Un italiano irrompe durante Norvegia-Israele con la maglia Free Gaza: “Mi hanno squartato la mano”

È ancora Mario Ferri, conosciuto come il “Falco”, il protagonista dell’invasione di campo durante Norvegia-Israele, gara segnata da forti tensioni politiche e manifestazioni pro-Palestina. L’attivista pescarese ha fatto irruzione sul terreno di gioco indossando una maglia con la scritta "Free Gaza", mostrando un messaggio di solidarietà verso la popolazione palestinese.
Fuori dallo stadio di Oslo, migliaia di persone hanno partecipato a un corteo pro-Palestina, mentre all’interno l’atmosfera era tesa: fischi durante l’inno israeliano e striscioni con slogan come “Lasciate vivere i bambini” e “Cartellino rosso a Israele”.

L’ingresso del “Falco” ha causato una breve sospensione del match, accolto dagli applausi del pubblico norvegese prima che la sicurezza lo fermasse. Le immagini del gesto hanno rapidamente fatto il giro del mondo.
Queste le parole di Ferri sul suo profilo di Instagram in merito a quanto accaduto: "Sto cercando questi ragazzi della Palestina. Che mi hanno aiutato ad entrare. Cosa è successo? Sono riuscito a fare invasione, come il mio solito, solo che questa volta c’erano i cecchini e la polizia israeliana allo stadio per la loro nazionale. Quando sono entrato, naturalmente non sanno le mie intenzioni e mi sono saltati addosso. Dopo è successa una cosa grave. Una volta superati gli steward norvegesi sono arrivati quelli israeliani, che erano atletici e mi hanno preso. Mi portano sotto la gradinata e mi mettono una manetta: come stavo tirando, perché leggendo la scritta volevano farmi male a posta, ecco che tirano talmente forte che mi squartano la mano".
Il racconto prosegue così: "Praticamente ci azzuffiamo io e questi cinque della sicurezza israeliana. Mi hanno tirato talmente forte che mi hanno tagliato la carne della mano. Fosse stato all’altro lato mi tagliavano le vene. Poi ci separano e vado all’ospedale. Per fortuna, dopo un paio di ore, arriva la polizia e mi dice che sono un ‘ragazzo fortunato’. Se qualcuno ti attacca, ti devi difendere. Io non sono così ma quando poi succedono ste cosa. Perché lo fai? A Gaza ho visto quello che ho visto e a modo mio volevo lanciare un messaggio invece di spaccare le stazioni".

Mario Ferri a Fanpage.it: "Mi hanno circondato, hanno fatto manovre particolari per bloccarmi e mi hanno preso"
La redazione di Fanpage.it ha avuto la possibilità di contattare Mario Ferri, detto ‘Il Falco', e queste sono le sue parole in esclusiva: "Io sono stato a Gaza l'anno scorso e ci tengo tanto. Ci sono stato un mese, si può vedere pure sui miei social. Ho trovato una manifestazione pro-Palestina a Oslo e mi sono unito a loro. Siamo andati dietro la porta con regolare biglietto, naturalmente io già ero venuto con questo intento. Entro in campo, scavalco e vado verso Haaland: riesco a superare gli steward ma gli israeliani avevano i cecchini sui tetti, come si vede nelle storie, e una polizia molto addestrata in campo. Mi hanno circondato, hanno fatto manovre particolari per bloccarmi e mi hanno preso".
Il racconto della sua esperienza si chiude così: "Uno di questi mi avevano messo una manetta ad una mano sola: io non facevo resistenza ma mi sono azzuffato con loro e ho tirato talmente tanto la manetta che mi sono squartato. Non mi hanno arrestato. Mi hanno portato in ospedale e ora sono tornato in hotel".

Chi è Mario Ferri “il Falco”, l’invasore di campo in Norvegia-Israele
Nato a Pescara nel 1987, Mario Ferri, conosciuto come il ‘Falco', è diventato celebre per le sue numerose invasioni di campo in alcuni dei più importanti eventi calcistici mondiali. Riconoscibile per la maglia di Superman, suo vero e proprio simbolo, Ferri ha interrotto partite storiche come Inter-Mazembe (finale del Mondiale per Club), Sampdoria-Napoli nel 2010, Belgio-USA ai Mondiali del 2014 e Napoli-Juventus nel 2017, quando lanciò una sciarpa in direzione di Gonzalo Higuaín, accusato di “tradimento” dai tifosi partenopei.
Figura controversa ma ormai conosciuta a livello internazionale, Ferri è tornato a far parlare di sé con l’ultima irruzione durante Norvegia-Israele.