L’ex ciclista Fontanelli: “Ho scoperto di avere il Parkinson perché il mio orologio non si caricava”

Fabiano Fontanelli da ciclista si è tolto grandi soddisfazioni, ottenendo più di 30 vittorie in carriera, tra cui alcune indimenticabili come le quattro tappe vinte al Giro d'Italia (nel 1990, 1991 e due nel 1996). Nel 1998, Fontanelli – allora 33enne – si trasferì alla corte di Marco Pantani, alla Mercatone Uno, che in quegli anni dettava legge. La sua ultima stagione sui pedali, nel 2003, coincise con l'ultimo Giro d'Italia del ‘Pirata'. Poi l'anno dopo Fabiano si ritirò. Tempo pochi mesi e la sua vita sarebbe cambiata completamente, a causa della diagnosi molto precoce di malattia di Parkinson, un disturbo neurodegenerativo progressivo che colpisce il movimento. E proprio la mancanza di un movimento dato per scontato, una mancanza di cui non si era accorto prima e che realizzò solo perché il suo orologio sembrava non funzionare più, fu la scintilla che gli fece capire che qualcosa non andava in lui.
La scoperta del Parkinson fatta da Fabiano Fontanelli subito dopo il ritiro
La scoperta di avere il Parkinson avvenne dopo aver appeso la bicicletta al chiodo, quando il ciclista di Faenza aveva poco più di 40 anni, ma già "nel 2003, all'ultimo anno da corridore, avevo avvertito qualcosa di strano". Il racconto di Fontanelli parte da quei primi sintomi e dall'episodio rivelatore dell'orologio: "Era il 2006, anche se i primi segni li avevo già avvertiti quando ero ancora un atleta. In quel periodo avevo un orologio automatico che non si caricava più. ‘Sarà rotto', pensai, e lo portai a far riparare".
"L'orologio continuava a non funzionare, a quel punto notai il mio braccio fermo"
Niente di strano, se non che poi qualcosa non tornava: l'orologio era perfettamente funzionante, ma non si caricava col movimento del polso, perché quel movimento non c'era più. "Dopo un mese me lo consegnarono. Continuava a non funzionare – prosegue Fontanelli a ‘Repubblica' – A quel punto notai una cosa a cui fino ad allora non avevo mai fatto caso: avevo il braccio sinistro che, quando camminavo, rimaneva fermo lungo il fianco. E poi la stanchezza, una stanchezza cronica. Andai dal neurologo a Solarolo. Mi visitò e mi diagnosticò una cosa dal nome molto complicato: ‘Hai la sindrome extrapiramidale. Un modo elegante e complicato per dire che hai la malattia di Parkinson'".

Fontanelli ha la malattia da più di 20 anni: "In questo momento ho un grande sogno, tornare in bici"
Oggi che di anni ne ha 60, e ha appena pubblicato un libro sulla sua vita, Fontanelli conosce bene la malattia con cui ha che fare: "C'è una familiarità, ce l'avevano mio nonno e mio zio. Il neurologo che mi ha visitato mi ha detto: ‘Guarda, Fabiano, è la migliore tra le peggiori malattie che si possano prendere'. È una frase che continua a suonarmi nel cervello. Non mi consola, ma non mi ha cancellato tutti i sogni dalla testa, almeno questo. In questo momento ne ho uno grande: tornare in bici. Ci sono andato fino a poco tempo fa. Ora ho un gran dolore a una gamba. Ma l'anno scorso ho fatto 22 mila km con il mio gruppetto di amici. Il motore c'è ancora, c'è sempre. E ora sono 66 kg, il peso che avevo quando vinsi il Tour col ‘Panta', nel 1998. Io c'ero. Marco non se n'è mai andato".