Un’Italia triste vince solo perché la Moldavia è più scarsa, più di un ct c’è bisogno di un mago

L'Italia batte la Moldavia (2-0) ma offre uno spettacolo talmente triste da trasmettere apatia anche al pubblico presente al Mapei Stadium: assiste in silenzio, senza sussulti. Cosa dovrebbe provocarli? La Nazionale stenta al cospetto di un avversario che fa cose elementari, però bastano per costruire perfino un buon numero di azioni da gol (più nette anche delle nostre). Serviva vincere per restare in corsa qualificazione ai Mondiali 2026 e, almeno i 3 punti, sono arrivati. Fin dove speriamo di giungere combinati in questo modo è interrogativo che il prossimo ct (Ranieri?) proverà a sciogliere. Gli servirà la bacchetta magica perché più di un commissario tecnico occorre un mago. Per nostra fortuna i moldavi non hanno abbastanza qualità né forza per farci del male. E quando fai loro gol (prima con Raspadori poi con Cambiaso) capisci che è cosa buona e giusta non esultare più di tanto per un successo ottenuto con lo stesso spirito dei ragazzi all'ultimo giorno di scuola (e con la testa già in vacanza).
Il coraggio della Moldavia è lo specchio di questa Nazionale: non fa paura a nessuno, nemmeno a una selezione che un tempo avrebbe affrontato gli Azzurri col groppo in gola e l'auspicio di non fare proprio una figuraccia. Anzi, una squadra di "onesti lavoratori" del pallone ha capito di potersela giocare contro "colleghi del dopolavoro" che si mettono proprio d’impegno per ribadire quanto siano assolutamente inadeguati per la maglia che indossano, a prescindere dal ct che li guida. Quando Nicolaescu spedisce la palla in porta di testa sembra di essere nel peggiore degli incubi, per fortuna era in fuorigioco. Le prendi da Haaland giocando malissimo: è un conto. Rischi di prenderle pure da loro, che ti guardano dritti negli occhi e t'affrontano a viso aperto: è uno sfacelo.
Andare ai Mondiali… e come, con chi? E soprattutto per fare cosa alla luce dello "show" offerto finora? Almeno per adesso, anche solo pensare di azzardare strani calcoli e combinazioni di risultati con la Norvegia capolista (che vince anche con l'Estonia), è azzardo che nemmeno il più incallito degli scommettitori rischierebbe. Poi, chissà… arriva un aggiustatutto alla Sor Claudio (sempre che la Roma sia d'accordo) e ce la caviamo per il rotto della cuffia in un modo o nell'altro.

L'Italia non riesce a imporsi nemmeno contro un avversario volenteroso al quale concede palle gol con disarmante superficialità difensiva: s'aggroviglia nella rete inutile di passaggi che ricama da una parte all’altra, avanti e indietro, in orizzontale, senza ritmo né attaccando lo spazio. Un passo di qua uno di là, vagando alla ricerca del varco che – speriamo noi – prima o poi si aprirà: sembra il valzer del moscerino. La cruda verità è che, eccezion fatta per una traversa episodica centrata da Ranieri di testa (su palla inattiva), è la noia di sempre. Ma questa volta è anche peggio.
La Nazionale vede le streghe perfino quando si trova in vantaggio. Le capita dopo la rete di Raspadori (bella conclusione da fuori area) e fa impressione. Nemmeno il tempo di gioire che la Moldavia sfiora il pareggio con due occasioni clamorose: nel primo caso Ionita grazia Donnarumma a pochi metri dalla porta, nel secondo Dimarco salva sulla linea. Incredibile, tremendamente reale. Un copione che si ripete anche nella ripresa prima che Cambiaso indirizzi l'incontro realizzando il raddoppio che un po' raffredda il sangue caldo degli avversari. Orsolini e Frattesi ci regalano una scintilla, questa è la minestra. Loro dignitosi. Noi, vabbe'… ci vediamo a settembre.