Tommasi: “Ripartire? Sì, ma la stagione non può protrarsi oltre il 3 agosto”

Damiano Tommasi, presidente dell'Associazione Italiana Calciatori ha ribadito la sua precisa volontà di ripartire tutti insieme per salvare ciò che resta della stagione calcistica. Ma ogni giorno è un giorno in meno sul calendario per poter gestire il tutto nel migliore dei modi, perché c'è una ‘deadline' che è stata tracciata per non andare a incidere in modo negativo sulla stagione 2020/2021: agosto.
Dunque, l'attuale stagione, se mai dovesse venire ripresa, non avrà la possibilità di dilungarsi a tempo indeterminato fino alla sua naturale conclusione: dovrà finire entro i primi di agosto, per permettere al calcio di potersi riorganizzare al meglio in una successiva ricca di impegni, dove si disputeranno anche gli Europei di calcio e le Olimpiadi di Tokyo. Dunque, non resta molto tempo per riprendere a giocare, anche se tutti i vertici, nazionali e internazionali, si stanno adoperando per trovare una via di fuga ‘virtuosa'.
La data dell'Uefa: il 3 agosto
L'Uefa ha dato un limite temporale: "concludere la stagione entro il 3 agosto". Una data precisa, dettata da esigenze molteplici e rilasciata dopo una serie infinita di confronti tra vertici calcistici e diretti interessati, in primis le 55 federazioni europee. Il punto è portare a compimento anche a marce forzate l'attuale, ma senza correre nell'errore di creare problemi alla successiva: "Giocare in estate è al momento l'ultimo dei problemi. Sappiamo adesso che si dovrà farlo entro una data precisa. L'importante è che vi siano le condizioni per scendere in campo".
Il taglio degli stipendi
Intanto, tiene banco ancora la decisione sul taglio stipendi, se sia opportuno intervenire sugli emolumenti più alti dei giocatori: "Il Monza ha tagliato del 50% marzo? Scelte singole dei club, noi dobbiamo osservare l'insieme. I calciatori faranno la propria parte, quando si avranno date e programmi più certi. Noi certamente tuteleremo i redditi più bassi, delle categorie inferiori, quei ragazzi che portano a casa lo stipendio per pagare gli affitti".