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Towsend: “Io, malato di scommesse. Ho bruciato 50 mila euro con una app. Mi stavo rovinando”

Andros Townsend, calciatore del Crystal Palace, ha raccontato della ludopatia, del vizio diventato dipendenza da gioco d’azzardo che lo aveva condizionato a tal punto da spendere soldi (tanti soldi) semplicemente attraverso una app. Nel 2013 quel vizio gli è costato una squalifica di quattro mesi per aver violato il regolamento sulle scommesse.
A cura di Maurizio De Santis
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Cinquantamila euro bruciati in un paio di clic. Non al casinò né al tavolo da poker ma dal proprio letto. Andros Townsend, calciatore del Crystal Palace, ha raccontato della ludopatia, del vizio diventato dipendenza da gioco d'azzardo che lo aveva condizionato a tal punto da spendere soldi (tanti soldi) semplicemente attraverso una app. L'aveva scaricata sul proprio smartphone per curiosità e ingannare il tempo, per provare la fortuna nei ritagli di tempo. Perché non puntare un po' di spiccioli facendo qualche scommessa solo per divertirsi? Cosa avrebbe fatto di male? Nulla. La situazione, però, gli è sfuggita di mano e l'ex centrocampista di Tottenham e Newcastle ha iniziato a sperperare denaro. Non riusciva più a fermarsi.

Ricordo benissimo quesi momenti e come mi sentivo – ha spiegato nell'intervista a The Players' Tribune -. Ero in una stanza d'albergo annoiato, avevo visto la pubblicità per una app gratuita di scommesse. E decisi di iniziare a giocare. Nel giro di pochi mesi sono finito fuori controllo, ero diventato dipendente dal gioco.

Com'è successa una cosa del genere? Cosa lo ha spinto quasi a rovinarsi, mettendo in discussione anche la propria esperienza al Tottenham? Per un calciatore che non ha vizi particolari la tentazione è fortissima. E Towsend è finito nella trappola. Quando ne parla abbassa lo sguardo ed è rammaricato, si rende conto di aver fatto una sciocchezza e chiede come sia stato possibile. Nel 2013 quel vizio gli è costato una squalifica di quattro mesi per aver violato il regolamento sulle scommesse.

Non bevo, non fumo, non uso droghe e soprattutto non mi piace frequentare night club – ha aggiunto Towsend -. Ma credo di essere stato l'unico ragazzo in grado di dilapidare cinquantamila euro in un letto di Blackpool. Mi vergogno di questa cosa e credo sia stata anche uno dei momenti peggiori della mia vita. Ero molto triste e quanto accaduto non mi ha permesso di vivere pienamente la mia esperienza col Tottenham.

A salvare Towsend dalla spirale del vizio è stata la mamma. Le confessò ogni cosa, le chiese aiuto. "Come faccio a uscire da questa situazione?", disse. E la donna gli consigliò di rivolgersi a uno psicologo, di farsi seguire da una persona che potesse aiutarlo a resistere a quella tentazione, a fare un po' di pulizia nella propria anima.

Ho scoperto che parlare dei tuoi problemi non è poi così male – ha concluso il centrocampista del Crystal Palace – e sono riuscito a superare anche lo scetticismo di chi si nasconde dietro delle scuse per non ammettere che le cose vanno male. La verità è che c'erano molte altre cose che non andavano. E mi stavo solo facendo del male attraverso il gioco d'azzardo.

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