Vince una scommessa da 17mila euro ma non gliela pagano: respinto con una spiegazione assurda

Indovinare l'Argentina in finale contro la Francia ai Mondiali in Qatar 2022. Poi inserire la nazionale di Scaloni vincente e Lionel Messi eletto quale migliore giocatore dell'intero torneo. La ‘combo' perfetta, da sogno, che uno scommettitore inglese è riuscito a giocare a ridosso della finale di Doha, investendo poco più di 11 euro che, in base ai calcoli presenti in lavagna al momento della giocata, gli avrebbero fruttato oltre 17 mila euro. Condizionale d'obbligo, purtroppo, perché se è vero che il pronostico da mille e una notte è risultato vincente, è anche vero che al momento della riscossione, lo scommettitore si è visto offrire poco più di 700 euro.
Dunque, nessuna vincita straordinaria e la gioia di festeggiare l'intuizione vincente smorzata in gola e frustrata da un incasso che ha lasciato allibito Liam Manifold, questo il nome del 30enne scommettitore inglese nativo di Tutbury, nello Staffordshire, che ha poi pubblicato online tutto denunciando quella che ha considerato senza mezzi termini una "truffa" nei propri confronti. Lo scorso 11 novembre, ha piazzato una scommessa di 10 sterline (poco più di 11 euro) presso la Coral, il terzo bookmaker britannico con oltre 75 anni di esperienza nel settore, e gli è stata data una quota di 1.495/1 in caso di successo, ovvero 1.495 volte la posta, cioè una vincita di 14.950 sterline (oltre 17 mila euro).
Ma quando si è presentato in agenzia con la giocata tra le mani e ha chiesto l'incasso, gli sono stati dati circa 700 euro, lasciandolo senza parole: "Sono andato a incassare la scommessa e mi hanno detto che non poteva essere piazzata e mi hanno offerto un rimborso molto più basso" ha spiegato un esterrefatto Liam che ha provato anche a prendere la via del reclamo ufficiale: "Non c'è margine di manovra. Così mi sono rivolto a un comitato di reclamo indipendente e sto aspettando una risposta da loro. Dopo la mia denuncia diverse aziende mi hanno contattato dicendo che se avessi scommesso da loro, avrebbero pagato senza alcun problema".
Un assurdo che ha messo il giovane Liam in una situazione quasi paradossale, con la scommessa ancora nelle sue mani che ha compilato all'interno di una delle succursali della Coral: "Quando ho piazzato la scommessa, l'uomo dietro il bancone ha detto che andava benissimo, accettandola. Adesso dicono che è una scommessa troppo strettamente correlata. Ma se c'è un errore è colpa loro per aver accettato la scommessa non mio, tutto ciò è molto frustrante".
Il problema che la Coral ha riscontrato è celato proprio alla parola utilizzata da Liam, "correlata", ovvero una giocata tra risultati troppo dipendenti l'uno dall'altro, per poter essere inseriti nella stessa multipla. Ed è la linea difensiva impugnata dal bookmaker britannico: "Questi tre eventi sono tutti strettamente correlati tra loro, quindi i valori di vincita che sono stati offerti su di essi singolarmente non possono essere inclusi in una multipla. Quando l'Argentina e la Francia hanno raggiunto la finale, le probabilità che l'Argentina vincesse si sono abbassate di più rispetto all'inizio. Quando l'Argentina ha poi vinto la Coppa del Mondo, le possibilità che Messi fosse il giocatore del torneo erano più probabili".

Il discorso non sembra fare una piega: "Noi abbiamo pagato l'evento con il prezzo più alto, una finale Argentina-Francia, al 22/1" dicono ancora dalla Coral "e poi sulla base di ciò che è successo abbiamo applicato il prezzo dell'Argentina vincente che era 10/11. Poi, sulla base del fatto che l'Argentina avesse vinto la coppa, abbiamo applicato un prezzo comunque generoso a Messi come miglior giocatore del torneo, a 1/2". Dunque, conti alla mano, un incasso di circa 700 euro con una puntata di 11. Ma qualcosa non quadra perché la "multipla" di Liam è stata accettata l'11 novembre, con quote ben più alte, ancor prima che iniziassero i Mondiali e soprattutto sapere chi li avrebbe vinti.
A prendere le parti del 30enne inglese è sceso in campo un altro scommettitore, Andrew Green, di 56 anni, che ha vinto una battaglia dell'Alta Corte da quasi 2 milioni di euro contro Betfred, altro bookmaker britannico, quando si è rifiutato di dargli i suoi soldi. Il signor Green aveva ottenuto la sua enorme vincita dopo aver scommesso su Frankie Dettori nel gennaio 2018, attraverso la app mobile dell'agenzia. Al momento di incassare, però i bookmaker hanno detto che c'era stato un problema tecnico nel software e non hanno rilasciato alcunché. Così è scattata una battaglia legale durata tre anni, che si è conclusa con la decisione del giudice dell'Alta Corte che Betfred doveva pagare.
Green ha così consigliato i propri legali a Liam: "Se gli hanno offerto dei soldi per saldare la scommessa, potrebbero sapere di essere in parte responsabili di quanto accaduto. Nel mio caso, non appena mi hanno offerto dei soldi, ho capito di avere ragione e sono andato avanti. Se Liam ha in mano qualcosa di concreto deve andare fino in fondo".