 290 battiti e ho perso i sensi".
Cipollini e i problemi al cuore: dalla miocardite del 2019 al loop recorder del 2024
La bella notizia, oltre a quella delle dimissioni dall'ospedale, è che a raccontare tutto è Mario Cipollini in persona che con lo stesso indomito carattere con cui faceva a sportellate in bici, ha preso di petto anche una situazione che si è trasformata da seria in drammatica nel giro di pochi istanti. Tutto per un problema al cuore che Re Leone si porta con sé dal lontano 2019 quando gli era stata riscontrata una miocardite di grande impatto. Poi nel 2024 ha avuto un ulteriore evento cardiaco successivamente al quale gli era stato inserito di un loop recorder, per tenere sotto controllo l'attività del cuore 24 ore su 24, sette giorni su sette. Poi, però, agli inizi di novembre, un nuovo evento allarmante: registrazioni e dati hanno richiamato l'attenzione della struttura ospedaliera che lo segue da sempre, obbligando Cipollini ad un immediato controllo.
Cipollini spiega perché si è ritrovato ancora in ospedale: "La situazione era diventata subito grave e preoccupante"
La situazione fotografata dai medici rappresentava più di una semplice anomalia: "Mario, approfondiamo questa situazione perché le informazioni che ci sono arrivate sono preoccupanti e anche gravi", racconterà poi lo stesso Cipollini dal letto dell'ospedale dove è stato ricoverato, tra elettrodi, garze e bendaggi post operatori. Così, per Re Leone inizia un nuovo incubo ad occhi aperti. Il cuore non reagisce come dovrebbe e per capirne la natura del problema e l'eventuale gravità, Cipollini si è sottoposto ad una sovrastimolazione indotta: con una serie di cateteri all'interno di una vena, si è arrivati all'analisi del muscolo cardiaco, sottoposto a sollecitazioni, grazie alla somministrazione di adrenalina in endovena
Cipollini e la morte negli occhi: "Il cuore a 290 battiti, mi son detto: ora scoppio qui è la fine. Poi ho perso i sensi"
Il tutto mentre Cipollini è rimasto sempre cosciente e informato sullo sviluppo delle procedure, fino ad arrivare ad una sensazione che il Re Leone ha definito "esplosiva". Di fronte alla sovrastimolazione necessaria per creare uno sforzo simulato per aumentare il ritmo cardiaco, fino a 140-160 pulsazioni, lo ha messo a durissima prova: "Ho iniziato a pensare, ma cosa diavolo sta succedendo? Ora scoppio, qui è la fine". E tutto è ulteriormente precipitato pochi istanti dopo quando la stimolazione ha raggiunto il ventricolo: "Si è scatenato improvvisamente l'incredibile… 290 pulsazioni… per cui l'unica cosa che in quel momento ti può salvare è uno shock elettrico, ma non possono farlo se sei cosciente". E così, l'equipe medica ha dovuto attendere l'attimo in cui Cipollini ha perso conoscenza per provare a ristabilire il tutto.
Cipollini e il defibrillatore: "È dura da accettare quando ti senti ancora invincibile ma l'obiettivo è togliere un giorno tutto"
Ovviamente, quello che poteva diventare un semplice controllo si è trasformato in un nuovo obbligato intervento chirurgico: "Quando mi son ripreso ho visto che hanno iniziato a parlottare tra loro e da lì ho immediatamente capito cosa stava succedendo". Vale a dire che l'unico modo per evitare nuove situazioni del genere a Cipollini è stato impiantato un defibrillatore sottocutaneo per poter permettergli una vita tranquilla e serena ma il terrore di non farcela è stato enorme così il dover metabolizzare il tutto: "Non è per nulla semplice da digerire e da accettare soprattutto se ti senti come ancora un atleta di un certo livello, forte, quasi infallibile. Il mio cuore come passione rimane immenso, ma limitato nell'attività. Ma io non mi arrendo mai e il mio sogno è che fra un po' di tempo possa togliermi di dosso questo marchingegno e che tutto possa tornare nella normalità".