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Letizia Paternoster alle Olimpiadi dopo incidente e Covid: la ciclista vuole tornare protagonista

Prima una macchina la investe e si frattura il polso, riesce a recuperare e fa ottime prove agli Europei su pista di Berlino, poi però subisce un brutto infortunio al ginocchio e infine il Covid, il calvario di Letizia Paternoster sembrava non finire mai. Ora è a Tokyo e può mostrare a tutti la grande atleta che è, capace di far paura anche a Kirsten Wild.
A cura di Jvan Sica
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Letizia Paternoster degli anni 2019 e inizio 2020 è stata un meraviglioso fulmine nel ciclismo italiano femminile. Insieme a tante altre ottime atlete, giovani e dal futuro roseo, fa grandi passi in avanti su strada e soprattutto in pista dove ai Mondiali 2019 di Pruszków termina seconda in un Omnium in cui fa paura addirittura alla grande campionessa olandese, Kirsten Wild, per poi ottenere un discreto quinto posto nella Madison insieme a Maria Giulia Confalonieri. L’anno successivo si migliora. È ancora una volta seconda nell’Omnium, questa volta dietro la giapponese Yumi Kajihara, ma superando la Wild, mentre nella Madison con Elisa Balsamo è terza e conquista la medaglia di bronzo.

L'incidente in allenamento nel 2019: viene investita in strada

Tutto sembrava pronto per continuare a crescere ancora e salire di un altro gradino, così da essere se non la favorita per l’oro almeno in lizza per una medaglia nelle gare delle Olimpiadi di Tokyo 2020. Ma è dalle gare dei Mondiali di Berlino 2020 che Letizia invece inizia a non essere più lei e ad avere sempre più problemi fisici che non le fanno mai raggiungere la grande condizione di forma. Già nel 2019 il primo colpo del destino. Viene investita in allenamento, fra Arco di Trento e Riva del Garda e si procura la frattura dello scafoide sinistro e la rottura di un dente. Tanto dolore, tempo per ripartire ma, come visto, riparte alla grande.

L'infortunio al ginocchio e il Covid

È però il 2020 l’anno orribile per Letizia. Prima c’è il Covid, il lockdown e la difficoltà di riprendere l’attività e allenarsi. A maggio, quando c’era bisogno di ripartire per gradi per tornare in forma si infortuna al ginocchio che le fa fermare la stagione un mese dopo averla ripresa con gli allenamenti: “Un dolore al ginocchio sinistro mi sta tenendo lontano dalla mia bicicletta. In accordo con la squadra, ho deciso di sottopormi ad alcuni esami diagnostici. Il sorriso, però, non manca mai”.

Riesce a tornare ma solo per l’ultima gara stagionale e poi deve di nuovo fermarsi. Finisce il 2020, inizia il 2021, anno olimpico e arriva per lei il Covid, che la ferma ancora per tante altre settimane: “Speravo di iniziare meglio il 2021 ma purtroppo anche io, come milioni di persone al mondo, sono stata colpita dal Covid-19. Quella che sembrava una “semplice” influenza purtroppo si è rivelata essere qualcosa di più… Fortunatamente i sintomi sono stati lievi e non troppo debilitanti, ma mi hanno comunque costretto a rinunciare al ritiro con la Trek Segafredo e con la Nazionale, oltre agli allenamenti a casa”.

Letizia Paternoster verso le Olimpiadi: "Le persone parlano senza sapere"

Sembra stregata la strada per Tokyo ed è lei stessa a raccontarle in un’intervista per la Gazzetta dello Sport: “Il 2020 è stato l’anno più brutto della mia vita d’atleta. Torno dalle vacanze, finisco sotto una macchina e mi rompo un polso. Per fortuna riesco a correre i mondiali: argento nell’Omnium e bronzo nella Madison con Elisa Balsamo. Torno, il lockdown. Subito devo fermarmi per un dolore al ginocchio sinistro. Altri due mesi senza bici, con troppi discorsi strani, cattiverie… Le persone parlano senza sapere. Dicevano: ecco, vedi è finita, sparita. Io facevo fatica anche ad andare a fare la spesa, mi faceva male pure camminare”.

Ma anche nel dolore e nelle difficoltà quasi insormontabili, Letizia guardava ad altri esempi di campionesse capaci di superare tutto e soprattutto a puntare Tokyo: “Ho le spalle più larghe. Devo ringraziare Dario Broccardo, ha sempre creduto in me. E Dino Savoldi, che mi sta dando una forza incredibile, ci stiamo allenando bene a Montichiari. Io, intanto, pensavo in quei momenti alle grandi atlete che si sono dovute rialzare, a Deborah Compagnoni e Lindsay Vonn. Inutile dire quanto ci tengo a queste Olimpiadi, soprattutto dopo aver rischiato di perderla”.

Oggi è arrivata dove doveva arrivare, magari non in forma come credeva, ma di sicuro con la consapevolezza che un’Olimpiade è un momento della vita in cui bisogna dare tutto quello che si ha. Non si sa ancora a quali gare parteciperà, ma se verrà schierata dal ct Savoldi, vuol dire che è pronta per dare tutta se stessa.

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