Il Giro d’Italia non si inchina né a Pogacar né all’UCI: “Nessun cambio di date, non ci pensiamo nemmeno”

Ve bene essere il nuovo fenomeno del ciclismo mondiale e monopolizzare l'intero ecosistema di un movimento che trae linfa vitale dal suo nome e dalle sue vittorie. Ma anche Tadej Pogacar si deve adattare a dinamiche che vanno ben oltre alla sua fama e gloria conquistare sui pedali. Così, di fronte a quanto si stava vociferando da tempo, cioè di un cambio di calendari tra le grandi corse a tappe targate UCI, di cui lo sloveno si era fatto a suo modo promotore e sostenitore, il Giro d'Italia ha voluto mettere un punto fisso: "Non ci pensiamo nemmeno".
Il cambio di date paventato anche da Pogacar, la risposta del Giro: "No"
La risposta arriva il giorno dopo la presentazione ufficiale dell'edizione 2026 che si svolgerà regolarmente nel periodo tradizionale (8-31 maggio) con cui la Corsa Rosa dà appuntamento da oltre cent'anni ai suoi appassionati. E non cambierà, soprattutto per richieste che evadono eventuali gestioni organizzative particolari, nemmeno in futuro. Il no arriva forte e chiaro dal vertice, Paolo Bellino CEO di RCS Sport che organizza da sempre il Giro: "Il Giro d'Italia ha una sua data tradizionale a maggio e non vogliamo cambiarla", ha dichiarato a Cyclingnews, senza mezzi termini.
Bellino: "Il Giro d'Italia ha una sua identità e storia da 108 anni a questa parte"
Il pensiero di Bellino e dell'organizzazione del Giro è di guardare oltre le semplici esigenze di squadre o ciclisti, preservando la propria creatura in rosa da ogni eventuale ingerenza esterna: "Ogni Grande Giro ha la sua storia e la sua importanza, anche grazie alla sua data nel calendario. Il Giro si è svolto a maggio 108 volte" sottolinea Bellino, "esclusa la pandemia di COVID-19, ed è stato un momento unico, in cui tutti abbiamo lavorato per salvare la stagione ciclistica."
Bellino: "Nessun cambio tra Giro e Vuelta: eventualmente partire il 2 giugno che è festa nazionale"
Il discorso delle date, al quale si era riferito Pogacar paventando un possibile ribaltone tra Giro d'Italia e Vuelta e salito alle cronache proprio per le dichiarazioni dello sloveno, in realtà è storia che cova da tempo sotto il tappeto dell'UCI: c'è stato infatti un gruppo di lavoro all'interno della federazione che ha verificato come l'edizione che ha dovuto essere corsa in estate causa COVID-19, abbia effettivamente portato a benefici generali. Ma poco cambia: "Mi piacerebbe cambiare le date del Giro solo di una settimana eventualmente. Sarebbe interessante vedere il Giro celebrare la festa nazionale italiana del 2 giugno. Significherebbe anche che potremmo salire in alta montagna una settimana o giù di lì dopo" ha spiegato Bellino, "e in alcuni anni questo può fare una grande differenza per il meteo. Ma questo è l'unico cambiamento di data che voglio apportare. Non ci sarà alcun passaggio tra il Giro e la Vuelta."