Atroci sospetti su Pogacar e la UAE: “Sento dire le stesse cose che si dicevano per difendere Armstrong”

Tadej Pogacar e la UAE Emirates stanno dominando in lungo e in largo la scena di questo Tour de France 2025: incontrastati protagonisti, il Team saudita e il suo capitano sloveno hanno messo sin da subito in chiaro chi avrebbe vinto. E nessuno è riuscito mai a scardinare un monopolio che per qualcuno è figlio non solo della strapotenza fisica e delle doti innate di Pogacar ma anche di una "eccessiva medicalizzazione" all'interno della UAE. É l'ex campione e dirigente Eric Boyer che ha riservato non poche bordate verso l'attuale egemonia della maglia gialla: "In gruppo si ha paura, c'è un velo di codardia. E sento ripetere le medesime cose che si dicevano per Armstrong…"
Pogacar e UAE Emirates, padroni incontrastati nel Tour de France 2025
Da quando il Tour 2025 è iniziato c'è stato un solo dominatore, Tadej Pogacar. Adesso, a sole tre tappe dalla fine, la supremazia dello sloveno è chiaramente manifesta. Lo dicono i numeri, le statistiche, i distacchi. Pogacar si è preso 4 vittorie di tappa, altrettanti piazzamenti, in classifica generale vanta oltre 4 minuti sul secondo, Vingegaard. Ben 11 minuti sul terzo. 30 minuti sul decimo. Una cosa mai vista, così come la prepotenza della UAE Emirates il team saudita di cui è capitano, che impera in un gruppo che stenta a scrollarsi di dosso la sensazione che i suoi ciclisti possano fare ciò che vogliono, o quasi.

Boyer e la strana omertà nel gruppo: "Prendono schiaffi su schiaffi e nessuno si lamenta o si ribella…"
Ad alzare la voce e lanciare il sasso è stato Eric Boyer, alla vigilia della 19a tappa, l'ultima delle grandi Alpi "moncata" di 30 chilometri per una epidemia bovina. L'ex professionista che in carriera si è preso anche un 5° posto al Tour (1988) e per sette anni è stato a capo della Cofidis, non ha avuto mezzi termini nell'analizzare l'attuale situazione che si è palesata sotto gli occhi di tutti con uno strapotere ai confini del sospetto da parte di Pogacar e degli atteggiamenti in plotone della UAE: "I ciclisti sono totalmente sopraffatti, persino disgustati dal ritmo e dal dominio della squadra degli Emirati Arabi Uniti e in gruppo si è creata un'atmosfera un po' monotona, ma soprattutto triste e sospetta. Ricevono schiaffi in faccia ogni giorno e non si ribellano, non si lamentano" ha spiegato a Le Parisien. "Quindi, non possono essere considerati credibili… sembra una sorta di codardia generale che c'è sempre stata soprattutto riguardo al doping".

Il dubbio di Boyer su quanto sta accadendo al Tour: "Sento le stesse cose che si dicevano per giustificare Armstrong"
Le parole di Boyer diventano ben più circostanziate rispetto alla mera illazione. "Sono disposto a credere all'estraneità di Pogacar, ma dobbiamo essere lucidi e il suo entourage non sta intercedendo in suo favore. Quando li ascolti, hanno sempre le stesse argomentazioni, una cantilena: Pogácar si allena di più e meglio, la loro dieta è migliore, la loro squadra è forte… Ma queste sono le stesse parole che veniva usate quando si voleva spiegare il dominio di Armstrong e ovviamente, il dubbio c'è", continua Boyer ricordando l'americano che venne poi privato di ben 7 Tour de France.

I metodi UAE sospettati da Boyer: "Tutti sanno che c'è una… eccessiva medicalizzazione. Solo le indagini direbbero la verità"
L'analisi di Boyer si sposta sui poteri oscuri che certi Team avrebbero nel mondo del ciclismo, rispetto ad altri, proprio per i mezzi a propria disposizione e la UAE Emirates ne rappresenterebbe perfettamente l'esempio: "Tutti sanno che in alcune squadre, tra cui quella degli Emirates, c'è un'eccessiva medicalizzazione… Cosa significa? È una sorta di zona grigia in cui non possiamo sapere se tutto dipenda realmente da dieta, riposo e programmi di allenamento. E' vero, ci sono i controlli, ma oggi nei laboratori non so più se troveremo la verità. È solo attraverso le indagini, che sono molto difficili da condurre, che si potrebbe sapere la verità. Io spero che non ci sia altro sotto, ma dato che non sappiamo nulla, di ufficiale, nulla al momento è chiaro".